Le malattie cardiovascolari (per brevità MCV) rappresentano la principale causa di ricovero ospedaliero e di morte a livello globale e in Italia, dove sono responsabili del 44% di tutti i decessi, secondo quanto riportato sul portale Cuore dell’Istituto Superiore di Sanità.
In tale contesto, assume una enorme rilevanza la prevenzione cardiovascolare, definita come una serie combinata di interventi rivolti sia all’intera popolazione che a singoli individui, con l’obiettivo di minimizzare l’impatto delle MCV in termini di morbilità e mortalità, ma non solo.
Infatti, la prevenzione contribuisce anche alla sostenibilità del servizio sanitario nazionale (SSN), riducendo i costi associati alle cure, essendo le malattie cardiovascolari una delle principali voci di spesa per la sanità pubblica.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa prevedono le linee guida sulla prevenzione cardiovascolare e cosa possiamo fare noi per migliorare la salute del nostro cuore.
Di cosa parliamo in questo articolo
Quali sono i fattori di rischio?
Quando si parla di prevenzione è necessario sottolineare il ruolo dei fattori di rischio nella salvaguardia della salute cardiovascolare, ma cosa sono?
Si tratta, in estrema sintesi, di condizioni cliniche o abitudini che aumentano la probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, suddivise in due gruppi, i fattori modificabili e quelli non modificabili.
1. Fattori di rischio modificabili
Sono quelli su cui si può intervenire attraverso cambiamenti nello stile di vita o con terapie farmacologiche, e includono:
- ipertensione arteriosa (≥140/90 mmHg);
- dislipidemia, quindi colesterolo totale alto (≥190-200 mg/dl), colesterolo LDL alto (≥115-130 mg/dl), colesterolo HDL basso (<40 mg/dl negli uomini e <50 mg/dl nelle donne) e trigliceridi alti;
- diabete mellito;
- fumo di sigaretta;
- sovrappeso e obesità;
- sedentarietà;
- stress;
- alimentazione scorretta;
- sindrome metabolica, ovvero la presenza combinata di ipertensione, dislipidemia, obesità addominale e insulino-resistenza;
- marcatori dell’infiammazione, come ad esempio l’aumento di proteina C-reattiva.
2. Fattori di rischio non modificabili
Sono quelli su cui non si può intervenire direttamente, tra cui i seguenti:
- età: il rischio aumenta con l’avanzare dell’età;
- sesso: gli uomini hanno un rischio maggiore rispetto alle donne, anche in queste ultime aumenta dopo la menopausa;
- etnia: alcune etnie hanno una maggiore predisposizione alle MCV;
- familiarità: avere parenti di primo grado (genitori o fratelli) con eventi cardiovascolari in età giovanile (meno di 55 anni negli uomini e 65 nelle donne) aumenta il rischio.
Com’è facile intuire, la presenza contemporanea di più fattori di rischio aumenta esponenzialmente il rischio di sviluppare delle patologie cardiovascolari.
Prevenzione primaria e secondaria
La prevenzione cardiovascolare si suddivide principalmente in due categorie: prevenzione primaria e prevenzione secondaria.
1. Prevenzione primaria
La prevenzione primaria si concentra sull’adozione di misure volte a prevenire l’insorgenza delle malattie cardiovascolari in soggetti sani, prima che si manifesti qualsiasi segno clinico di patologia. L’obiettivo principale è quello di eliminare o minimizzare i fattori di rischio.
Le strategie di prevenzione primaria includono interventi sugli stili di vita, come una corretta alimentazione, l’attività fisica regolare, l’astensione dal fumo e il controllo del peso, ma anche politiche a livello locale, nazionale o internazionale finalizzate alla formazione e all’educazione dei cittadini (campagne di comunicazione, norme specifiche, come il divieto di fumo nei luoghi al chiuso, ecc…)
Un altro aspetto importante della prevenzione primaria è la diagnosi precoce, che consente di intervenire tempestivamente.
Se opportuno, la prevenzione primaria si avvale anche di interventi farmacologici.
2. Prevenzione secondaria
La prevenzione secondaria si attua dopo che si è già verificato un evento cardiovascolare, come un infarto miocardico o un ictus, con l’obiettivo di prevenire recidive e complicanze.
Le strategie comprendono il controllo dei fattori di rischio, l’uso di farmaci specifici, l’adesione a programmi di riabilitazione cardiaca e la modifica dello stile di vita.
In questo contesto, i farmaci hanno un ruolo molto importante, ma non bastano. Senza uno stile di vita sano, infatti, non sono sufficienti.
La distinzione tra prevenzione primaria e secondaria non è sempre netta. Ad esempio, un paziente con ipertensione arteriosa che non ha ancora avuto un evento cardiovascolare può essere considerato in prevenzione primaria, ma il suo trattamento farmacologico rientra anche nelle strategie di prevenzione secondaria se il suo rischio è elevato.
Come prevenire le malattie cardiovascolari?
Come illustrato, la prevenzione si divide in primaria e secondaria, ognuna con una strategia precisa di intervento, che a sua volta possiamo suddividere in due:
- strategie di popolazione;
- strategie individuali.
1. Strategie di popolazione
Queste strategie mirano a promuovere stili di vita salutari su larga scala attraverso politiche globali, nazionali e comunitarie, con l’obiettivo di creare un ambiente che favorisca l’adozione di comportamenti sani.
Gli interventi includono la promozione dell’attività fisica, una sana alimentazione e la lotta al tabagismo, e sono azioni trasversali ai determinanti di salute, pensate per tutto il ciclo di vita dei soggetti interessati.
La Dieta Mediterranea è un esempio di corretta alimentazione raccomandata per la prevenzione delle MCV, come evidenziato anche nel Documento SIPREC 2023.

2. Strategie individuali
Queste strategie si concentrano sull’identificazione precoce dei soggetti ad alto rischio cardiovascolare e sulla loro presa in carico. In questo contesto, sono fondamentali la diagnosi precoce e la successiva modifica degli stili di vita.
Nello specifico, si promuovono i seguenti interventi:
- alimentazione: una corretta alimentazione contribuisce alla riduzione della pressione arteriosa, della colesterolemia, della glicemia e del peso corporeo. È importante consumare molta frutta e verdura;
- attività fisica: l’esercizio fisico regolare è fondamentale per la prevenzione del diabete e delle MCV;
- fumo: smettere di fumare è una delle misure più efficaci per la prevenzione. Il supporto professionale (consiglio del medico, counseling, terapia di gruppo) può aumentare le probabilità di successo.

Ai cambiamenti delle abitudini di vita si affiancano possibili interventi farmacologici, con la prescrizione da parte del medico di farmaci come antipertensivi, ipolipemizzanti, antidiabetici e antiaggreganti.
Le linee guida raccomandano anche la vaccinazione antinfluenzale, come strategia preventiva per ridurre il rischio in pazienti con pregresse malattie cardiovascolari.
Conclusioni
Le strategie di prevenzione delle malattie cardiovascolari (MCV) devono essere considerate come un sistema complesso e integrato di interventi.
Questo significa che non è sufficiente concentrarsi su un singolo fattore di rischio, ma è necessario adottare un approccio multifattoriale che tenga conto di tutti gli aspetti rilevanti.
Serve, quindi, un approccio olistico e personalizzato, che consideri tutti i fattori di rischio, promuova stili di vita salutari e tenga conto delle specificità di ogni individuo e dei diversi gruppi di popolazione.
Ricordiamo, infine, che la prevenzione non è solo una questione individuale, ma anche una responsabilità della comunità e del sistema sanitario.