Come si effettua il monitoraggio continuo della pressione arteriosa

da | Gen 5, 2021 | Salute

I soggetti affetti da ipertensione e da patologie cardiovascolari devono monitorare costantemente i livelli di pressione arteriosa e sottoporsi a visite periodiche. 

Spesso, soprattutto in pazienti che presentano elevati fattori di rischio, viene effettuato il cosiddetto monitoraggio continuo della pressione arteriosa, anche tramite l’utilizzo di uno strumento molto comodo, come l’holter pressorio

Come si può facilmente intuire, il monitoraggio continuo della pressione arteriosa differisce dalla misurazione spot effettuata durante la giornata in quanto viene eseguito senza interruzioni, per la durata di 24 ore. 

In poche parole, la misurazione della pressione arteriosa non si arresta mai per un giorno intero, in modo da ricavare dati molto più precisi anche sulle varie oscillazioni che questo valore può registrare nel corso del tempo. 

Approfondiamo insieme. 

Quali sono i valori di riferimento della pressione arteriosa

Per effettuare una corretta valutazione della misurazione della pressione arteriosa effettuata, sia in forma intermittente sia tramite monitoraggio continuo, è necessario conoscere i valori di riferimento.

In pratica, quando la pressione arteriosa è considerata ottimale, normale, alta o molto alta?

Ecco una tabella molto utile, elaborata dalla Fondazione Veronesi.  

Pressione ArteriosaSistolicaDiastolica
Ottimale< 120< 80
Normale< 130< 85
Normale-alta130 – 13985 – 89
Ipertensione di Grado 1 borderline140 – 14990 – 94
Ipertensione di Grado 1 lieve150 – 15995 – 99
Ipertensione di Grado 2 moderata160 – 179100 – 109
Ipertensione di Grado 3 grave≥ 180≥ 110
Ipertensione sistolica isolata borderline140 – 149< 90
Ipertensione sistolica isolata≥ 150< 90

Avendo questa tabella di riferimento, si può individuare con maggiore precisione la propria condizione di ipertensione o di benessere

Ipertensione da camice bianco e Ipertensione mascherata

Il valore della pressione arteriosa è influenzato da molteplici fattori, alcuni anche extra fisiologici.

Un esempio ormai molto noto e ampiamente studiato è la cosiddetta “ipertensione da camice bianco” o “ipertensione clinica isolata”, che consiste nella presenza di valori della pressione più elevati provocati dall’ansia che il paziente prova nel trovarsi in un ambiente ospedaliero e a dispetto di un medico. 

La sua incidenza è pari al 13%, quindi molto diffusa.

Come si legge in un articolo pubblicato dalla SIIA – la società italiana dell’ipertensione arteriosa – è stato proprio il monitoraggio continuo della pressione arteriosa per 24 ore a consentire la scoperta di questa condizione. 

Oltre all’ipertensione da camice bianco, che determina un aumento dei valori nella misurazione rispetto a quella monitorata a domicilio, esiste anche una sua versione “opposta”, chiamata ipertensione mascherata. 

In pratica, in ambiente clinico si registrano valori più bassi rispetto a quelli monitorati. 

Come si legge in un altro articolo pubblicato sul sito della SIIA:

“Si ritiene che circa il 30-50% dei pazienti ipertesi abbia valori di pressione arteriosa (PA) all’interno del limite ritenuto normale nell’ambulatorio del medico (PA clinica) nonostante la presenza di elevati valori di PA al di fuori dell’ambulatorio. Questa condizione, denominata “ipertensione mascherata”, conferisce un rischio due volte maggiore di malattia cardiovascolare (CVD) rispetto alla normotensione.”

Insomma, il monitoraggio continuo della pressione arteriosa deve tenere conto di tutte queste possibili variabili, per avere un quadro quanto più vicino possibile alla realtà.

Per questo motivo, si segue una tabella che valuta anche il contesto in cui viene effettuata la misurazione per la definizione dell’ipertensione: 

  • pressione clinica: sistolica ≥ 140 e/o diastolica ≥ 90;
  • pressione ambulatoria: 
    • diurna (o veglia): sistolica ≥ 135 e/o diastolica ≥ 90;
    • notturna (o sonno): sistolica ≥ 120 e/o diastolica ≥ 70;
    • 24 ore: sistolica ≥ 130 e/o diastolica  ≥ 80;
  • pressione domiciliare: sistolica ≥ 135 e/o diastolica ≥ 85.

Monitoraggio continuo della pressione arteriosa tramite holter pressorio

Per il monitoraggio continuo della pressione arteriosa in ambiente domiciliare si utilizza uno strumento, chiamato holter pressorio

Si tratta di un misuratore della pressione che il paziente deve indossare per 24 ore, durante le quali registra tutti i valori e le varie oscillazioni nelle diverse condizioni, in particolare di sonno e di veglia

In effetti, i valori di PA di notte e al risveglio sono molto importanti per una valutazione completa della condizione di ipertensione del paziente. 

In genere, un holter pressorio effettua una misurazione diurna ogni 15 minuti, mentre di notte ogni 30 minuti. 

Solitamente disponibile in farmacia o fornito dal proprio cardiologo, l’holter viene prima calibrato, effettuando una prima misurazione della pressione arteriosa del paziente, che dovrà indossarlo per le successive 24 ore senza mai toglierlo, pena la compromissione del monitoraggio continuo. 

Per niente invasivo, l’holter non è altro che una sorta di piccola borsetta a tracolla, collegata a un manicotto gonfiabile da legare al braccio, come con un normale misuratore della pressione. 

Terminate le 24 ore, non si deve fare altro che toglierlo e portarlo in farmacia o presso il proprio cardiologo, che potrà così analizzare i dati raccolti. 

ATTENZIONE:
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