Quando sottoporsi a una campimetria

da | Feb 22, 2022 | Salute

L’esame del campo visivo, altrimenti detto campimetria, è un test non invasivo, assolutamente indolore e senza rischi o effetti avversi, che un oculista può prescrivere in presenza di alcuni difetti visivi o degenerazioni della vista, come ad esempio il glaucoma

Il Piano Sanitario del fondo di assistenza sanitaria integrativa Enfea Salute prevede la copertura delle spese sostenute dall’iscritto per sottoporsi ad una campimetria, nell’ambito della diagnostica strumentale e specialistica. 

Vediamo insieme in cosa consiste una campimetria, quando è raccomandato eseguirla, come viene effettuata e a cosa serve. 

Cos’è una campimetria

La campimetria, o campo visivo, è un test oftalmologico che misura il campo visivo totale attorno a un punto fisso, ovvero determina l’ampiezza della visione periferica o laterale del paziente una volta che si sia concentrato su un oggetto specifico.

Cosa vuol dire? Quando noi fissiamo un punto preciso, il nostro occhio riesce a percepire anche una porzione di ciò che lo circonda. Questa porzione è, semplificando al massimo, il campo visivo

Con questo esame viene inoltre misurata, in modo specifico o frequente, l’evoluzione del campo visivo.

La campimetria rientra nella categoria dei test diagnostici soggettivi, in quanto la sua efficacia dipende dalla collaborazione del paziente nel rispondere ai diversi stimoli luminosi che si presentano. Se il paziente non collabora, si distrae, o fornisce risposte inadeguate, il risultato è falsato

Perché eseguire una campimetria?

La campimetria viene utilizzata per rilevare e misurare l’entità e l’intensità delle alterazioni del campo visivo, come la presenza di scotomi o “aree cieche”, contrazioni e ridotta sensibilità. 

Queste condizioni sono tipiche di alcune malattie della retina, come la retinite pigmentosa, e del nervo ottico, come il glaucoma o la neurite ottica

Altre patologie dell’occhio che possono essere diagnosticate tramite il test del campo visivo sono: 

  • distacco della retina;
  • cataratta;
  • maculopatie;
  • retinopatia diabetica.

Inoltre, patologie e tumori cerebrali o malattie generali, come il diabete o l’ipertensione, possono provocare alterazioni del campo visivo.

Come si svolge la campimetria

Il test viene eseguito in una stanza con poca luce o al buio. Come già accennato prima, si tratta di un esame molto semplice, ma per essere efficace e utile richiede una grande collaborazione da parte del paziente, che deve concentrarsi.

Normalmente viene eseguita utilizzando un campimetro (statico o computerizzato), che è un apparecchio che emette piccole luci che si muovono a diverse intensità.

Il paziente si siede e appoggia la testa su una macchina che proietta piccole luci o flash. L’obiettivo è che il paziente riconosca le luci periferiche senza distogliere lo sguardo dal punto centrale. Il paziente deve premere un pulsante ogni volta che viene vista ciascuna luce.

Man mano che il test procede, il campimetro disegna una mappa visiva che mostra le aree che il paziente è in grado e non è in grado di vedere.

In media, l’esame del campo visivo richiede circa 15-20 minuti per occhio, per un totale quindi di 30-40 minuti.

Non è per nulla invasivo, non richiede nessuna preparazione e subito dopo il test si può tornare alle proprie attività senza alcuna limitazione (compreso guidare). 

ATTENZIONE:
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