Mammografia: perché e quando farla

da | Ago 13, 2020 | Salute

Il cancro al seno continua a essere una delle principali cause di preoccupazione per la salute delle donne in tutto il mondo. Tuttavia, nell’ambito della prevenzione e della diagnosi precoce, la mammografia si presenta come un potente alleato nella lotta contro questa malattia devastante.

Come vedremo più nel dettaglio nel corso dell’articolo, questo esame, sicuro e non invasivo, rappresenta infatti uno strumento importantissimo per le donne, in particolare quelle che rientrano nella fascia di età a maggior rischio di sviluppare un tumore alla mammella. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è la mammografia, come si esegue, quando e perché farla, e quali sono i dati sul tumore al seno in Italia.

In cosa consiste la mammografia

La mammografia è una procedura di imaging medico, di facile esecuzione e non invasiva, utilizzata per esaminare il tessuto mammario. Si tratta di una tecnica diagnostica che utilizza raggi X a bassa dose per produrre immagini dettagliate delle strutture interne del seno

L’obiettivo principale della mammografia è la rilevazione precoce di eventuali anomalie o cambiamenti nel tessuto mammario, inclusi potenziali segni di tumori al seno.

Si tratta, semplificando, di un esame radiografico, attraverso il quale è possibile individuare possibili noduli al seno di piccole dimensioni, difficili da avvertire tramite la palpazione. 

Le mammografie sono distinte in due categorie principali: 

  • screening;
  • diagnostica. 

Le mammografie di screening vengono eseguite su donne asintomatiche, a scopo preventivo, al fine di individuare precocemente eventuali segni di tumore al seno. Le mammografie diagnostiche, invece, sono prescritte quando sono presenti sintomi, come noduli palpabili, dolore o alterazioni della mammografia di screening.

Come accennato nell’introduzione, questo esame è ritenuto uno strumento chiave nella prevenzione e nella diagnosi precoce del cancro al seno, contribuendo significativamente alla riduzione della mortalità associata a questa patologia. Periodicamente, le donne, soprattutto sopra i 40 anni, sono incoraggiate a sottoporsi a mammografie di screening come parte delle misure preventive per la salute delle mammelle.

Come si fa una mammografia?

La mammografia è un esame relativamente semplice, ciò nonostante richiede attenzione e precisione per ottenere immagini accurate del tessuto mammario. 

Ecco come si procede.

Prima dell’esame, verrà chiesto alla paziente di spogliarsi dalla vita in su e di rimuovere eventuali gioielli o indumenti che potrebbero interferire con l’esame. Potrebbe, inoltre, essere opportuno evitare l’uso di deodoranti, talco o creme sulla zona delle mammelle e delle ascelle, poiché potrebbero influenzare negativamente l’acquisizione delle immagini.

Il professionista sanitario posizionerà il seno (uno alla volta), su un piano della macchina a raggi X, per poi comprimerlo tra due lastre di plastica trasparente. La compressione può essere un po’ fastidiosa e dolorosa, ma è necessaria, perché riduce lo spessore del tessuto mammario e aiuta a ottenere immagini più dettagliate con una minore dose di radiazioni.

A questo punto, la macchina a raggi X acquisirà i dati per creare immagini dettagliate delle strutture interne del seno. L’intero processo verrà ripetuto per l’altra mammella.

Dopo l’esame, le immagini saranno valutate da un radiologo specializzato. I risultati verranno successivamente comunicati al paziente o al medico curante.

Quando e perché eseguire una mammografia?

La mammografia è una procedura di screening essenziale per la prevenzione e la diagnosi precoce del cancro al seno. Le linee guida variano leggermente nei diversi Paesi, ma in Italia, in generale, le raccomandazioni includono quanto segue.

  • Età e frequenza: in Italia la mammografia come strumento di screening è raccomandata nella fascia di età 50-59 anni, con una frequenza di due anni, come vedremo nel prossimo paragrafo del presente articolo.
  • Fattori di rischio: donne con fattori di rischio elevato, come una storia familiare di cancro al seno o risultati anomali in test genetici, potrebbero dover iniziare gli screening a un’età più giovane e/o con una frequenza maggiore. Il medico può valutare i fattori di rischio individuali e personalizzare le raccomandazioni di screening di conseguenza.
  • Sintomi o campanelli d’allarme: oltre agli screening di routine, le mammografie diagnostiche possono essere eseguite in risposta a sintomi come noduli palpabili, cambiamenti nella forma o dimensione del seno, dolore o secrezioni anomale dai capezzoli.
  • Diagnosi precoce: la mammografia è un potente strumento per individuare precocemente il cancro al seno quando è ancora in una fase localizzata e più trattabile; la diagnosi precoce aumenta notevolmente le possibilità di successo del trattamento e riduce la necessità di interventi aggressivi.
  • Monitoraggio post-trattamento: dopo il trattamento per il cancro al seno, le mammografie periodiche sono spesso raccomandate per monitorare la salute e individuare eventuali segni di ricorrenza.

Le decisioni sulla frequenza e l’età di inizio delle mammografie possono variare in base alle linee guida locali e alle raccomandazioni personalizzate del medico. 

È importante discutere con il proprio medico riguardo a quando iniziare gli screening, la frequenza appropriata e altri fattori individuali che possono influenzare le decisioni di screening.

Screening gratuito previsto dal SSN

Il piano di screening contro il tumore al seno previsto dal SSN, completamente gratuito, si rivolge alle donne nella fascia d’età 50-69, anche se in alcune Regioni si sta portando avanti una sperimentazione, con relativo ampliamento della fascia di età (45-74). 

Perché è così importante sottoporsi ad una mammografia, anche quando non si avvertono sintomi?

Purtroppo, la maggior parte delle pazienti si rivolge ad un medico solo quando percepisce la presenza di un’anomalia al seno, e questo avviene solo in una fase già avanzata

Come illustrato prima, invece, la mammografia consente di individuare formazioni tumorali ancora molto piccole, riducendo i rischi per la paziente. 

Per questo motivo, il SSN, tramite le ASL territoriali, convoca le donne appartenenti alla fascia di età 50-69 presso gli ambulatori locali, per eseguire una mammografia. 

Laddove non si dovesse ricevere l’invito, è possibile recarsi presso gli uffici della propria ASL di competenza o dal medico di famiglia, e prenotare la mammografia. 

La mammografia, poi, andrà ripetuta ogni due anni, per tenere la situazione sotto controllo. 

Cosa succede se la mammografia è positiva

In caso di esito positivo della mammografia, è importante non farsi prendere dal panico e seguire le indicazioni del medico. 

Infatti, una mammografia positiva non equivale ad una diagnosi di tumore certa, semplicemente rende necessari degli accertamenti ulteriori, per approfondire.

Nel caso specifico, si procede ad una seconda mammografia, una ecografia e una visita clinica. In alcuni casi può essere eseguita una biopsia

Solo dopo aver completato questo percorso di esami e test, si può giungere ad una eventuale diagnosi di tumore al seno. 

Mammografia per donne di età inferiore ai 50 anni

Abbiamo visto che il programma di screening contro il tumore al seno previsto dal SSN si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni. 

Abbiamo anche visto, però, che la fascia di età più esposta al rischio di tumore al seno è quella 0-49, con una prevalenza dopo i 40 anni

Per questo motivo, il piano sanitario di Enfea Salute prevede, all’interno del pacchetto di prevenzione delle patologie oncologiche genitali femminili e mammarie, il pagamento dell’esame mammografico nelle lavoratrici over 40

Per tutti i dettagli, cliccare qui

L’importanza della mammografia: i dati sul tumore al seno

Per comprendere l’importanza di un programma di screening tumorale basato sulla mammografia è necessario fornire alcuni dati, al fine di visualizzare l’entità del problema. 

Secondo quanto indicato da AIRTUM – Associazione Italiana Registri Tumori nel volume I Numeri del Cancro in Italia 2023, il carcinoma della mammella è il tumore più frequentemente diagnosticato nella popolazione femminile in Italia, con una stima di circa 55.900 nuove diagnosi di tumore nel 2023, pari al 30% di tutti i tumori nelle donne. 

dati sull'incidenza del tumore alla mammella

Parliamo di un’incidenza cospicua, che ha spinto il SSN ad avviare un programma di screening mammario di fondamentale importanza, anche grazie al quale si è registrato, un calo di decessi pari a -10.223 nel periodo 2007-2019.

Stando alle previsione AIRTUM, nei prossimi 20 anni si assisterà ad un aumento delle diagnosi di tumori alla mammella pari allo +0,2% per anno, grazie ai controlli più frequenti e diffusi e al miglioramento delle tecniche diagnostiche.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.