Il tumore alla mammella può diffondersi nel nostro organismo e riprodursi, andando ad attaccare altri organi o tessuti.
Affinché questo accada, deve attraversare i vasi sanguigni e le vie linfatiche, più precisamente i linfonodi dell’ascella.
Gli studi hanno dimostrato che il tumore al seno segue un percorso alquanto standardizzato, attraversando questi linfonodi dell’ascella per poi passare, eventualmente, al resto del corpo.
Il primo linfonodo che incontra lungo il suo percorso si chiama, appunto, linfonodo sentinella, proprio perché rappresenta una sorta di campanello d’allarme della presenza di metastasi in altri punti del corpo.
Come si legge sul sito della Scuola Italiana di Senologia:
“per questa ragione sapere se la malattia abbia o meno interessato questi linfonodi è importante per poter pianificare al meglio i programmi di cura.”
Ecco perché, rispetto al passato, non si procede subito all’asportazione chirurgica dell’intero cavo ascellare, per poi eseguire una biopsia, ma si inizia dal linfonodo sentinella.
Ma cosa sono i linfonodi, a cosa serve il linfonodo sentinella, perché è così importante analizzarlo e come si esegue la biopsia?
Approfondiamo insieme.
Di cosa parliamo in questo articolo
Cosa sono i linfonodi?
I linfonodi sono piccoli organi rotondi che fanno parte del sistema linfatico del corpo, che a sua volta fa parte del sistema immunitario, collegati tra di loro dai vasi linfatici.
Si tratta, essenzialmente, di una rete di vasi e organi che contiene, appunto, la linfa, un fluido chiaro che trasporta i globuli bianchi che combattono le infezioni, nonché liquidi e prodotti di scarto dalle cellule e dai tessuti del corpo.
Gruppi di linfonodi si trovano nel collo, nelle ascelle, nel torace, nell’addome e nell’inguine.
I linfonodi intrappolano batteri e virus, così come alcune cellule danneggiate e anormali, aiutando il sistema immunitario a combattere le malattie, ma molti tipi di cancro si diffondono attraverso il sistema linfatico, che trasporta cellule tumorali staccatesi dal tumore principale.
Uno dei primi siti di diffusione di questi tumori sono i linfonodi vicini; nel caso del tumore alla mammella, il primo linfonodo ad essere coinvolto è il linfonodo sentinella.
Cos’è il linfonodo sentinella
Come accennato, il linfonodo sentinella è un linfonodo posizionato all’interno del cavo ascellare, ed è il primo ad essere coinvolto dal passaggio di cellule tumorali provenienti da un tumore alla mammella.
Quando si diagnostica un tumore, è importantissimo verificare se sono già presenti nel corpo delle metastasi, ovvero delle cellule tumorali derivanti da un tumore originato in una posizione differente rispetto a quella nella quale vengono individuate.
In caso di cancro alla mammella, si procede alla biopsia del linfonodo sentinella.
Vediamo in cosa consiste e come si esegue.
A cosa serve la biopsia del linfonodo sentinella
Una biopsia del linfonodo sentinella è una procedura in cui il linfonodo sentinella viene identificato, rimosso ed esaminato per determinare se sono presenti cellule tumorali.
È usato in persone a cui è già stato diagnosticato un cancro; di conseguenza, non si tratta di un test di prevenzione, come ad esempio la mammografia.
- Un risultato negativo suggerisce che il cancro non si è ancora diffuso ai linfonodi vicini o ad altri organi.
- Un risultato positivo indica che il cancro è presente nel linfonodo sentinella e che potrebbe essersi diffuso ad altri linfonodi vicini e, possibilmente, ad altri organi.
Queste informazioni possono aiutare un medico a determinare lo stadio del cancro e sviluppare un piano di trattamento appropriato.
Come si esegue la biopsia del linfonodo sentinella
Per identificare il linfonodo sentinella, il chirurgo inietta una sostanza radioattiva, un colorante blu o entrambi vicino al tumore.
Il chirurgo utilizza quindi una sonda, inserita nel cavo ascellare, per trovare il linfonodo sentinella contenente la sostanza radioattiva o cerca il linfonodo o i linfonodi macchiati con il colorante.
A questo punto, rimuove il linfonodo sentinella per verificare la presenza di cellule cancerose.
Il linfonodo asportato può essere analizzato in due modi:
- mentre la paziente è anestetizzata;
- alcuni giorni dopo l’intervento chirurgico.
In entrambe i casi l’esito istologico è certo, ma la prima opzione risulta molto più utile, in quanto, se viene trovato il cancro, il chirurgo può rimuovere ulteriori linfonodi, durante la stessa procedura di biopsia o durante una procedura chirurgica di follow-up.
Se l’esame del linfonodo sentinella è negativo, il paziente può evitare un intervento chirurgico ai linfonodi più esteso, riducendo le potenziali complicanze associate alla rimozione di molti linfonodi.
Conclusioni
Nell’ambito delle prestazioni di Alta Specializzazione, il Fondo Enfea Salute, per il tramite di UniSalute, provvede al pagamento delle spese per la ricerca del linfonodo sentinella, del punto di repere e per la biopsia del linfonodo sentinella.
Puoi consultare il Piano Sanitario completo qui.