Odontoma: tipologie, cause, sintomi, diagnosi, cure

da | Feb 3, 2021 | Salute

L’odontoma è una delle lesioni odontogene benigne più comuni, spesso scoperta in modo accidentale durante una visita dentistica di routine. Si tratta, come vedremo, di una massa costituita da tessuti dentali, come smalto, dentina e cemento, che si sviluppa in modo anomalo all’interno della mascella o della mandibola. 

Sebbene non sia un tumore maligno, l’odontoma può ostacolare la normale eruzione dei denti permanenti, provocando disallineamenti o altri problemi odontoiatrici.

Questa condizione interessa soprattutto bambini e giovani adulti ed è generalmente asintomatica nelle fasi iniziali, ma in alcuni casi può manifestarsi con ritardi nell’eruzione dentale, gonfiore o fastidio localizzato

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è un odontoma e quali sono le cause, i sintomi, la diagnosi e le opzioni terapeutiche.

Cos’è un odontoma?

L’odontoma è una formazione tumorale benigna che si sviluppa all’interno della bocca e che coinvolge i tessuti dentali. Sebbene il termine “tumore” possa destare preoccupazione, va chiarito fin da subito che l’odontoma non è una forma di cancro né tende a evolvere in una patologia maligna. Si tratta, piuttosto, di una malformazione dello sviluppo dentale, in cui si accumulano smalto, dentina, cemento e polpa dentale in modo anomalo, dando origine a una massa di aspetto variabile.

L’odontoma è il più comune tra i tumori odontogeni – ovvero quelli che originano dai tessuti coinvolti nella formazione dei denti – e spesso viene scoperto per caso durante esami radiografici di routine, poiché nella maggior parte dei casi non provoca sintomi evidenti

In alcune situazioni, però, può interferire con la normale eruzione dei denti o causare disagi locali, rendendo necessario un approfondimento diagnostico e, se opportuno, un intervento specifico.

Odontoma composto e complesso

Gli odontomi non sono tutti uguali; in base alla loro struttura e al modo in cui i tessuti dentali si organizzano all’interno della lesione, si distinguono due principali categorie:

  1. odontoma composto: caratterizzato dalla presenza di più piccoli elementi simili a denti in miniatura (detti “denticoli”), organizzati in modo relativamente ordinato. Questa forma è più frequente nell’arcata superiore, in particolare nella zona degli incisivi e canini;
  2. odontoma complesso: presenta una massa disorganizzata di tessuti dentali, senza una struttura riconoscibile simile a quella di un dente. È più comune nell’arcata inferiore e, rispetto alla forma composta, ha una struttura meno definita.

Entrambe le tipologie sono a crescita lenta e generalmente rimangono di dimensioni contenute, ma se non individuati e trattati in tempo possono ostacolare lo sviluppo dei denti permanenti o causare alterazioni nella struttura dell’osso mascellare o mandibolare.

Secondo quanto riportato dal National Center for Biotechnology Information della U.S. National Library of Medicine, la maggior parte degli odontomi nel segmento anteriore delle mascelle sono di tipo composito composto (61%), mentre la maggioranza nel segmento posteriore è di tipo composito complesso (34%).

Distinguere tra odontoma composto e complesso è fondamentale per giungere ad una diagnosi e definire il piano terapeutico più adatto.

Quali sono le cause e i fattori di rischio?

Ad oggi, le cause precise della formazione di un odontoma non sono ancora del tutto comprese, ma diversi studi e osservazioni cliniche hanno individuato una serie di fattori predisponenti che possono contribuire al suo sviluppo.

Cause

Gli odontomi si formano durante lo sviluppo dei denti, quando i tessuti coinvolti nella loro crescita – smalto, dentina, polpa e cemento – si organizzano in modo anomalo, dando origine a una massa più o meno strutturata. 

Questo processo sembra essere il risultato di un’alterazione nei meccanismi di formazione dentale, che porta a un’eccessiva produzione di tessuto dentale o a un’interruzione nel normale sviluppo.

Fattori genetici e predisposizione

La genetica gioca un ruolo importante nella formazione degli odontomi. È stato osservato, infatti, che questi tumori odontogeni sono più frequenti in alcune famiglie, suggerendo una possibile predisposizione ereditaria. Inoltre, sono stati associati a sindromi genetiche specifiche, come la displasia cleidocranica e la sindrome di Gardner, entrambe caratterizzate da anomalie nello sviluppo scheletrico e dentale.

Altri fattori di rischio

Oltre alla componente genetica, diversi altri fattori possono aumentare la probabilità di sviluppare un odontoma, tra cui i seguenti:

  • traumi dentali: un colpo o un trauma subito durante l’infanzia, soprattutto in fase di sviluppo dentale, potrebbe interferire con la normale formazione dei denti e favorire la comparsa di un odontoma;
  • infezioni odontoiatriche: processi infettivi a carico dei denti o delle gengive possono alterare i meccanismi di sviluppo dentale e contribuire alla formazione di una massa anomala;
  • disturbi dello sviluppo dentale: anomalie come la presenza di denti soprannumerari, ritardi nell’eruzione dentale o la mancanza congenita di alcuni denti possono essere associate alla comparsa di odontomi;
  • squilibri ormonali: alcune ricerche suggeriscono che alterazioni nei livelli ormonali durante la crescita possano influenzare la formazione dei denti e, di conseguenza, predisporre alla comparsa di queste lesioni.

Sebbene l’odontoma non sia una condizione prevenibile, conoscere i fattori di rischio può aiutare a identificare precocemente eventuali anomalie dentali e a intervenire in modo tempestivo

Sintomi, evoluzione, complicanze

Come si fa a capire se si soffre di un odontoma? Come accennato prima, purtroppo si tratta di lesione odontogena a crescita lenta e spesso asintomatica

Nella maggior parte dei casi, infatti, viene scoperto casualmente durante esami radiografici di routine o in seguito a un ritardo nell’eruzione di un dente permanente. Detto questo, è possibile che si manifesti con sintomi specifici che variano a seconda della sua localizzazione, delle dimensioni e della tipologia (composto o complesso).

Segni iniziali

Poiché gli odontomi crescono senza provocare dolore o infiammazione evidente, i primi segnali possono passare inosservati

Ci riferiamo, in particolare, ai seguenti:

  • ritardo nell’eruzione dei denti permanenti, soprattutto nei bambini e negli adolescenti. Un odontoma può ostacolare la normale crescita di un dente, bloccandolo parzialmente o completamente;
  • presenza di un rigonfiamento nella gengiva o nella mascella, di solito indolore, che può essere percepito al tatto o notato visivamente;
  • disallineamento dentale, causato dalla pressione dell’odontoma sui denti adiacenti.

Evoluzione del disturbo

Se l’odontoma continua a crescere, i sintomi possono diventare più evidenti. 

I più comuni sono:

  • gonfiore più marcato della gengiva o della mascella, talvolta con un’asimmetria facciale;
  • dolore o fastidio locale, se l’odontoma esercita pressione su nervi o tessuti circostanti;
  • difficoltà nella masticazione o nella chiusura della bocca, nei casi in cui la lesione raggiunga dimensioni significative.

Complicanze associate

In alcuni casi, seppur poco frequenti, un odontoma non diagnosticato può portare a complicanze più serie, come:

  • riassorbimento delle radici dei denti vicini, con possibile perdita di stabilità dentale;
  • infezioni locali (ascessi o cisti), se la crescita altera la struttura dell’osso o favorisce il ristagno di batteri;
  • deformazioni dell’osso mascellare o mandibolare, in caso di lesioni di grandi dimensioni.

Dal momento che l’odontoma non regredisce spontaneamente e può interferire con la salute dentale, è fondamentale riconoscere i segni e sottoporsi a una valutazione odontoiatrica tempestiva

Come si esegue la diagnosi?

Data la sua natura asintomatica nelle fasi iniziali, la diagnosi si basa principalmente su esami radiografici, che permettono di evidenziare la presenza della massa anomala all’interno della mascella o della mandibola.

Esami diagnostici

La diagnosi di odontoma prevede una combinazione di valutazione clinica ed esami strumentali:

  • radiografia panoramica (ortopantomografia – OPT): è il primo esame utilizzato per rilevare la presenza di un odontoma. Mostra immagini dettagliate dell’arcata dentale e consente di individuare eventuali masse calcificate che potrebbero ostacolare l’eruzione dei denti permanenti;
  • radiografia endorale: fornisce un’immagine più dettagliata della zona specifica in cui si sospetta la presenza dell’odontoma, utile per confermare la diagnosi e valutarne le dimensioni;
  • tomografia computerizzata (TAC) con ricostruzione 3D: nei casi in cui sia necessaria una maggiore precisione diagnostica, la TAC consente di ottenere immagini tridimensionali dell’odontoma e delle strutture circostanti. Questo esame è utile per pianificare un eventuale intervento chirurgico;
  • risonanza magnetica (RM): raramente utilizzata, ma può essere richiesta per una valutazione più approfondita nei casi dubbi o quando si sospettano complicanze associate.

Diagnosi differenziale

Un aspetto fondamentale nella diagnosi è la differenziazione dell’odontoma da altre lesioni odontogene

In effetti, questa condizione può essere confusa con altre, come:

  • cisti odontogene, che si presentano come cavità piene di liquido all’interno dell’osso mascellare o mandibolare;
  • ameloblastomi, tumori odontogeni benigni ma più aggressivi;
  • denti inclusi, che possono essere scambiati per odontomi composti, data la loro posizione anomala nell’osso.

Per confermare definitivamente la diagnosi e distinguere l’odontoma da altre lesioni, in alcuni casi può essere necessario eseguire un esame istologico del tessuto asportato dopo l’intervento chirurgico.

Trattamento e opzioni terapeutiche

Il trattamento dell’odontoma è di tipo chirurgico, poiché, come già spiegato, non regredisce spontaneamente e può interferire con l’eruzione dei denti permanenti o causare complicanze a lungo termine. 

L’intervento varia in base alla dimensione, posizione e tipologia dell’odontoma (composto o complesso), nonché alla presenza di sintomi o problematiche associate.

Quando è necessario intervenire?

Non tutti gli odontomi richiedono un trattamento immediato. In alcuni casi, quando la lesione è di piccole dimensioni e non provoca sintomi, il dentista può optare per un monitoraggio periodico attraverso esami radiografici. 

La rimozione è invece indicata quando l’odontoma:

  • impedisce l’eruzione di un dente permanente;
  • provoca dolore, infezioni o altri disturbi;
  • cresce progressivamente, aumentando il rischio di complicanze;
  • comprime strutture anatomiche vicine, come i denti adiacenti o il nervo alveolare inferiore.

Intervento chirurgico: come avviene la rimozione?

La rimozione dell’odontoma è un intervento di chirurgia orale che viene eseguito da un chirurgo maxillo-facciale o un odontoiatra specializzato in chirurgia orale. 

Le fasi dell’operazione sono le seguenti:

  • anestesia locale o generale: nella maggior parte dei casi, l’intervento viene eseguito in anestesia locale con sedazione, ma per odontomi di grandi dimensioni o in pazienti pediatrici può essere preferita l’anestesia generale;
  • incisione gengivale e accesso alla lesione: il chirurgo esegue una incisione sulla gengiva per accedere all’odontoma, rimuovendo eventuale tessuto osseo che lo ricopre;
  • asportazione: la massa viene estratta con strumenti chirurgici specifici. Se l’odontoma è di grandi dimensioni, può essere necessario rimuoverlo in più frammenti;
  • pulizia e sutura: dopo la rimozione, l’area viene accuratamente pulita per prevenire infezioni e suturata per favorire una corretta guarigione.

L’intervento è generalmente poco invasivo e ben tollerato, con un recupero rapido nella maggior parte dei casi.

Tempi di recupero e post-operatorio

Dopo l’intervento, il paziente potrebbe avvertire un lieve gonfiore e fastidio, controllabili con farmaci antidolorifici e antinfiammatori

Le principali raccomandazioni post-operatorie sono:

  • riposo e applicazione di ghiaccio sulla zona operata per ridurre il gonfiore;
  • alimentazione morbida e fredda nei primi giorni, evitando cibi caldi o duri;
  • igiene orale scrupolosa, evitando la zona dell’intervento nei primi giorni per non disturbare la guarigione;
  • evitare sforzi fisici intensi per almeno 48 ore.

La guarigione completa avviene nell’arco di 2-4 settimane, a seconda delle dimensioni della lesione e delle condizioni del paziente.

Possibili complicanze e follow-up

Le complicanze sono rare, ma possono includere infezioni post-operatorie, dolore persistente o difficoltà nella guarigione dell’osso

È quindi fondamentale seguire i controlli periodici per monitorare la guarigione e prevenire eventuali problematiche.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.