Riabilitazione post infarto: cosa prevede?

da | Apr 23, 2025 | Salute

La riabilitazione post infarto, o più propriamente cardiologia riabilitativa (CR), è un programma di trattamento progettato per aiutare le persone a recuperare la salute dopo un evento cardiaco come un infarto miocardico, ma anche a prevenire future malattie cardiovascolari

Come riportato nelle Linee guida nazionali su cardiologia riabilitativa e prevenzione secondaria delle malattie cardiovascolari, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito la riabilitazione cardiologica un processo multifattoriale, attivo e dinamico, che ha lo scopo di favorire la stabilità clinica, ridurre le disabilità causate dalla malattia e supportare il ritorno a un ruolo attivo nella società

Semplificando, la riabilitazione post infarto ha l’obiettivo di: 

  • ridurre il rischio di successivi eventi cardiovascolari
  • migliorare la qualità della vita;
  • incidere positivamente sulla sopravvivenza.

Attraverso un piano di trattamento individuale, la cardiologia riabilitativa include quindi interventi terapeutici per ridurre il rischio, programmi educazionali per cambiamenti nello stile di vita (come smettere di fumare e adottare una dieta appropriata), e un programma di attività fisica per ridurre le disabilità e migliorare la capacità funzionale. Non da sottovalutare, però, è anche l’obiettivo di favorire il reinserimento sociale e lavorativo

La riabilitazione post infarto non solo aiuta a recuperare la vita precedente, ma spesso porta ad adottare uno stile di vita più sano.

Le 3 fasi della riabilitazione cardiologica post infarto

Le fasi della riabilitazione cardiologica post infarto possono essere classificate in diverse modalità a seconda delle linee guida e dei documenti di riferimento, ma il modello classico e ampiamente riconosciuto prevede tre fasi.

Fase 1 (Fase Acuta): mobilizzazione precoce in ospedale

Questa fase si svolge durante la fase acuta della malattia, definita come infarto miocardico acuto (IMA), sindrome coronarica acuta, chirurgia cardiaca, angioplastica coronarica o instabilizzazione di scompenso cardiaco.

In sostanza, è la fase che avviene nel reparto ospedaliero specializzato subito dopo l’evento.

Gli elementi chiave di questa fase includono: 

  • la valutazione clinica;
  • la rassicurazione del paziente e dei familiari;
  • l’educazione-informazione sanitaria sulla malattia;
  • la correzione di pregiudizi sulle conseguenze della malattia;
  • la valutazione dei fattori di rischio;
  • la mobilizzazione precoce (alzarsi e camminare in uno spazio limitato);
  • un’adeguata pianificazione della dimissione.

È opportuno coinvolgere la famiglia fin da questa fase precoce, grazie all’intervento di infermieri addestrati in tecniche di “counseling”, che possono migliorare la conoscenza della malattia e contribuire a ridurre l’ansia e la depressione sia nel paziente che nei familiari.

Fase 2 (Fase Sub-Acuta): programmi strutturati di riabilitazione 

Questa fase tradizionalmente assume la forma di un programma strutturato di valutazione globale del rischio e di intervento complessivo. 

Si svolge dopo la dimissione dall’ospedale e può essere ambulatoriale o con permanenza in strutture adibite al recupero riabilitativo.

L’approccio dovrebbe essere personalizzato, adeguando l’offerta di servizi alle necessità specifiche del singolo individuo, e comprende: 

  • attività fisica in ambiente ospedaliero o ambulatoriale;
  • supporto educazionale e psicologico, con percorsi finalizzati a modificare gli specifici fattori di rischio.

Inoltre, un simile approccio dovrebbe includere:

  • un intervento informativo, educazionale e comportamentale per modificare credenze errate, incoraggiare la sospensione del fumo e il raggiungimento/mantenimento di un peso corporeo ideale attraverso una corretta alimentazione;
  • un programma di esercizio fisico finalizzato al ritorno al lavoro o ad attività non professionali. L’attività fisica aerobica è spesso svolta sotto controllo ECG per circa 8-12 settimane. Le sessioni comprendono riscaldamento, allenamento vero e proprio (almeno 20-45 minuti di attività come camminata, jogging, pedalata) e defaticamento;
  • l’impostazione di un programma a lungo termine con il supporto di un’équipe multidisciplinare che idealmente include cardiologo, psicologo, fisioterapista e dietologo. Questa fase mira a consolidare la guarigione e le condizioni psico-fisiche globali, migliorando la tolleranza allo sforzo e la resistenza alla fatica

Si riconosce sempre più che entrambi i componenti (attività fisica e supporto) possono essere sviluppati in modo sicuro ed efficace anche nell’ambito dell’assistenza primaria (MMG, attività distrettuali).

Fase 3: mantenimento a lungo termine

Questa fase include il mantenimento a lungo termine dell’attività fisica e del cambiamento nello stile di vita.

Le evidenze suggeriscono che entrambi devono essere perseguiti affinché i benefici siano mantenuti nel tempo.

La partecipazione a gruppi locali di supporto cardiaco (tipo Cardioclub) o di autosostegno, che comprendano attività fisica, potrebbe contribuire a mantenere uno stile di vita sano.

Nel lungo termine, la responsabilità principale del follow-up è del paziente ed è facilitata dal medico di medicina generale (MMG).

L’obiettivo generale è un’assistenza globale al cardiopatico per una migliore qualità della vita e un’efficace prevenzione di nuovi eventi cardiovascolari.

Quali sono gli obiettivi principali di un programma di riabilitazione cardiaca?

Come già accennato prima, gli obiettivi principali di un programma di riabilitazione cardiaca sono molteplici e mirano a un recupero completo e alla prevenzione di futuri eventi cardiovascolari.

Gli obiettivi a breve termine sono: 

  • il perseguimento della stabilità clinica;
  • la limitazione delle conseguenze fisiologiche e psicologiche della malattia cardiovascolare;
  • il miglioramento globale della capacità funzionale.

Nel medio e lungo termine, invece, gli obiettivi sono: 

  • la riduzione del rischio di successivi eventi cardiovascolari;
  • il ritardo nella progressione del processo aterosclerotico e della cardiopatia sottostante e del deterioramento clinico;
  • la riduzione della morbilità e della mortalità.

Cosa prevede la riabilitazione post infarto?

Abbiamo spiegato che la riabilitazione post infarto prevede un programma di trattamento personalizzato che mira al recupero fisico e psicologico del paziente, ma cosa vuol dire nel concreto? 

Quali sono gli interventi messi in campo, in genere? 

  • Valutazione clinica e strumentale iniziale e continua: consiste nel definire lo stato funzionale del cuore e il profilo di rischio del paziente. Questa valutazione avviene già nella fase ospedaliera (fase 1) e prosegue in quelle successive.
  • Mobilizzazione precoce: inizia durante la fase acuta (fase 1) e consiste nell’alzarsi e camminare in uno spazio limitato.
  • Attività fisica: prevede programmi personalizzati di esercizi aerobici (cyclette, tapis roulant, camminata, jogging, pedalata) ed esercizi a corpo libero in palestra. Viene svolta sotto controllo ECG, soprattutto nelle fasi iniziali. Ogni sessione include riscaldamento, allenamento (20-45 minuti) e defaticamento (5-10 minuti). L’intensità dell’esercizio viene monitorata e regolata.
  • Educazione Sanitaria: 
    • sessioni individuali o di gruppo per informare sulla malattia, i fattori di rischio e l’importanza dell’aderenza alla terapia farmacologica;
    • informazioni sulle modifiche dello stile di vita (alimentazione corretta, cessazione del fumo, gestione del peso); 
    • correzione di pregiudizi sulla malattia e le sue conseguenze;
    • educazione alla gestione dell’allenamento, al controllo dei parametri vitali e al riconoscimento dei sintomi.
  • Supporto psicologico, con interventi per gestire ansia, depressione e stress e screening all’inizio della riabilitazione e a 6-12 mesi dall’evento acuto.
  • Consulenza dietetica e nutrizionale, per:
    • facilitare scelte alimentari equilibrate;
    • aiutare a raggiungere o mantenere un peso corporeo ideale;
    • addestramento all’automonitoraggio alimentare.
  • Ottimizzazione della terapia farmacologica: 
    • revisione e adeguamento dei farmaci prescritti per la prevenzione secondaria (antiaggreganti, betabloccanti, statine, ACE-inibitori/sartani);
    • aderenza alla terapia farmacologica per ridurre il rischio di reinfarto;
    • valutazione e gestione delle comorbilità.
  • Interventi di mantenimento a lungo termine:
    • mantenimento dell’attività fisica e dei cambiamenti nello stile di vita;
    • partecipazione a gruppi di supporto cardiaco o attività fisiche in palestra o centri ricreativi;
    • personalizzazione dei programmi di esercizio fisico;
    • ritorno agli sport praticati in precedenza (con valutazione del cardiologo per attività intense).
  • Intervento educazionale su paziente e caregiver, con coinvolgimento della famiglia fin dalla fase precoce.
  • Smettere di fumare, con supporto farmacologico, psicologico e socio-sanitario, e indicazione di centri antifumo.
  • Gestione del peso corporeo, con interventi specifici per raggiungere o mantenere un peso sano.
  • Gestione della dislipidemia, con interventi mirati al controllo dei livelli lipidici (colesterolo, trigliceridi) nel sangue.
  • Controllo e gestione della pressione arteriosa.
  • Supporto per affrontare gli aspetti emotivi e sociali della malattia.
  • Insegnare tecniche per ridurre lo stress emotivo.
  • Attivazione della continuità assistenziale: prevede il raccordo con il medico di medicina generale (MMG) per la presa in carico a lungo termine e trasmissione dei dati clinico-riabilitativi.

Queste azioni vengono adattate alle specifiche esigenze e condizioni di ogni paziente, tenendo conto della gravità dell’infarto, delle comorbilità e dello stato funzionale. 

La riabilitazione può svolgersi in diverse fasi e setting (ospedaliero, ambulatoriale, domiciliare) a seconda del rischio e della stabilità del paziente.

Domande frequenti (FAQ)

Cos’è esattamente la riabilitazione post infarto? 

La riabilitazione post infarto, o cardiologia riabilitativa (CR), è un programma di trattamento volto a recuperare la salute e prevenire future malattie cardiovascolari dopo un infarto. Integra il recupero della capacità funzionale globale con la prevenzione secondaria. Mira a ridurre la disabilità conseguente alla malattia e a supportare il ritorno a una vita attiva. Questo percorso personalizzato può includere medici, fisioterapisti, dietisti e psicologi, oltre a educazione sanitaria e adozione di uno stile di vita sano.

Chi ha bisogno di fare riabilitazione dopo un infarto? 

La CR è raccomandata dopo un infarto miocardico acuto (IMA) o una rivascolarizzazione coronarica. È indicata anche per pazienti con angina o scompenso cardiaco. In pratica, tutti i pazienti post-acuti, salvo quelli con indicazione a CR degenziale o successivamente ad essa, possono beneficiare della CR. Anche pazienti anziani e donne dovrebbero essere inclusi nei programmi di riabilitazione.

Dove posso fare la riabilitazione cardiologica dopo l’infarto? 

La CR può essere effettuata in regime di degenza o in ambulatorio, in base alla gravità dell’evento. Esistono diversi livelli di assistenza: intensiva degenziale per pazienti a medio-alto rischio, intensiva ambulatoriale per pazienti a basso rischio ma clinicamente stabili, e di mantenimento a lungo termine nel territorio (palestre, club coronarici). In alcune realtà è disponibile anche la riabilitazione domiciliare.

Quanto tempo dura un programma di riabilitazione post infarto? 

La maggior parte dei programmi ambulatoriali consiste in sessioni di circa un’ora, per 8-12 settimane. La CR intensiva degenziale può durare 2-6 settimane per il ricovero ordinario e 4-8 settimane per l’accesso in day-hospital. È fondamentale il mantenimento a lungo termine dell’attività fisica e del cambiamento nello stile di vita.

Cosa si fa durante le sedute di riabilitazione? 

Le sedute includono attività fisica aerobica (camminata, jogging, pedalata) sotto controllo ECG. Ogni sessione comprende riscaldamento, allenamento vero e proprio e defaticamento. Il percorso prevede una valutazione clinica e strumentale, educazione sanitaria sulla malattia e sui fattori di rischio, un programma personalizzato di training fisico, counseling su dieta e nutrizione, e supporto psicologico.

L’attività fisica durante la riabilitazione è pericolosa dopo un infarto? 

I programmi strutturati di CR sono controllati dai clinici e supervisionati. La sicurezza e i benefici di programmi supervisionati di training fisico di moderata intensità sono stati ampiamente studiati e confermati. Un paziente con un infarto non complicato può iniziare il programma in maniera sicura anche una settimana dopo l’evento. La stratificazione del rischio basata su dati clinici è sufficiente per pazienti a rischio basso o moderato che svolgono esercizio fisico di bassa o moderata intensità.

Devo seguire una dieta particolare durante la riabilitazione? 

Sì, è fondamentale seguire una dieta sana e corretta. La CR include consulenza dietetica e nutrizionale per facilitare scelte alimentari equilibrate. Spesso si raccomanda la dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, pesce e povera di grassi saturi e zuccheri processati.

Come posso smettere di fumare dopo un infarto? 

Smettere di fumare è un obiettivo prioritario. La CR dovrebbe offrire un percorso per smettere di fumare, con brevi consigli di supporto regolarmente rinforzati e, se necessario, terapia di sostituzione della nicotina. È importante rivolgersi al medico curante per ricevere l’aiuto necessario e considerare i centri antifumo.

La riabilitazione post infarto mi aiuterà a tornare alla vita di prima? 

Nella maggior parte dei casi, si può ritornare a fare le stesse attività che si facevano prima dell’infarto. Anzi, spesso l’evento cardiaco porta a correggere lo stile di vita in positivo. La CR mira a migliorare globalmente la capacità funzionale e a favorire il reinserimento sociale e lavorativo.

Cosa succede se non faccio la riabilitazione dopo un infarto? 

La mancata aderenza alla terapia di prevenzione secondaria e a stili di vita corretti può vanificare buona parte dei risultati raggiunti. La riabilitazione post-infartuale è efficace e può ridurre di circa il 25% la mortalità successiva. Non intraprenderla può aumentare il rischio di reinfarto e peggiorare la prognosi.

Il medico curante è coinvolto nel percorso di riabilitazione? 

È auspicabile un buon livello di comunicazione tra lo staff riabilitativo, il paziente e il MMG (Medico di Medicina Generale). Al termine del programma intensivo, le strutture di CR dovrebbero rapportarsi con i MMG per un’adeguata presa in carico del paziente dimesso, trasmettendo dati clinico-riabilitativi e obiettivi di prevenzione a lungo termine. La responsabilità principale del follow-up a lungo termine è del paziente, facilitata dal MMG.

Posso fare attività fisica da solo dopo aver finito il programma di riabilitazione? 

Sì, una volta terminato il programma intensivo, è importante mantenere un adeguato livello di attività fisica a lungo termine. Alcuni pazienti possono personalizzare i programmi, tornare agli sport precedenti, unirsi a gruppi di autosostegno o seguire programmi domiciliari. L’esercizio fisico di intensità bassa o moderata per pazienti a basso o moderato rischio può essere eseguito in sicurezza anche a casa o nella comunità.

Cosa posso fare per mantenere i benefici della riabilitazione a lungo termine? 

Per mantenere i benefici, è cruciale perseguire il mantenimento a lungo termine dell’attività fisica e del cambiamento nello stile di vita, insieme a un’appropriata terapia farmacologica di prevenzione secondaria. Partecipare a gruppi di supporto cardiaco locali può contribuire a mantenere l’attività fisica e uno stile di vita sano. È fondamentale seguire scrupolosamente la terapia farmacologica concordata e controllare i fattori di rischio.

Chi ha avuto un infarto può fare l’amore?

Sì, chi ha avuto un infarto può tornare ad avere rapporti sessuali, e questo aspetto dovrebbe essere affrontato durante la riabilitazione cardiologica. Le linee guida nazionali su cardiologia riabilitativa e preventiva raccomandano che lo staff si occupi della valutazione dell’attività sessuale e fornisca un counseling specifico ai pazienti che partecipano ai programmi di riabilitazione cardiologica. Questo implica che il ritorno all’attività sessuale è considerato una parte importante del recupero e della qualità della vita dopo un evento cardiaco.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.