Nel mondo, circa 2.2 miliardi di persone soffrono di disturbo della vista, e di questi poco meno della metà vive con una forma di disabilità visiva, moderata o grave, o con cecità.
Questi i dati pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sul proprio sito ufficiale.
Le cause di perdita della vista, parziale o totale, possono essere molteplici, anche se possono essere ricondotte a 3 cause generali, come vedremo più avanti nel corso di questo articolo.
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Cerchiamo di capire cosa s’intende per ipovisione e cecità, e quali sono le cause principali di perdita della vista.
Di cosa parliamo in questo articolo
Definizione di ipovisione e cecità
Nell’ordinamento giuridico italiano è presente una norma, precisamente la Legge 03 aprile 2001, n. 138, recante la “Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici”, che interviene nel fornire delle definizioni chiare di ipovisione e cecità.
“La presente legge definisce le varie forme di minorazioni visive meritevoli di riconoscimento giuridico,allo scopo di disciplinare adeguatamente la quantificazione dell’ipovisione e della cecità secondo i parametri accettati dalla medicina oculistica internazionale.”
La legge riporta, quindi, le definizioni di cecità totale, cecità parziale, ipovisione grave, ipovisione medio-grave e ipovisione lieve:
- si definiscono ciechi totali:
- coloro che sono colpiti da totale mancanza della vista in entrambi gli occhi;
- coloro che hanno la mera percezione dell’ombra e della luce o del moto della mano in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore;
- coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 3%.
- si definiscono ciechi parziali:
- coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione;
- coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 10%.
- si definiscono ipovedenti gravi:
- coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione;
- coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 30%.
- si definiscono ipovedenti medio-gravi:
- coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione;
- coloro il cui residuo perimetrico binoculare è inferiore al 50%.
- si definiscono ipovedenti lievi:
- coloro che hanno un residuo visivo non superiore a 3/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione;
- coloro il cui residuo perimetrico binoculare e’ inferiore al 60%.
Fatto questo doveroso chiarimento, vediamo quali sono le cause generali della perdita della vista.
Cause generali di perdita della vista
Come accennato nell’introduzione, le cause che possono condurre ad una perdita, parziale o totale, della vista sono molteplici, ma tutte rientrano all’interno di 3 macro categorie:
- opacizzazione delle strutture oculari, normalmente trasparenti;
- anomalie che interessano la retina;
- anomalie che interessano i percorsi dei nervi che trasmettono i segnali visivi dall’occhio al cervello.
Semplificando, si può andare incontro a perdita parziale – lieve, moderata o grave – o totale della vista quando si è in presenza di un danno fisico o un malfunzionamento delle strutture dell’occhio, in particolare la cornea, il cristallino, l’umor vitreo, la retina e il nervo ottico.
Quindi, se il nostro occhio non funziona in modo adeguato – per varie cause, vedremo le principali nel prossimo paragrafo – la nostra vista può peggiorare in modo più o meno grave, fino a provocare la cecità.
Cause principali di perdita della vista
Secondo l’OMS, a livello globale, le principali cause di perdita della vista, e quindi di disabilità visiva, sono le seguenti:
- errori di rifrazione non corretti, come la miopia o l’astigmatismo;
- cataratta, che rappresenta in tutto il Mondo una delle principali cause di disabilità visiva tra i bambini;
- degenerazione maculare legata all’età;
- glaucoma;
- retinopatia diabetica;
- opacità corneale;
- tracoma, una forma di congiuntivite cronica causata da un batterio, il Chlamydia trachomatis.
A queste cause possiamo aggiungere quelle elencate dall’Istituto Superiore di Sanità sul portale issalute.it:
- traumi;
- distacco di retina;
- retinopatia del prematuro;
- malattie vascolari che coinvolgono la retina o il nervo ottico;
- malattie infiammatorie;
- retinite pigmentosa e altre malattie ereditarie;
- deficienza di vitamina A;
- avvelenamenti (metanolo).
Come sottolinea l’Organizzazione Mondiale della Sanità, queste cause non sono distribuite in modo uguale nel mondo. Esiste, infatti, una variazione sostanziale tra i vari Paesi, in base alla disponibilità di servizi di assistenza oculistica, alla loro accessibilità e all’alfabetizzazione oculistica della popolazione.
Ad esempio, la percentuale di disabilità visiva attribuibile alla cataratta è più elevata nei paesi a basso e medio reddito rispetto ai paesi ad alto reddito. Nei paesi ad alto reddito, invece, le malattie come il glaucoma e la degenerazione maculare senile sono più comuni.