Obesità, diabete, pressione alta: cos’hanno in comune queste tre condizioni? Ognuna, presa singolarmente, rappresenta un fattore di rischio riconosciuto per cuore e vasi sanguigni, tale da provocare infarti, ictus e altre patologie cardiovascolari. Se combinate, queste tre condizioni, delineano la cosiddetta sindrome metabolica.
Purtroppo, nonostante gli avanzamenti terapeutici conseguiti nel corso degli ultimi decenni nel trattamento e nella prevenzione di diabete e pressione alta, così come della ipercolesterolemia, il diffondersi di stili di vita scorretti non ha consentito un calo significativo delle patologie cardiovascolari più comuni.
Ma cos’è la sindrome metabolica, in cosa consiste, quali sono i fattori di rischio, come si previene e affronta? Proviamo a dare una risposta a tutti questi quesiti.
Di cosa parliamo in questo articolo
Cos’è la sindrome metabolica
La sindrome metabolica è un insieme di condizioni mediche interconnesse, che aumentano significativamente il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e altre complicazioni legate al metabolismo.
Nello specifico, le condizioni racchiuse nella definizione di sindrome metabolica sono le seguenti cinque:
- obesità addominale;
- ipertensione arteriosa;
- dislipidemia, ovvero livelli anormali di colesterolo e trigliceridi nel sangue;
- alterata glicemia plasmatica a digiuno (FPG);
- insulino-resistenza, ovvero l’incapacità delle cellule di rispondere adeguatamente all’insulina.
Come accennato, queste condizioni rappresentano fattori di rischio riconosciuti per l’insorgere di patologie cardiovascolari, anche gravi.
Ne consegue che una loro comorbidità, ovvero la coesistenza nello stesso paziente delle tre condizioni, aumenta esponenzialmente il rischio.
La sindrome metabolica è anche nota come sindrome da insulino resistenza, in quanto le evidenze scientifiche e mediche hanno dimostrato un rapporto di causa effetto tra la resistenza delle cellule all’insulina e le disfunzioni metaboliche.
Cause e fattori di rischio
Le cause e i fattori di rischio della sindrome metabolica sono complessi e multifattoriali, in quanto coinvolgono una combinazione di aspetti genetici, ambientali e legati allo stile di vita.
Vediamo, nel dettaglio, quali sono le cause principali associate a questo tipo di disturbo metabolico.
- Resistenza all’insulina: l’insulina è un ormone che facilita l’assorbimento del glucosio nelle cellule; quando le cellule diventano resistenti all’insulina, il corpo necessita di produrre più insulina per mantenere i livelli di glucosio nel sangue normali, portando eventualmente a iperglicemia e diabete di tipo 2.
- Eccesso di grasso addominale: il grasso addominale (o grasso viscerale) è metabolicamente attivo e rilascia ormoni e sostanze infiammatorie che possono contribuire all’insulino-resistenza, all’infiammazione sistemica e alle dislipidemie.
- Disfunzione dell’adipocita: gli adipociti, ovvero le cellule adipose, producono diverse molecole, inclusi ormoni e citochine, in grado di influenzare il metabolismo e l’infiammazione; la disfunzione di questi processi può contribuire alla sindrome metabolica.
- Predisposizione genetica: la storia familiare di diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari può aumentare il rischio di sindrome metabolica.
- Infiammazione cronica: l’infiammazione di basso grado, che, come detto, può derivare da un eccesso di grasso corporeo, specialmente viscerale, è associata alla sindrome metabolica e contribuisce alla resistenza all’insulina e alle alterazioni metaboliche.
A queste cause si aggiungono, poi, i fattori di rischio, che aumentano il rischio di sviluppare le condizioni alla base di questa sindrome.
- Stile di vita sedentario: la mancanza di attività fisica contribuisce all’aumento di peso e alla riduzione della sensibilità all’insulina; le persone che conducono uno stile di vita sedentario hanno maggiori probabilità di sviluppare la sindrome metabolica.
- Dieta non salutare: una dieta ricca di zuccheri, grassi saturi e trans, e povera di fibre e nutrienti essenziali, contribuisce all’aumento di peso, all’insulino-resistenza e alle dislipidemie.
- Sovrappeso e obesità: abbiamo già spiegato che l’obesità, specialmente l’accumulo di grasso viscerale, è strettamente legata alla sindrome metabolica; l’indice di massa corporea (IMC) elevato è un indicatore di rischio importante.
- Invecchiamento: il rischio di sviluppare le condizioni che rientrano nella definizione di sindrome metabolica aumenta con l’età. I cambiamenti metabolici associati all’invecchiamento contribuiscono all’aumento della resistenza all’insulina e dell’accumulo di grasso addominale.
- Condizioni mediche associate: alcune condizioni mediche, come la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) e il fegato grasso non alcolico (NAFLD), sono associate ad un aumento del rischio di sviluppare la sindrome metabolica.
- Disregolazione del sonno: la mancanza di sonno e i disturbi del sonno, come l’apnea notturna, sono associati a un aumento del rischio di sindrome metabolica, probabilmente a causa di alterazioni nel metabolismo del glucosio e nella regolazione ormonale.
- Consumo eccessivo di alcol: l’abuso di alcol può contribuire allo sviluppo di ipertensione, dislipidemia e resistenza all’insulina, tutti fattori che possono portare alla sindrome metabolica.
- Fattori psicosociali: lo stress cronico, la depressione e altri fattori possono influenzare negativamente il metabolismo e contribuire alla sindrome metabolica.
Spesso, i fattori di rischio non agiscono in modo isolato ma interagiscono tra loro, amplificando il rischio complessivo di sindrome metabolica; ad esempio, l’obesità può causare resistenza all’insulina, che a sua volta può portare ad iperglicemia e dislipidemia.
La combinazione di più fattori di rischio può quindi creare un ciclo vizioso che aggrava ulteriormente la condizione.
La sindrome da insulino resistenza
La resistenza all’insulina è considerata uno dei fattori di rischio principali e centrali nella sindrome metabolica, ed è per questo che viene anche chiamata “sindrome da insulino resistenza”.
Questo fenomeno, in effetti, non solo contribuisce alla sindrome metabolica, ma è anche strettamente legato allo sviluppo di condizioni gravi come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.
L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas che aiuta le cellule del corpo ad assorbire il glucosio dal sangue per utilizzarlo come fonte di energia o per immagazzinarlo sotto forma di grasso.
Si parla di resistenza all’insulina quando le cellule del corpo non rispondono adeguatamente all’insulina, rendendo meno efficiente il processo di assorbimento del glucosio. Di conseguenza, il pancreas produce più insulina nel tentativo di compensare e mantenere normali i livelli di glucosio nel sangue.
Nonostante l’aumento della produzione di insulina, le cellule continuano a non assorbire il glucosio in modo efficace, causando un accumulo di glucosio nel sangue, specialmente dopo i pasti. Questo può evolvere in iperglicemia persistente e, nel tempo, in diabete di tipo 2.
A sua volta il fegato, in risposta alla resistenza all’insulina, può iniziare a produrre più glucosio e a immagazzinare più grasso, contribuendo alla steatosi epatica non alcolica (NAFLD).
L’insulina-resistenza è anche associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, questo perché contribuisce all’ipertensione, alla dislipidemia e a una maggiore infiammazione sistemica.
Come prevenire la sindrome metabolica?
Come accade in molte patologie, anche la sindrome metabolica è caratterizzata dalla presenza di fattori di rischio modificabili e non modificabili.
Rientrano in questa seconda categoria l’età, la genetica (quindi la familiarità) e l’etnia.
I fattori di rischio modificabili, invece, sono i seguenti:
- smettere di fumare;
- seguire una dieta bilanciata;
- evitare la sedentarietà;
- fare esercizio fisico;
- assumere, su prescrizione medica, farmaci specifici per correggere le alterazioni metaboliche.
Agire sui fattori di rischio modificabili, in particolare sul contrasto delle cattive abitudini, rientra anche nelle buone pratiche di prevenzione.
Perdere peso e mangiare in modo corretto rappresentano le due azioni principali nella prevenzione della sindrome metabolica, perché prevengono, appunto, l’insorgenza delle alterazioni alla base di questo quadro clinico complesso.
Come si diagnostica la sindrome metabolica
Negli ultimi due decenni diversi enti internazionali riconosciuti hanno elaborato criteri diagnostici per la sindrome metabolica, che variano un po’ tra loro.
In genere, quelli più accreditati sono quelli contenuti nel già citato NCEO ATPIII del 2001, secondo il quale per diagnosticare la sindrome metabolica è necessaria la coesistenza di almeno 3 fattori di rischio tra:
- circonferenza vita: > 102 cm uomo, > 88 cm donna;
- trigliceridi: > 150 mg/dl;
- colesterolo HDL: < 40 mg/dl uomo, < 50 mg/dl donna;
- pressione arteriosa: > 130/85 mmHg;
- glicemia a digiuno: > 110 mg/dl.
Se sussistono almeno 3 delle 5 condizioni, allora si può elaborare una diagnosi di sindrome metabolica.
Vediamo, ora, come affrontarla.
Come si cura la sindrome metabolica
La gestione e il trattamento della sindrome metabolica richiedono un approccio multidisciplinare e personalizzato, che combina cambiamenti nello stile di vita, interventi dietetici, esercizio fisico e, in alcuni casi, l’uso di farmaci.
L’obiettivo principale è ridurre i fattori di rischio associati e prevenire le complicazioni come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.
Vediamo, quindi, come si procede:
- perdere peso;
- seguire una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali, proteine magre e grassi sani;
- limitare il consumo di zuccheri aggiunti e grassi saturi;
- consumare cibi ricchi di fibre, come legumi, frutta, verdura e cereali integrali;
- mangiare pasti regolari e moderati;
- fare almeno 150 minuti di attività fisica moderata, come camminare, nuotare o andare in bicicletta, a settimana, o 75 minuti di attività vigorosa, come corsa, ciclismo, nuoto a bassa intensità, ecc…;
- incorporare esercizi di forza almeno due giorni alla settimana. Questo tipo di esercizio aiuta a costruire muscoli, che aumentano il metabolismo e migliorano la sensibilità all’insulina;
- ridurre il tempo trascorso in attività sedentarie.
In alcuni casi, i cambiamenti nello stile di vita potrebbero non essere sufficienti da soli, e il medico potrebbe prescrivere farmaci per gestire i singoli componenti della sindrome metabolica, come il diabete, l’ipertensione, il colesterolo alto.
Il monitoraggio regolare è essenziale per gestire efficacemente la sindrome metabolica, per questo si raccomanda di sottoporsi a controlli periodici, che comprendono esami del sangue e la misurazione della circonferenza vita.
Alcuni pazienti potrebbero beneficiare anche di un supporto psicologico e nutrizionale, per questo si invita a rivolgersi a professionisti della salute competenti nel trattamento di queste condizioni.