Siamo soliti associare il termine chemioterapia alla cura contro il cancro, ed è senz’altro vero, eppure questa parola ha in realtà un significato più ampio.
Come specifica la AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica in un opuscolo dal titolo “Chemioterapia – 100 Domande 100 Risposte”, la parola “chemioterapia” originariamente si riferisce a qualsiasi trattamento terapeutico che utilizza sostanze chimiche.
Il termine fu infatti coniato da Paul Ehrlich all’inizio del 1900 per indicare la terapia medica che utilizza composti chimici a scopo antimicrobico.
In modo più specifico, si riferisce ai farmaci progettati per eliminare gli agenti responsabili delle malattie, inclusi gli antivirali e gli antibiotici che mirano a eliminare i batteri (conosciuta come chemioterapia antimicrobica). Tuttavia, nel linguaggio comune, il termine è comunemente associato alle terapie farmacologiche utilizzate per trattare il cancro (note come chemioterapia antineoplastica).
Si tratta di una terapia ormai ampiamente diffusa nella pratica medica, che può salvare la vita di un paziente oncologico. Ciò nonostante, non è priva di effetti collaterali.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è e come funziona la chemioterapia, quali sono le sue applicazioni e quali gli effetti collaterali più comuni.
Di cosa parliamo in questo articolo
- Cos’è la chemioterapia (antineoplastica)
- Tipi di chemioterapia
- Come funziona?
- A cosa serve la chemioterapia?
- Cosa sono i cicli di chemioterapia?
- Come vengono somministrati i farmaci chemioterapici?
- Bisogna andare in ospedale per i cicli di chemioterapia?
- Quali sono gli effetti collaterali?
- Gli effetti collaterali sono permanenti?
- Ma la chemioterapia fa male?
Cos’è la chemioterapia (antineoplastica)
In ambito oncologico, la chemioterapia è un trattamento medico, utilizzato principalmente per combattere il cancro, basato sull’uso di farmaci chimici, detti citotossici o antiblastici, che interferiscono con la crescita e la divisione delle cellule tumorali.
Semplificando, impediscono alle cellule tumorali di diffondersi, uccidendole.
Questi farmaci possono essere somministrati per via orale, tramite iniezioni intramuscolari o intravenose, o anche attraverso altri metodi specifici a seconda del tipo di cancro e delle esigenze del paziente.
L’obiettivo della chemioterapia è quello di distruggere le cellule tumorali nel corpo, rallentare la loro crescita o impedire che si diffondano in altre parti del corpo, riducendo così le dimensioni del tumore o eliminandolo completamente.
È importante sottolineare che il piano di chemioterapia viene personalizzato per ogni paziente in base al tipo di cancro, allo stadio della malattia, alla salute generale del paziente e ad altri fattori.
Tipi di chemioterapia
Esistono diversi tipi di chemioterapia, ognuno dei quali può essere utilizzato in base al tipo di cancro, allo stadio della malattia e alle esigenze specifiche del paziente.
I principali sono i seguenti:
- terapia adiuvante – viene eseguita dopo interventi chirurgici o radioterapia per eliminare eventuali cellule tumorali rimanenti e ridurre il rischio di recidive;
- terapia neoadiuvante – al contrario della chemioterapia adiuvante, quella neoadiuvante viene somministrata prima dell’intervento chirurgico o della radioterapia per ridurre le dimensioni del tumore e facilitare la rimozione chirurgica;
- terapia palliativa – viene utilizzata per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita nei pazienti con cancro avanzato che non può essere completamente curato. L’obiettivo è di ridurre le dimensioni del tumore e rallentare la progressione della malattia;
- terapia locale – prevede l’applicazione diretta di agenti chemioterapici sulla zona interessata, come il lavaggio della cavità addominale con agenti chemioterapici durante un intervento chirurgico o l’uso di chemioterapia intravescicale per il trattamento del cancro della vescica;
- chemioterapia ad alte dosi con trapianto di cellule staminali – prevede l’uso di dosi molto elevate di chemioterapia per distruggere le cellule tumorali, seguite dal trapianto di cellule staminali per ripristinare il midollo osseo danneggiato dalla terapia.
Ogni tipo di chemioterapia ha vantaggi e limitazioni, e la scelta del trattamento dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di cancro, lo stadio della malattia, la salute generale del paziente e le preferenze personali.
La decisione viene presa in collaborazione con un team medico specializzato che valuta attentamente tutti questi fattori per garantire il miglior risultato possibile per il paziente.
Come funziona?
La chemioterapia funziona interferendo con la capacità delle cellule tumorali di crescere e dividersi. Questo processo coinvolge l’uso di farmaci specifici in grado di agire in diversi modi per danneggiare o uccidere le cellule tumorali.
I principali meccanismi d’azione della chemioterapia includono:
- inibizione della divisione cellulare – molti agenti chemioterapici interferiscono con il processo di divisione cellulare, bloccando la replicazione del DNA o impedendo la formazione di strutture cellulari vitali durante la divisione cellulare. Questo può rallentare o fermare la crescita delle cellule tumorali;
- induzione della morte cellulare programmata (apoptosi) – alcuni agenti chemioterapici possono attivare segnali cellulari che portano alla morte programmata delle cellule tumorali, nota come apoptosi. Questo meccanismo consente al corpo di eliminare le cellule danneggiate o non funzionali, inclusi i tumori;
- interferenza con il metabolismo cellulare – alcuni farmaci chemioterapici agiscono interferendo con i processi metabolici all’interno delle cellule tumorali, compromettendo la loro capacità di ottenere energia e sostenere la crescita e la sopravvivenza;
- danno al DNA – alcuni agenti chemioterapici causano danni al DNA delle cellule tumorali, impedendo loro di riparare correttamente i danni e causando la morte cellulare.
Una volta somministrati, questi farmaci circolano nel flusso sanguigno e possono raggiungere le cellule tumorali in tutto il corpo. Per questo motivo viene definita una terapia sistemica.
A cosa serve la chemioterapia?
Come accennato, la chemioterapia serve principalmente a trattare il cancro, una malattia caratterizzata dalla crescita e dalla divisione incontrollata delle cellule nel corpo.
Gli agenti chemioterapici, ovvero i farmaci impiegati in questa procedura, sono progettati per ostacolare la capacità delle cellule tumorali di crescere e dividersi, rallentando così la progressione della malattia o causandone la regressione.
Ma perché ci si sottopone alla chemioterapia? A cosa serve, nello specifico? Le principali finalità sono le seguenti.
- Curare il cancro: in alcuni casi, la chemioterapia può essere utilizzata come trattamento primario per curare il cancro; questo è particolarmente vero per alcuni tipi di leucemia e linfomi, dove la chemioterapia può eliminare completamente le cellule tumorali.
- Ridurre le dimensioni del tumore: nei casi in cui il cancro è localizzato ma non può essere completamente rimosso mediante chirurgia, la chemioterapia può essere utilizzata per ridurre le dimensioni del tumore prima di un intervento chirurgico, rendendolo più facilmente asportabile.
- Prevenire la diffusione del cancro: la chemioterapia può essere impiegata per prevenire la diffusione del cancro o le metastasi in altre parti del corpo; è particolarmente importante in casi in cui il tumore ha un alto rischio di diffondersi o in presenza di micrometastasi non rilevabili.
- Alleviare i sintomi: nei casi in cui il cancro è avanzato e non può essere completamente curato, la chemioterapia può essere utilizzata come trattamento palliativo per ridurre le dimensioni del tumore, alleviare i sintomi come il dolore e migliorare la qualità della vita del paziente.
In generale, la chemioterapia può essere utilizzata da sola o in combinazione con altri trattamenti come la chirurgia e la radioterapia, a seconda delle specifiche esigenze del paziente e del tipo di cancro.
Tuttavia, è importante notare che la chemioterapia può causare effetti collaterali significativi, e il suo utilizzo è sempre valutato attentamente da un team medico specializzato per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi per il paziente.
Cosa sono i cicli di chemioterapia?
Quando si parla di questo tipo di trattamento si fa sempre riferimento ai cosiddetti “cicli di chemioterapia”, ma cosa sono?
Si riferiscono al modo in cui la chemioterapia viene somministrata nel corso del tempo. Un ciclo di chemioterapia è costituito da un periodo di trattamento seguito da un periodo di riposo, che in genere va dai 7 ai 28 giorni o più.
Questo ciclo può essere ripetuto più volte durante il corso del trattamento, a seconda delle esigenze del paziente e del tipo di cancro.
In media, la fase di trattamento dura dai tre ai sei mesi, durante i quali si possono effettuare da tre-quattro a sei-otto cicli di chemioterapia.
Come accennato, il ciclo è composto da una fase di trattamento e una di riposo.
Durante il periodo di trattamento, al paziente vengono somministrati i farmaci secondo il regime prescritto dal medico. Questo può coinvolgere una serie di dosaggi somministrati in un singolo giorno o una serie di giorni consecutivi, a seconda del protocollo di trattamento. Il periodo di trattamento può variare da pochi giorni a diverse settimane.
Dopo il periodo di trattamento, il paziente entra in un periodo di riposo durante il quale il corpo ha il tempo di recuperare dai potenziali effetti collaterali della chemioterapia. Durante questa fase, il paziente può non ricevere alcun trattamento o può ricevere farmaci di supporto per gestire i sintomi, come la nausea o la debolezza.
Il numero di cicli di chemioterapia necessari dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di cancro, lo stadio della malattia, la risposta del paziente al trattamento e gli obiettivi terapeutici. In generale, i cicli di chemioterapia vengono ripetuti più volte nel corso del trattamento per ottenere i massimi benefici terapeutici.
Ad esempio, un paziente potrebbe ricevere una serie di cicli di chemioterapia, seguiti da una valutazione per monitorare la risposta al trattamento e apportare eventuali modifiche al piano di trattamento in base ai risultati ottenuti. Questo approccio permette al medico di adattare il trattamento alle esigenze specifiche del paziente e di massimizzare i benefici terapeutici mentre si riducono al minimo gli effetti collaterali.
Come vengono somministrati i farmaci chemioterapici?
I farmaci chemioterapici possono essere somministrati in diversi modi, a seconda delle esigenze del paziente e del tipo di cancro.
I metodi più comuni di somministrazione sono:
- via endovenosa (IV) – il farmaco viene diluito in una soluzione sterile e somministrato direttamente in una vena attraverso un ago, un catetere, una pompa per infusione o infusione continua. Questo consente al farmaco di entrare rapidamente nel flusso sanguigno e raggiungere le cellule tumorali in tutto il corpo;
- somministrazione orale – alcuni farmaci chemioterapici possono essere assunti per via orale sotto forma di compresse, capsule o liquidi. Questo metodo di somministrazione offre maggiore comodità al paziente e può essere somministrato a casa. Tuttavia, alcuni farmaci possono avere requisiti specifici per l’assunzione, come il digiuno o l’assunzione con cibo;
- iniezioni intramuscolari (IM) – questo metodo comporta l’iniezione del farmaco direttamente nel tessuto muscolare, dove viene gradualmente assorbito nel flusso sanguigno;
- iniezioni sottocutanee (SC) – questo metodo prevede l’iniezione del farmaco nello spazio tra la pelle e il tessuto sottocutaneo, e può essere utilizzato per farmaci che richiedono un assorbimento più lento nel flusso sanguigno;
- applicazione locale – in alcuni casi, la chemioterapia può essere somministrata direttamente sulla zona interessata, come illustrato prima.
Il metodo di somministrazione dipende dal tipo di farmaco, dalle esigenze specifiche del paziente e dal tipo di cancro. Il medico oncologo lavorerà con il paziente per determinare il metodo più appropriato e sicuro per somministrare la chemioterapia nel contesto del piano di trattamento complessivo.
Bisogna andare in ospedale per i cicli di chemioterapia?
La necessità di recarsi in ospedale per i cicli di chemioterapia dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di chemioterapia, il protocollo di trattamento prescritto e le risorse disponibili nella struttura sanitaria locale.
In molti casi, può essere somministrata in regime ambulatoriale, ad esempio in day hospital, quindi il paziente non è ricoverato in ospedale durante il trattamento. Molte strutture sanitarie offrono servizi di chemioterapia ambulatoriale presso cliniche o centri di trattamento specializzati. Durante le sessioni di chemioterapia ambulatoriale, il paziente viene solitamente monitorato da personale medico e infermieristico specializzato.
In alcuni casi, però, può essere necessario un ricovero ospedaliero, soprattutto se il trattamento prevede dosaggi molto elevati di farmaci chemioterapici, se il paziente presenta complicazioni che richiedono un monitoraggio più intensivo o un trattamento in ambiente ospedaliero, o se ha difficoltà a gestire gli effetti collaterali della chemioterapia a casa.
Alcune forme di chemioterapia, come le applicazioni locali dirette o le terapie specifiche, possono richiedere la presenza del paziente in ospedale o in un centro medico specializzato per la somministrazione del trattamento da parte di personale sanitario qualificato.
Infine, esiste la possibilità di assumere i farmaci a domicilio, per via orale. In questi casi, però, potrebbe essere necessario effettuare almeno la prima somministrazione in ospedale, in presenza del personale medico.
La decisione su dove ricevere i cicli di chemioterapia dipende dalle esigenze specifiche del paziente, dal tipo di cancro, dal protocollo di trattamento e dalle risorse disponibili nella struttura sanitaria locale. Il medico oncologo lavorerà con il paziente per determinare il luogo e il tipo di chemioterapia più appropriati per il suo caso.
Quali sono gli effetti collaterali?
Abbiamo più volte sottolineato il fatto che la chemioterapia provoca diversi effetti collaterali, alcuni lievi, altri più gravi e invalidanti, che possono variare notevolmente da persona a persona e dipendono da diversi fattori, tra cui il tipo di chemioterapia, il dosaggio dei farmaci, la durata del trattamento, lo stato di salute generale del paziente e la sua capacità di tollerare i farmaci.
Alcuni dei principali effetti collaterali sono i seguenti.
- Nausea e vomito: questo è uno degli effetti collaterali più comuni e può verificarsi poco dopo il trattamento o in alcuni casi ritardarsi di diverse ore o giorni; esistono farmaci antiemetici (antinausea) che possono essere somministrati prima o dopo la chemioterapia per prevenire o ridurre questi sintomi.
- Perdita di capelli (alopecia): molte persone sperimentano perdita di capelli su tutto il corpo, compreso il cuoio capelluto, le sopracciglia, le ciglia e il resto del corpo; la perdita di capelli può essere temporanea, e tendono a ricrescere dopo il termine del trattamento.
- Affaticamento: può causare una sensazione generale di stanchezza e affaticamento, che può persistere per diversi giorni o settimane dopo il trattamento; il riposo adeguato e l’esercizio fisico leggero possono aiutare a gestire questo sintomo.
- Immunosoppressione: può indebolire il sistema immunitario, rendendo il paziente più suscettibile alle infezioni; è importante prendere precauzioni per evitarle, come lavarsi frequentemente le mani ed evitare il contatto con persone malate.
- Anemia: alcuni farmaci chemioterapici possono causare un calo dei globuli rossi nel sangue, provocando anemia; questo può causare stanchezza, debolezza e respiro corto. In alcuni casi, possono essere necessarie trasfusioni di sangue o farmaci per trattare l’anemia.
- Mucosite: può danneggiare le cellule della mucosa nel tratto gastrointestinale, causando irritazione e ulcere nella bocca e nella gola (mucosite) e nel tratto digestivo; questo può causare dolore, difficoltà a mangiare e aumentare il rischio di infezioni.
Altri effetti collaterali possibili includono perdita di appetito, cambiamenti nel gusto o nell’odore degli alimenti, problemi di memoria o concentrazione (cosiddetto “chemo brain”), neuropatia periferica (danni ai nervi che causano intorpidimento, formicolio o dolore nelle mani e nei piedi), problemi di fertilità e cambiamenti nella pelle e nelle unghie.
È importante discutere con il medico oncologo gli effetti collaterali specifici associati al piano di trattamento individuale e sviluppare strategie per gestirli.
Gli effetti collaterali sono permanenti?
La maggior parte degli effetti collaterali della chemioterapia sono temporanei e scompaiono una volta terminato il trattamento. Tuttavia, alcuni effetti collaterali possono essere persistenti o a lungo termine, mentre altri possono manifestarsi solo dopo diversi mesi o anni dal completamento del trattamento.
Per questo motivo, gli effetti collaterali si dividono in tre categorie:
- temporanei – sintomi come nausea, perdita di capelli, affaticamento e problemi gastrointestinali, tendono a scomparire dopo il termine del trattamento o nel periodo di recupero successivo;
- a lungo termine – alcuni effetti collaterali possono persistere per mesi o anni dopo il termine del trattamento. Ad esempio, la neuropatia periferica (danni ai nervi) può causare formicolio, intorpidimento o dolore nelle mani e nei piedi, e può persistere anche dopo che il trattamento è terminato;
- tardivi – alcuni farmaci chemioterapici possono aumentare il rischio di sviluppare altre condizioni mediche a lungo termine, come problemi cardiaci, danni ai reni, problemi di fertilità, o sviluppare un secondo cancro.
In molti casi, il corpo ha la capacità di rigenerarsi e recuperare dalle tossicità della chemioterapia nel corso del tempo. Tuttavia, è importante seguire le indicazioni del medico e fare controlli regolari per monitorare eventuali effetti collaterali persistenti o nuovi che possono svilupparsi nel corso del tempo.
È importante, inoltre, discutere con il medico oncologo gli effetti collaterali specifici associati al piano di trattamento individuale e sviluppare strategie per gestirli. In alcuni casi, possono essere disponibili trattamenti o terapie di supporto per ridurre l’impatto degli effetti collaterali a lungo termine sulla qualità della vita del paziente.
Ma la chemioterapia fa male?
I pazienti oncologici sono notoriamente spaventati dal doversi sottoporre a cicli di chemioterapia, principalmente per paura degli effetti collaterali.
È una paura più che comprensibile, anche perché affrontare un tumore spaventa, ma è importante evitare di pensare che la chemioterapia faccia male e ricordarsi che il suo obiettivo principale è trattare il cancro e migliorare la salute del paziente.
Certo, gli effetti della terapia sul corpo possono essere anche molto pesanti, ma esistono farmaci per provare a gestirli al meglio e, in ogni caso, oggi si basa su agenti più efficaci e meno tossici rispetto a quelli utilizzati fino ad alcuni anni fa, ma anche più mirati.
In ogni caso, se il medico decide di sottoporre il paziente alla chemioterapia vuol dire che il rapporto rischi/benefici è in attivo, per questo motivo è importantissimo avere un dialogo onesto e diretto con il proprio oncologo.
Per approfondire, lasciamo di seguito alcune fonti utili e autorevoli:
- AIRC;
- La chemioterapia fa male?, AIRC;
- Vademecum di terapia oncologica, realizzato con il patrocinio di Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie;
- La Chemioterapia, Aimac – Associazione Italiana Malati di Cancro.