Fattore Rh negativo in gravidanza: cosa vuol dire?

da | Mar 20, 2023 | Salute

Durante la gravidanza la futura mamma deve sottoporsi a diversi controlli medici, dagli esami del sangue di routine all’ecografia morfologica, passando, se necessario, a screening invasivi come l’amniocentesi e la villocentesi, tutti volti a garantire la salute della donna e del feto. Uno dei valori da controllare è il cosiddetto fattore Rh negativo in gravidanza, che consiste nell’assenza di una proteina (l’Rh, appunto) nel flusso ematico della donna.  

Perché si controlla il fattore Rh in gravidanza? Come vedremo più nel dettaglio, un Rh negativo della futura mamma potrebbe favorire lo sviluppo di anticorpi che attaccano i globuli rossi del feto, laddove quest’ultimo avesse invece un Rh positivo. 

Proviamo a fare chiarezza, e cerchiamo di capire cosa vuol dire e quali rischi comporta un fattore Rh negativo in gravidanza

Cos’è il fattore Rh?

Iniziamo col spiegare cosa s’intende con fattore Rh. Si tratta di una proteina che si trova sulla superficie dei globuli rossi; se presente, definisce la persona come Rh positiva (Rh+), mentre se assente si parla di individuo Rh negativo (Rh-)

Essere Rh negativi non è un problema, né tanto meno una condizione patologica, e per la stragrande maggioranza delle persone non crea alcun disagio, se non un lieve difficoltà nel ricevere eventuali trasfusioni di sangue compatibile, perché essendo una condizione alquanto rara è più difficile trovare donatori. 

Durante la gravidanza, però, il fattore Rh diventa importante perché se una donna Rh negativa porta dentro di sé un feto Rh positivo, il suo sistema immunitario potrebbe considerarlo una minaccia e produrre anticorpi per distruggerlo, causando complicanze per il bambino durante la gravidanza e anche nelle gravidanze successive.

Rh negativo in gravidanza: cosa succede?

Abbiamo visto che una persona può avere oppure no questa proteina nel flusso ematico, ed essere quindi Rh+ o Rh-

Durante la gravidanza, se la mamma è Rh negativa e il papà è Rh positivo, esiste una possibilità che il feto erediti la proteina dal padre, diventando egli stesso Rh+

Quando questo succede, il sangue della madre e quello del feto potrebbero entrare in contatto in qualsiasi momento della gestazione, ad esempio eseguendo una amniocentesi o un prelievo dei villi coriali, con una probabilità molto maggiore in occasione del parto

Cosa succede in questi casi? Può verificarsi un fenomeno denominato sensibilizzazione Rh

Se il contatto ematico avviene durante la gravidanza, il sistema immunitario della madre potrebbe riconoscere la proteina Rh del feto come una minaccia, e sviluppare degli anticorpi (cd. anticorpi anti-Rh) per attaccare e distruggere i globuli rossi del bambino, con conseguenze sulla salute del nascituro, come anemia grave o persino la morte fetale. In questi casi si parla di malattia emolitica del feto o del neonato.

Tutto questo non si verifica laddove anche il padre dovesse essere Rh negativo, ma anche se fosse Rh+ ma il feto risultasse Rh-

Riportiamo di seguito una tabella riepilogativa, per comprendere meglio questo aspetto. 

Fattore Rh madreFattore Rh padreFattore Rh FetoPrecauzioni
Rh positivoRh positivoRh positivoNessuna
Rh negativoRh negativoRh negativoNessuna
Rh positivoRh negativoPotrebbe essere Rh+ o Rh-Nessuna
Rh negativoRh positivoPotrebbe essere Rh+ o Rh-Profilassi

Fattore Rh negativo: differenza tra la prima gravidanza e le successive

In genere, quando la produzione degli anticorpi avviene dopo il parto, il bambino non ne viene interessato, ma potrebbe causare problemi nelle successive gravidanze

In effetti, avendo già sviluppato degli anticorpi anti-Rh, il flusso ematico del feto verrebbe attaccato già durante la gravidanza, causando la summenzionata malattia emolitica, che si traduce in un aumento dei livelli di bilirubina nel sangue, un pigmento giallo prodotto in seguito alla distruzione dei globuli rossi, che può accumularsi nella cute e in altri tessuti, provocando quello che viene denominato ittero

Come già accennato, questa condizione potrebbere provocare una forma di anemia grave, ma anche danni cerebrali, aborto spontaneo e il decesso del feto, mentre in genere non causa sintomi nella donna. 

Come viene diagnosticato il fattore Rh negativo in gravidanza

Il fattore Rh della madre viene di solito diagnosticato durante il primo esame del sangue. Se la madre è Rh negativa, viene solitamente sottoposta a un esame del sangue più preciso per confermare il risultato, il test di Coombs, anche noto come test dell’antiglobulina, che consente proprio di controllare se ci sono eventuali anticorpi presenti nel sangue materno che, una volta passati attraverso la placenta, potrebbero causare la malattia emolitica del feto o del neonato

Durante la gravidanza, anche il feto viene controllato per verificare se è Rh positivo o negativo. Questo può essere fatto attraverso l’analisi del sangue del feto o con un’ecografia.

Rh negativo in gravidanza: prevenzione e profilassi

Se la donna in gravidanza presenta il fattore Rh negativo, ed il padre del bambino è invece Rh+, è raccomandata una profilassi preventiva, che consente di impedire la sensibilizzazione Rh

Come si procede? Una volta diagnosticata e accertata l’assenza di questa proteina nel flusso sanguigno della futura mamma, a scopo preventivo e precauzionale si può procedere alla somministrazione di un’iniezione di anticorpi anti-Rh (immunoglobulina anti-RhD), in genere nelle seguenti occasioni:

  • dopo le 28 settimane di gestazione;
  • entro 72 ore dal parto di un bambino con sangue Rh-positivo, anche dopo un aborto spontaneo o indotto;
  • dopo eventuali episodi di sanguinamento vaginale durante la gravidanza;
  • dopo amniocentesi o villocentesi.

Come mai si procede in queste fasi e non in altre? Perché queste sono, in genere, le situazioni in cui le probabilità di un possibile contatto tra il flusso ematico della mamma e quello del feto sono più elevate

L’obiettivo di questa profilassi è ridurre sensibilmente la capacità del sistema immunitario della donna di riconoscere il fattore Rh presente sui globuli rossi del bambino e produrre anticorpi in grado di distruggerli. 

Conclusioni

Il fattore Rh negativo in gravidanza è una condizione che richiede attenzione e monitoraggio, della quale è giusto mettere al corrente la futura mamma il prima possibile. 

Con una diagnosi precoce e una corretta azione preventiva, le donne Rh negative possono portare a termine una gravidanza sana e dare alla luce un bambino in buona salute, senza complicazioni

Si consiglia, quindi, di discuterne con il proprio medico e seguire le procedure raccomandate dalla comunità scientifica.

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