Villocentesi: cos’è, quando farla e come si esegue

da | Mag 12, 2021 | Salute

Quando si parla di test prenatali invasivi si pensa solitamente all’amniocentesi, ma non è l’unico. Un altro esame al quale alcune donne possono sottoporsi è la villocentesi.

Per approfondire, invitiamo anche a leggere l’articolo Qual è la differenza tra amniocentesi e villocentesi.

Si tratta, come accennato, di un test prenatale invasivo, ovvero eseguito durante la gravidanza, con l’obiettivo di individuare, in modo tempestivo, eventuali malattie genetiche e anomalie congenite, come la sindrome di Down ad esempio. 

La villocentesi è un esame sicuro e ampiamente impiegato da decenni ormai, ma essendo comunque un test invasivo, con un rischio di aborto compreso tra l’1% e il 2%, è necessario ricevere dal proprio medico tutte le delucidazioni possibili sulla procedura per giungere al momento del prelievo pienamente consapevole.

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Vediamo insieme cos’è la villocentesi, come si esegue, quando farla e perché.  

Cos’è la villocentesi

La villocentesi è un test prenatale in cui si esegue il prelievo di un campione di villi coriali dalla placenta

Cosa sono i villi coriali? Com’è noto, durante la gravidanza, la placenta fornisce ossigeno e sostanze nutritive al bambino in crescita e rimuove i prodotti di scarto dal sangue del bambino. 

I villi coriali sono frammenti sottili di tessuto placentare che condividono il corredo genetico del bambino. 

Ecco perché il prelievo dei villi coriali può rivelare se un bambino ha una condizione cromosomica, come la sindrome di Down, così come altre condizioni genetiche, come la fibrosi cistica. 

Come viene eseguita

Il campione di villi coriali può essere prelevato in due modi, attraverso la cervice (transcervicale) o la parete addominale (transaddominale).

Prelievo transaddominale 

Simile all’amniocentesi, la villocentesi transaddominale si esegue in questo modo.  

Dopo aver pulito l’addome con un antisettico, il medico inserisce, sotto monitoraggio ecografico, un ago lungo e sottile attraverso la parete addominale e nell’utero

La futura mamma, durante la procedura, potrebbe avvertire una sensazione di bruciore quando l’ago entra nella pelle e sentire dei crampi quando l’ago entra nell’utero, ma si tratta più di un fastidio che di un vero dolore.

Il campione di tessuto dalla placenta viene quindi prelevato in una siringa e l’ago rimosso.

Prelievo transcervicale

Con il prelievo dei villi coriali transcervicale, invece, dopo aver pulito la vagina e la cervice con un antisettico, il medico dilata la vagina con uno speculum e inserisce un tubo sottile e cavo attraverso la cervice

Quando il catetere raggiunge la placenta, viene eseguita un’aspirazione delicata per prelevare un piccolo campione di tessuto. La sensazione è simile a quella provata durante un PAP Test.

Questa tecnica presenta rischi di aborto e infezione fetale leggermente maggiori rispetto a quella transaddominale e si esegue solo nei casi in cui non si riesca a raggiungere la placenta con l’altra tecnica. 

Cosa succede dopo la procedura?

Dopo essersi sottoposte a una villocentesi, è possibile che si verifichi una piccola perdita di sangue vaginale subito dopo la procedura, del tutto normale. 

È possibile tornare alla normalità dopo la procedura, tuttavia si deve evitare un intenso esercizio fisico e l’attività sessuale per almeno uno o due giorni.

Nel frattempo, il campione di tessuto verrà analizzato in laboratorio. I risultati potrebbero richiedere da alcuni giorni a una settimana circa, a seconda della complessità dell’analisi di laboratorio.

Contatta il tuo medico se hai:

  • fuoriuscita di liquido dalla tua vagina;
  • forte sanguinamento;
  • febbre;
  • contrazioni uterine.

Quando eseguire il test?

Il test può essere eseguito già a 10 settimane di gravidanza, anche se in media si procede al raggiungimento della 11a-14a settimana, quindi prima rispetto all’amniocentesi, che invece si esegue (salvo rari casi) tra la 15a e 20a settimana.

In genere, si prescrive un prelievo dei villi coriali quando: 

  • i test di screening prenatali non invasivi risultano positivi o preoccupanti. In questo caso potresti optare per il prelievo dei villi coriali per confermare o escludere una diagnosi;
  • se in una precedente gravidanza il bambino era affetto dalla sindrome di Down o da un’altra condizione cromosomica, questa gravidanza potrebbe presentare un rischio lievemente maggiore;
  • se la futura mamma ha 35 anni o più. I bambini nati da donne di età pari o superiore a 35 anni hanno un rischio maggiore di malattie cromosomiche, come la sindrome di Down;
  • uno dei due genitori ha una storia familiare di una specifica condizione genetica o sono portatori noti di una condizione genetica, come ad esempio la fibrosi cistica.

Quali sono i rischi della villocentesi

Abbiamo detto che la villocentesi è un esame sicuro e ormai routinario, ma resta un test invasivo, con una piccola percentuale di eventi avversi che possono verificarsi. 

Quali sono i rischi della procedura? 

  • aborto spontaneo: il rischio di aborto spontaneo dopo il prelievo dei villi coriali è stimato allo 0,22%;
  • sensibilizzazione Rh: il prelievo dei villi coriali potrebbe causare l’ingresso di alcune cellule del sangue del bambino nel flusso sanguigno. Se hai sangue Rh negativo e non hai sviluppato anticorpi contro sangue Rh positivo, ti verrà somministrata un’iniezione di un emocomponente chiamato immunoglobulina Rh dopo il prelievo dei villi coriali. Ciò impedirà al tuo corpo di produrre anticorpi Rh che possono attraversare la placenta e danneggiare i globuli rossi del bambino. Un semplice esame del sangue può rilevare se hai iniziato a produrre anticorpi.
  • infezione: molto raramente, il campionamento dei villi coriali potrebbe innescare un’infezione uterina;
  • alcuni studi hanno suggerito che il campionamento dei villi coriali potrebbe causare difetti alle dita delle mani o dei piedi del bambino. Tuttavia, il rischio sembra essere una preoccupazione solo se la procedura viene eseguita prima della settimana 10 di gravidanza.

Come vedi, si tratta di eventi molto rari, che si riducono sensibilmente se la procedura viene eseguita al momento più appropriato e da un tecnico esperto. 

Parlane con il tuo ginecologo e chiedi tutte le delucidazioni di cui necessiti prima di decidere se sottoporti oppure no a questo esame.

ATTENZIONE:
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