Come si manifesta il tumore all’utero

da | Feb 14, 2022 | Salute

Secondo quanto evidenziato dal rapporto “I numeri del cancro in Italia 2023”, realizzato da AIOM e AIRTUM, nella popolazione femminile il tumore della mammella rappresenta la patologia neoplastica a più alta prevalenza, con circa 55.900 nuove diagnosi stimate nel 2023. Le altre sedi sono il colon-retto, la tiroide e il tumore all’utero (endometrio/corpo dell’utero).

In merito a quest’ultimo, la quasi totalità delle diagnosi di tumore all’utero colpiscono l’endometrio, frequenti nelle donne in menopausa e over 50. 

Data la sua diffusione, il Fondo di assistenza sanitaria integrativa Enfea Salute provvede, nell’ambito della Prevenzione delle patologie oncologiche genitali femminili e mammarie, al pagamento delle seguenti prestazioni:

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire quali sono i fattori di rischio e come si manifesta il tumore all’utero. 

I numeri del tumore all’utero

Come accennato prima, la quasi totalità delle diagnosi di tumore all’utero riguardano l’endometrio, lo strato di rivestimento interno del corpo uterino. In questi casi si parla, infatti, di carcinoma endometriale.

Il carcinoma endometriale è tra i più frequenti tumori femminili e l’unica tra le neoplasie ginecologiche con incidenza e mortalità in aumento.

tumore all'utero endometrio

Secondo i dati presenti nel succitato rapporto, nel 2023 sono stati stimati 10.200 nuovi casi (pari al 5,5% di tutti i tumori femminil), configurandosi così come la terza neoplasia più frequente nelle donne nella fascia di età 50-69 anni.

Grazie alla manifestazione precoce di alcuni sintomi specifici, che approfondiremo più avanti nel corso dell’articolo, questo tumore viene quasi sempre diagnosticato in una fase iniziale della malattia, rendendo più efficace il trattamento. 

Nel rapporto “I numeri del cancro in Italia 2023” si legge quanto segue:

La precocità del sintomo fa in modo che l’80% dei tumori endometriali sia diagnosticato quando la lesione è ancora confinata all’utero.

Da questo punto di vista i dati sono abbastanza confortanti. Infatti, il tasso di sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è pari al 79%, mentre la probabilità di vivere ulteriori 4 anni condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi si attesta all’86%

Quali sono i principali fattori di rischio

Come illustrato, il carcinoma endometriale è la forma di tumore all’utero più diffusa, ed è tra i più frequenti tumori femminili. 

I principali fattori di rischio sono: 

  • età: questa forma tumorale è tipica nella fascia di età 50-70 anni;
  • nulliparità, ovvero il non aver mai avuto figli;
  • menopausa tardiva;
  • obesità;
  • diabete;
  • ipertensione
  • terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni non adeguatamente controbilanciata dal progestinico.

In merito a quest’ultimo punto è opportuno aggiungere qualche considerazione. Infatti, come riportato anche sul sito dell’AIRC, gli estrogeni sembrano essere la causa principale dei tumori endometriali, soprattutto quando la TOS che si segue in menopausa non prevede anche una adeguata somministrazione di un altro ormone, il progesterone, che svolge un ruolo opposto rispetto agli estrogeni, contribuendo a controbilanciarne gli effetti collaterali. 

“In passato, infatti, l’utilizzo di terapie ormonali a base di soli estrogeni, somministrate per contenere i comuni disturbi della menopausa, ha causato un picco di incidenza del tumore dell’endometrio.”

Quali sono i sintomi del tumore all’utero?

Nel paragrafo precedente abbiamo spiegato che il tumore all’utero, e più precisamente il carcinoma endometriale, viene individuato spesso in una fase precoce grazie alla comparsa di sintomi molto evidenti da subito.

Il sintomo d’esordio della malattia è rappresentato dal sanguinamento uterino anomalo.

Cosa vuol dire anomalo? 

  • sanguinamento dopo la menopausa, quando non è più presente il normale ciclo mestruale;
  • sanguinamento tra due periodi mestruali;
  • cicli irregolari, abbondanti o più lunghi del normale.

Altri sintomi segnalati dall’AIRC sono: 

  • perdite vaginali anomale maleodoranti;
  • dolori nella zona pelvica o nella zona lombare;
  • perdita di peso non legata a una dieta dimagrante.

Il sanguinamento anomalo, a differenza dei dolori o della perdita di peso, è difficilmente fraintendibile, per questo i tumori all’utero vengono diagnosticati rapidamente

Come si effettua la diagnosi

La diagnosi del tumore all’utero viene eseguita già attraverso un semplice esame ecografico transvaginale, ma l’esame diagnostico d’elezione è rappresentato dall’isteroscopia, che consente anche di eseguire biopsie mirate dei tessuti interessati. 

Questo esame viene eseguito in ambiente ambulatoriale. 

Altri esami che potrebbero essere utili sono: 

  • esami del sangue;
  • test di funzionalità renale ed epatica;
  • radiografia toracica;
  • elettrocardiogramma.

A volte si scopre la presenza di un tumore in seguito a un Pap Test, i cui risultati appaiono anomali. 

In alcuni casi, il/la ginecologo/a potrebbe prescrivere anche il dosaggio di un marcatore tumorale, il CA 125, che non a caso rientra tra gli esami ematochimici coperti dal piano sanitario di Enfea Salute

Per valutare la diffusione del tumore nel corpo della paziente, si segue una classificazione in 4 stadi: 

  • Stadio I: il tumore interessa solo la parte alta dell’utero, non la parte bassa (cervice);
  • Stadio II: il tumore ha intaccato la cervice;
  • Stadio III: il tumore si è diffuso ai tessuti adiacenti, alla vagina o ai linfonodi;
  • Stadio IV: il tumore ha intaccato la vescica e/o l’intestino oppure gli organi distanti.

Com’è facile intuire, lo stadio al quale si trova il tumore influenza il tipo di trattamento da eseguire, le probabilità di sopravvivenza e il rischio di recidiva. Meno esteso è il tumore, maggiori saranno le chance di superarlo. 

Come si cura il tumore all’utero

Il trattamento standard del tumore dell’endometrio è rappresentato dalla chirurgia, optando per tre soluzioni: 

  • chirurgia a cielo aperto, con incisione nell’addome;
  • chirurgia laparoscopica, meno invasiva;
  • chirurgia vaginale.

L’obiettivo è eseguire una isterectomia (subtotale, totale o radicale a seconda della gravità del tumore), ovvero l’asportazione intera dell’utero e, di solito, anche dei linfonodi vicini. Se il tumore è confinato solo nell’utero, e non ha intaccato altre superfici, può essere sufficiente analizzare il linfonodo sentinella.  

La rimozione chirurgica dell’utero comporta la perdita della fertilità della donna e l’inizio della menopausa

In base allo stadio in cui viene diagnosticata la malattia, e al tasso di recidiva, in seguito all’intervento chirurgico potrebbe essere prescritto anche un trattamento chemioterapico e/o radioterapico

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.