In cosa consiste l’osteosintesi?

da | Feb 6, 2023 | Salute

Il Fondo Enfea Salute provvede, nella sezione Ortopedia e Traumatologia del piano sanitario, al pagamento delle spese per varie prestazioni, come l’intervento chirurgico per la riparazione della cuffia dei rotatori e la osteosintesi di grandi, medi e piccoli segmenti

Quest’ultima consiste in una procedura chirurgica per il trattamento delle fratture delle ossa, in cui i frammenti ossei sono uniti con viti, placche, chiodi o fili. 

Si tratta di una procedura standard, ormai ampiamente diffusa nella chirurgia ortopedica, ma che non si applica a ogni tipo di frattura. In alcuni casi, infatti, è sufficiente procedere ad esempio con una semplice ingessatura. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire in cosa consiste l’osteosintesi e come si esegue

Cos’è l’osteosintesi?

Come accennato, con il termine osteosintesi si fa riferimento a una procedura chirurgica finalizzata alla fissazione di un osso in seguito a una frattura.

Questa procedura prevede l’unione dei frammenti ossei fratturati tramite l’impiego di supporti come con viti, placche, chiodi. In questo modo l’osso fratturato viene fissato, consentendogli di saldarsi stabilmente nella posizione corretta, per ristabilire il profilo anatomico e ridare una corretta funzionalità dopo il trattamento.

L’osteosintesi è in genere applicata al trattamento di fratture ossee esposte, con lesioni concomitanti alla pelle o ai tessuti molli, in particolare in presenza di frammenti multipli, fratture ossee della gamba e fratture ossee in pazienti con osteoporosi o anziani.

Come si esegue l’osteosintesi

Laddove il chirurgo ortopedico dovesse ritenere necessaria questa procedura, è possibile utilizzare diversi metodi di osteosintesi. Prima, però, è necessario eseguire degli esami, ad esempio una radiografia o una risonanza magnetica, per valutare l’entità del danno subito.  

I principali metodi di osteosintesi sono i seguenti: 

  • osteosintesi con viti: i frammenti ossei vengono fissati con viti inserite nell’osso fratturato per unire le parti rotte;
  • osteosintesi con placca: le parti rotte dell’osso vengono fissate con una placca, avvitata sopra la linea della frattura e fissata con delle viti:
  • osteosintesi con perno endomidollare: la cavità midollare viene aperta nell’osso rotto, dopodiché il chirurgo crea un canale in cui può piantare una vite, con la quale collegare i frammenti ossei;
  • osteosintesi con bande di tensione: si tratta di una procedura complessa, in cui i frammenti ossei vengono pressati insieme. I fili di fissaggio sono attaccati ai frammenti e tenuti insieme con una fascia di tensione; 
  • fissazione con filo di Kirschner: i fili di Kirschner sono fili di acciaio elastici che vengono utilizzati per riparare rotture in piccole ossa, come dita o clavicola. Dopo che la frattura è guarita, i fili possono essere rimossi ancora una volta. In genere si inserisce anche una stecca o un gesso; 
  • dispositivi di fissazione esterna: si tratta di un telaio di supporto esterno in metallo utilizzato per riparare le fratture. Il chirurgo pratica piccole incisioni nella pelle sopra le rotture attraverso le quali crea dei fori nelle ossa. Le aste di metallo vengono inserite in questi fori e sporgono dal corpo, per poi essere fissate esternamente a un telaio metallico, stabilizzando così la frattura ossea;
  • vite dinamica per anca: è una procedura per il trattamento delle fratture del collo del femore, vicino all’articolazione dell’anca. Nel processo, una vite viene inserita nella testa del femore. Al femore viene avvitata una placca con un tubo imbullonato attraverso il quale può scorrere l’estremità libera della vite per anca. Il peso corporeo del paziente viene disperso sulla vite per anca in modo tale da comprimere la frattura. 

I materiali utilizzati al giorno d’oggi sono costituiti principalmente da titanio, come accade anche per gli impianti dentali osteointegrati.

Perché si usa il titanio? Quando si inserisce nel nostro corpo un elemento esterno, le cellule delle ossa (osteoblasti) potrebbero non riconoscerlo e attaccarlo, provocando infezioni. Il titanio non viene riconosciuto, ma rappresenta il metallo che meno ostacola i processi di osteosintesi, oltre ad essere leggero, resistente e biocompatibile

Come prepararsi all’intervento

È importante ricordare che quando si parla di osteosintesi si fa riferimento a un intervento chirurgico a tutti gli effetti

Questo vuol dire che si deve seguire l’iter previsto per le operazioni, quindi esami del sangue, visita anestesiologica, analisi dell’anamnesi del paziente, eventuale sospensione dei farmaci assunti, ECG e misurazione della pressione sanguigna

Il tipo di intervento e la relativa anestesia (generale, spinale o locale) possono variare a seconda del tipo di frattura riportata e delle condizioni del paziente

Seppur routinaria ed estremamente sicura, questa procedura, come qualsiasi altro intervento, comporta alcuni rischi per il paziente, anche se rari. Sarà il chirurgo a illustrare pro e contro dell’operazione e spiegare come intende procedere.   

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