La prevenzione cardiovascolare, così come il monitoraggio delle terapie in atto, comprendono in genere il controllo di alcuni valori ematici, tra cui il colesterolo totale, HDL, LDL, e i trigliceridi.
Valori alti di questi ultimi rappresentano, infatti, un fattore di rischio per varie malattie cardiovascolari, compreso l’ictus e l’infarto, ma anche del fegato e del pancreas.
Ecco perché è importante tenere i livelli di trigliceridi nel sangue entro range considerati nella norma.
Vediamo insieme cosa sono i trigliceridi, a cosa servono e quali sono i valori considerati alti.
Di cosa parliamo in questo articolo
Cosa sono i trigliceridi
I trigliceridi sono la forma di lipidi più comune tra quelle presenti nel sangue e nel tessuto adiposo del corpo, e devono il loro nome dal fatto di essere costituiti da una molecola di glicerolo legata a tre acidi grassi.
Essi vengono trasportati nel sangue attraverso le lipoproteine e sono essenziali per diverse funzioni corporee, ma livelli troppo alti possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus.
Per approfondire, invitiamo a leggere anche il nostro articolo Qual è la differenza tra colesterolo e trigliceridi.
A cosa servono?
I trigliceridi servono principalmente come riserva energetica. Cosa vuol dire? Semplificando, quando mangiamo il nostro corpo converte le calorie di troppo in trigliceridi, che vengono immagazzinati nelle cellule adipose per essere utilizzati come energia in seguito, quando il corpo ne avrà bisogno.
È importante chiarire che i trigliceridi non rappresentano una minaccia in quanto tali, perché il nostro organismo ha bisogno di grassi per generare energia; diventano un problema nel momento in cui i livelli nel sangue aumentano in modo eccessivo.
Questo accade quando l’assunzione di calorie è superiore a quelle di cui il nostro corpo ha bisogno, finendo col trasformare la parte eccedente in trigliceridi, immagazzinandoli nelle cellule adipose.
In poche parole, se si introducono più calorie del necessario, si accumulano livelli di trigliceridi alti, con conseguenze negative sulla salute del cuore.
Quali sono le cause dei trigliceridi alti
I trigliceridi alti, o ipertrigliceridemia, possono essere causati da diversi fattori, tra cui stili di vita e condizioni mediche.
Ecco le principali cause:
- alimentazione non equilibrata:
- dieta ricca di zuccheri e carboidrati raffinati, come dolci, bevande zuccherate, pane bianco e pasta;
- eccesso di calorie, soprattutto provenienti da grassi saturi e trans;
- consumo eccessivo di alcol, che viene convertito in trigliceridi dal fegato.
- obesità e sovrappeso: l’eccesso di peso corporeo, in particolare l’accumulo di grasso addominale, è strettamente legato a livelli più elevati di trigliceridi;
- sedentarietà: la mancanza di attività fisica regolare contribuisce a un aumento dei livelli di trigliceridi e a un accumulo di grasso corporeo;
- resistenza all’insulina e diabete: le persone con diabete di tipo 2 non controllato o con resistenza all’insulina tendono ad avere livelli elevati di trigliceridi, poiché l’insulina è meno efficace nel regolare il metabolismo dei grassi;
- disturbi metabolici: condizioni come la sindrome metabolica, che include un insieme di fattori come pressione alta, glicemia elevata e livelli anomali di colesterolo, sono spesso associate a trigliceridi alti;
- genetica: alcune persone hanno una predisposizione genetica a produrre livelli più alti di trigliceridi, una condizione nota come ipertrigliceridemia familiare;
- condizioni mediche:
- malattie renali o epatiche, come la steatosi epatica o insufficienza renale cronica;
- ipotiroidismo, in cui la ridotta funzione della tiroide può causare l’accumulo di trigliceridi;
- sindrome di Cushing, che causa un eccesso di cortisolo;
- farmaci: alcuni farmaci possono elevare i trigliceridi, come diuretici tiazidici, beta-bloccanti, contraccettivi orali e corticosteroidi;
- età e ormoni: con l’avanzare dell’età, soprattutto nelle donne post-menopausa, i livelli di trigliceridi possono aumentare a causa dei cambiamenti ormonali;
- alcol: il consumo eccessivo di alcol può aumentare significativamente i livelli di trigliceridi, poiché l’alcol è metabolizzato dal fegato in grasso.
Com’è facile intuire, alcuni di questi fattori di rischio sono modificabili attraverso uno stile di vita sano, come il sovrappeso, l’obesità, il fumo di sigaretta e il consumo di alcol. In ogni caso, è sempre opportuno rivolgersi ad un medico specialista per individuare il percorso più adatto alle proprie esigenze.
Perché è un problema avere i trigliceridi alti?
Avere livelli alti di trigliceridi nel sangue rappresenta un problema per la salute perché può aumentare il rischio di sviluppare diverse condizioni, in particolare quelle legate al sistema cardiovascolare.
Livelli elevati di trigliceridi possono contribuire alla formazione di placche aterosclerotiche, cioè accumuli di grasso nelle arterie, che possono restringere i vasi sanguigni e ostacolare il flusso sanguigno, con aumentato rischio di:
- aterosclerosi;
- malattia coronarica;
- ictus ischemico.
Inoltre, in casi di ipertrigliceridemia grave, aumenta il rischio di pancreatite acuta, un’infiammazione improvvisa e potenzialmente pericolosa del pancreas, un problema medico serio che richiede cure immediate e che può causare sintomi come dolore addominale severo, nausea e vomito.
Livelli elevati di trigliceridi sono anche uno dei componenti della cosiddetta sindrome metabolica, un insieme di condizioni che includono, pressione alta, iperglicemia, colesterolo HDL basso (il “colesterolo buono”) e grasso addominale in eccesso, che aumentano notevolmente il rischio di sviluppare malattie cardiache e diabete di tipo 2.
L’accumulo di trigliceridi nel fegato può contribuire alla steatosi epatica non alcolica, una condizione in cui il grasso si accumula nelle cellule del fegato e che, se non trattata, può progredire verso steatoepatite, fibrosi epatica e persino cirrosi.
Infine, l’ipertrigliceridemia è collegata a uno stato di infiammazione cronica nel corpo, che è associato a una serie di malattie croniche, tra cui malattie cardiache, diabete e alcuni tipi di cancro.
Insomma, non bisogna mai sottovalutare la presenza di livelli alti di questo valore lipidico, perché possono contribuire allo sviluppo di malattie gravi e potenzialmente fatali.
Quali sono i valori normali dei trigliceridi?
Quando ci si sottopone ad un esame della trigliceridemia, i valori possono variare sensibilmente tra adulti e bambini.
Inoltre, nell’interpretazione dei dati emersi va considerata la condizione di partenza del soggetto. Infatti, un conto è un adulto in buona salute e un altro è un individuo affetto da patologie cardiovascolari o da condizioni capaci di alterare i valori dei trigliceridi, ecco perché è sempre importante sottoporre i risultati degli esami al proprio medico.
In genere, i valori di riferimento sono i seguenti, come riportato sul portale issalute.it dell’Istituto Superiore di Sanità.
- Adulti:
- valore desiderabile: inferiore a 150 mg/dl (1,7 mmol/L);
- valore ai limiti della norma: compreso tra 150 e 199 mg/dl (1,7-2,2 mmol/L);
- valore elevato: compreso tra 200 e 499 mg/dl (2,3-5,6 mmol/L);
- valore molto elevato: superiore a 500 mg/dl (5,6 mmol/L).
- Ragazzi (under 18):
- valore desiderabile: inferiore a 90 mg/dl (1,02 mmol/L);
- valore ai limiti della norma: compreso tra 90-129 mg/dl (1,02-1,46 mmol/L);
- valore elevato: uguale o superiore a 130 mg/dl (1,47 mmol/L).
In presenza di valori elevati o molto elevati, è opportuno seguire le indicazioni del proprio medico e le eventuali terapie farmacologiche alle quali sottoporsi.