Le carie dentali sono una malattia infettiva causata da batteri che attaccano lo smalto e la dentina del dente e, se non curate in modo adeguato, possono portare a dolore, infezioni e alla perdita dei denti.
Si tratta, senza dubbio, di una delle malattie dentali più comuni e diffuse al mondo, e una delle ragioni principali che costringono a rivolgersi a un dentista, spesso in preda a fastidi e dolori non ignorabili.
Come dichiarato dall’OMS “la carie dentale è un grave problema di salute pubblica a livello globale ed è la malattia non trasmissibile (NCD) più diffusa”, e rappresenta anche un costo sociale ed economico molto ingente, soprattutto nelle fasce di popolazione a reddito basso.
Lo stesso accade anche in Italia, dove le cure odontoiatriche sono tra le prime alle quali i cittadini rinunciano, proprio per ragioni economiche.
A tal proposito diventa ancora più centrale il ruolo dei fondi di assistenza sanitaria integrativa, come il Fondo Enfea Salute, che offre ai propri iscritti un’ampia gamma di prestazioni sanitarie previste dal Piano Sanitario nell’ambito dell’odontoiatria.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è una carie, come riconoscerla, quali sono le cause, i sintomi e le azioni preventive più efficaci.
Di cosa parliamo in questo articolo
Cos’è una carie dentale
La carie è una malattia dei tessuti duri del dente, causata dalla Placca Batterica Dentale, spesso indicata con l’acronimo PBD. Questa placca consiste in una pellicola bianco-giallastra presente nel cavo orale, ed è composta da batteri, residui di cibo e saliva. Quando si indurisce, la placca diventa tartaro, che può essere rimossa in maniera più efficace sottoponendosi a sedute di pulizia dei denti presso un igienista dentale.
Cosa succede, quindi? Come inizia una carie?
La placca converte gli zuccheri presenti nei cibi che ingeriamo in acidi, tali da provocare una progressiva escavazione del dente, con la conseguente distruzione prima dello smalto e, se non rimossa, della dentina.
Una carente igiene orale, unita ad altre cause che andremo ad elencare più avanti nel corso dell’articolo, favorisce l’aumento della concentrazione di batteri che colpiscono il dente e lo corrodono lentamente, fino a bucarlo.
Questo buco, o cavità, è quella che noi chiamiamo comunemente carie.
A cosa sono dovute le carie?
Quali sono le cause della formazione di una carie? Come abbiamo spiegato, l’accumulo di residui di cibo, saliva e batteri producono degli acidi che, con il tempo, rovinano il dente, fino a bucarlo.
La formazione della carie dipende essenzialmente da tre fattori:
- dieta cariogena, ovvero ricca di carboidrati, che ricordiamo essere degli zuccheri, e bevande acidificanti, come i succhi di frutta;
- batteri che popolano la placca batterica, alcuni più aggressivi o cariogeni, altri meno;
- qualità del tessuto dentale, e più precisamente dei tessuti duri che lo compongono, quindi smalto, dentina e cemento.
Quindi, una carie è causata dalla nostra dieta, e in particolare dal consumo di alimenti ricchi di zuccheri – ecco perché da bambini ci mettono in guardia dalle caramelle e dai dolcetti – dalla qualità dei batteri presenti nella placca e dalla mineralizzazione dello smalto e della dentina, i due elementi più esterni che compongono i nostri denti.
A queste cause vanno poi aggiunti dei fattori di rischio ulteriori, come
difetti della superficie del dente, carenza di fluoro nei denti, flusso salivare ridotto, genetica.
Come si fa a capire se si ha una carie?
Quali sono i sintomi di una carie? Come si fa a capire se uno o più denti ne sono colpiti? Quando la carie inizia a fare male?
Beh, per rispondere a queste domande bisogna prima capire che la carie progredisce lentamente (anche 2-3 anni), attaccando prima lo strato più esterno del dente, lo smalto. Questa fase può durare anche mesi, durante i quali non si avverte alcun dolore, ma con il tempo penetra nella dentina, più interna rispetto allo smalto, ma anche più delicata e meno resistente, iniziando a manifestarsi attraverso un po’ di dolore o un’alterata sensibilità al freddo e al caldo.
L’ultimo step consiste nella diffusione, molto più rapida, della carie fino a raggiungere la polpa, ovvero la zona più interna del dente, dove sono presenti i nervi e i vasi sanguigni.
Ecco che il dolore inizia a essere più intenso, fino a diventare insopportabile.
Prima di giungere a questo punto, però, ci sono sintomi e segnali che potrebbero farci capire che abbiamo una carie, o più di una.
- Nella prima fase, la carie inizialmente si presenta come una macchia bianca dove i batteri dissolvono il calcio dello smalto. Inizia tra i denti permanenti solitamente in età compresa tra i 20 e i 30 anni;
- mal di denti, dolore spontaneo o dolore che si verifica senza alcuna causa apparente;
- dolore da lieve a acuto quando si mangia o si beve qualcosa di dolce, caldo o freddo;
- fori o fossette visibili nei denti;
- colorazione marrone, nera o bianca su qualsiasi superficie di un dente;
- dolore nella masticazione.
In presenza di uno o più dei presenti sintomi, si raccomanda di sottoporsi a una visita dentistica. Più in generale, però, si consiglia di eseguire un controllo periodico, in modo da individuare in modo precoce una possibile carie o altre patologie dentali e ridurre i danni.
Cosa succede se non si cura la carie?
La carie è un processo degenerativo, questo vuol dire che in assenza di cure non può fare altro che peggiorare, fino a bucare completamente il dente, consumarlo e rendere necessaria una ricostruzione o l’avulsione dentale con conseguente impianto osteointegrato, dopo una visita e una ortopanoramica.
Come sottolinea l’Accademia Italiana di Odontoiatria Conservativa e Restaurativa, un dente attaccato dalla carie non guarisce quasi mai da solo.
In una prima fase, però, se individuata in maniera precoce, soprattutto nei bambini, è possibile invertire il processo corrosivo, attraverso una migliore igiene orale con prodotti a base di fluoro e limitando l’assunzione di zuccheri.
È possibile prevenire le carie?
La risposta è sì, è possibile, attraverso una corretta igiene orale e una alimentazione sana ed equilibrata.
Quando si parla di corretta igiene orale, però, non si intende solo quella “fai da te”, che comprende il lavaggio dei denti più volte al giorno, con uno spazzolino adatto, un buon dentifricio, il filo interdentale e altri supporti, ma anche e soprattutto quella eseguita da un professionista, un igienista dentale.
Per questo motivo, come già segnalato, sarebbe opportuno sottoporsi alla cosiddetta ablazione del tartaro, o detartrasi, periodicamente, anche 3-4 volte all’anno.
Ricordiamo, infatti, che il tartaro non è altro che la solidificazione della placca batterica che provoca le carie. Una pulizia approfondita e la rimozione dello strato di tartaro che ricopre denti e gengive può prevenire la formazione delle carie ma anche molte altre patologie dentali.
In alcuni casi potrebbe essere prescritta una terapia antibatterica.
Come si cura una carie?
Come si tolgono le carie? Come si curano? Abbiamo spiegato che, fatto salvo le fasi iniziali, il trattamento delle carie richiede l’intervento di un dentista, che dopo aver esaminato la situazione può optare per varie soluzioni appartenenti alla categoria della odontoiatria conservativa.
Quali sono queste soluzioni? Le principali sono le seguenti:
- otturazioni – il dentista rimuove la parte cariata e provvede a riempire la cavità, ad otturarla appunto, con l’impiego di una resina composita, un materiale resistente ed esteticamente molto simile al colore del dente;
- intarsio – quando il dente è troppo rovinato dalla carie, e l’otturazione non è sufficiente, si procede con l’intarsio, che potremmo descrivere come una ricostruzione della parte del dente consumato tramite la realizzazione di un manufatto;
- faccette – nei denti frontali, come gli incisivi e i canini, si può procedere con un trattamento denominato faccette, delle protesi sottilissime, che si applicano sulla superficie esterna dei denti con l’obiettivo principale di migliorare l’estetica del sorriso ma che vengono impiegate anche per il trattamento delle carie;
- se la carie raggiunge la polpa e il canale radicolare, si procede con il trattamento endodontico, che consiste nella rimozione del nervo dentale infiammato e infetto per tutta la lunghezza delle radici, o rimuovendo il dente, da sostituire poi con un impianto.
Sarà il dentista a valutare come procedere, a seconda dello stato di avanzamento della carie.