Mammografia: perché e quando farla

da | Ago 13, 2020 | Salute

Per comprendere l’importanza di un programma di screening tumorale basato sulla mammografia è necessario fornire alcuni dati, al fine di visualizzare l’entità del problema. 

Secondo quanto indicato da AIRTUM – Associazione Italiana Registri Tumori nel volume I Numeri del Cancro in Italia 2020, il tumore alla mammella è la patologia neoplastica a più alta prevalenza nel sesso femminile, il più diffuso nel nostro Paese, con 54.976 casi registrati nel 2020, in crescita rispetto al passato.

Si tratta del 30,3% delle neoplasie femminili ed il 14,6% del totale dei tumori diagnosticati ogni anno, una percentuale cospicua, che ha spinto il SSN ad avviare un programma di screening mammario di fondamentale importanza. Sono 834.154 le donne viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore della mammella, quasi la metà (43%) di tutte quelle che sopravvivono dopo una diagnosi di tumore.

Parliamo di un’incidenza cospicua, che ha spinto il SSN ad avviare un programma di screening mammario di fondamentale importanza.

mammografia tumore mammella

Tumore al seno: chi sono i soggetti più a rischio?

Affidandoci ancora ai dati AIRTUM, risulta che nelle donne il cancro della mammella è la neoplasia più frequente in tutte le classi di età, seppur con percentuali diverse: 

  • 41% nella fascia di età 0-49 anni;
  • 35% nella fascia di età 50-69; 
  • 22% nelle donne di 70 o più anni.
tumore mammella fascia eta

Come già accennato, stiamo parlando di una patologia molto diffusa e potenzialmente letale, che rende essenziale un’adeguata fase di prevenzione, al cui interno rientra a pieno titolo la mammografia.

In cosa consiste la mammografia

La mammografia è un esame di facile esecuzione, non invasivo. Si tratta, semplificando, di un esame radiografico, attraverso il quale è possibile individuare possibili noduli al seno di piccole dimensioni, difficili da avvertire tramite la palpazione. 

Come funziona? 

L’apparecchiatura utilizzata per effettuare la mammografia presenta due piastre, al cui interno viene inserito il seno. Le due piastre si stringono intorno al seno, fino a comprimerlo un po’, creando disagio nelle paziente. 

Si tratta, però, di un lieve fastidio di breve durata, che può salvare la vita. 

Si agisce, quindi, preventivamente, affrontando la malattia in una fase precoce. 

In questo modo, il trattamento risulta molto più efficace, e le possibilità di guarigione aumentano considerevolmente. 

Quando eseguire una mammografia

Il piano di screening contro il tumore al seno previsto dal SSN, completamente gratuito, si rivolge alle donne nella fascia d’età 50-69, anche se in alcune Regioni si sta portando avanti una sperimentazione, con relativo ampliamento della fascia di età (45-74). 

Perché è così importante sottoporsi ad una mammografia, anche quando non si avvertono sintomi?

Purtroppo, la maggior parte delle pazienti si rivolge ad un medico solo quando percepisce la presenza di un’anomalia al seno, e questo avviene solo in una fase già avanzata

Come illustrato prima, invece, la mammografia consente di individuare formazioni tumorali ancora molto piccole, riducendo i rischi per la paziente. 

Per questo motivo, il SSN, tramite le ASL territoriali, convoca le donne appartenenti alla fascia di età 50-69 presso gli ambulatori locali, per eseguire una mammografia. 

Laddove non dovessi ricevere l’invito, puoi tranquillamente recarti presso gli uffici della tua ASL di competenza o al tuo medico di famiglia, e prenotare la mammografia. 

La mammografia, poi, andrà ripetuta ogni due anni, per tenere la situazione sotto controllo. 

Sul sito del Ministero della Salute si riportano due dati molto importanti: 

  1. Secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), partecipare allo screening organizzato su invito attivo riduce del 35% la probabilità di morire per cancro della mammella;
  2. circa l’80-90% delle donne con un tumore di piccole dimensioni e senza linfonodi colpiti può guarire definitivamente. 

Cosa succede se la mammografia è positiva

In caso di esito positivo della mammografia, è importante non farsi prendere dal panico e seguire le indicazioni del medico. 

Infatti, una mammografia positiva non equivale ad una diagnosi di tumore certa, semplicemente rende necessari degli accertamenti ulteriori, per approfondire.

Nel caso specifico, si procede ad una seconda mammografia, una ecografia e una visita clinica. In alcuni casi può essere eseguita una biopsia. 

Solo dopo aver completato questo percorso di esami e test, si può giungere ad una eventuale diagnosi di tumore al seno. 

Mammografia per donne di età inferiore ai 50 anni

Abbiamo visto che il programma di screening contro il tumore al seno previsto dal SSN si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni. 

Abbiamo anche visto, però, che la fascia di età più esposta al rischio di tumore al seno è quella 0-49, con una prevalenza dopo i 40 anni

Per questo motivo, il piano sanitario di Enfea Salute prevede, all’interno del pacchetto di prevenzione delle patologie oncologiche genitali femminili e mammarie, il pagamento dell’esame mammografico nelle lavoratrici over 40

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