Diabete insipido: sintomi, diagnosi, conseguenze

da | Ott 19, 2022 | Salute

Siamo abituati ad associare il diabete ai livelli di glicemia elevati nel sangue, al consumo di determinati alimenti e a disfunzioni insuliniche, eppure esiste una patologia che ne condivide il nome ma presenta cause e sintomi del tutto differenti: ci riferiamo al diabete insipido.  

In effetti, nonostante il nome, diabete mellito e diabete insipido non hanno quasi nulla in comune, se si escludono un paio di sintomi, legati principalmente alla quantità di urine prodotte e alla frequenza con cui avviene la minzione. 

Come vedremo più nel dettaglio, il diabete insipido è dovuto ad uno squilibrio nella regolazione della quantità di acqua presente all’interno del corpo, che provoca una minzione molto frequente e una sete eccessiva. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è il diabete insipido, quali sono le cause, i sintomi principali, come si diagnostica e che tipo di trattamenti sono disponibili. 

Cos’è il diabete insipido

Il diabete insipido è una malattia rara, caratterizzata dalla produzione eccessiva di urine (poliuria) e da una sete insaziabile (polidipsia), che spinge chi ne è affetto a bere tantissimo, anche più di 15 litri al giorno, per compensare la perdita di liquidi tramite la minzione ed evitare la disidratazione

Ma perché si chiama diabete se non riguarda i livelli di zuccheri nel sangue

La risposta è nella parola “insipido”, che vuol dire senza sapore, e fa riferimento essenzialmente al fatto che le urine prodotte da chi ne è affetto sono così diluite al punto da contenere pochissime sostanze di scarto, a differenza di quello che accade nel diabete mellito, caratterizzato invece dalla presenza di zuccheri nelle urine.

Semplificando, potremmo dire che a essere insipide sono le urine

Quali sono le cause del diabete insipido

Il diabete insipido è causato da un’alterazione nella capacità del nostro organismo di regolare la quantità di acqua presente all’interno del corpo, e più precisamente dalla:

  • mancanza totale o parziale di vasopressina (o ormone antidiuretico, ADH). In questo caso si parla di diabete insipido centrale;
  • ridotta sensibilità dei reni all’azione di questo ormone. In quest’altro caso, invece, si parla di diabete insipido nefrogenico. 

Cosa vuol dire? 

La regolazione dei liquidi nel nostro corpo è gestita da un ormone, la vasopressina, prodotto dall’ipotalamo, ovvero la parte del cervello immediatamente sopra l’ipofisi. 

Questo ormone viene immagazzinato nel lobo posteriore dell’ipofisi e da lì rilasciato in circolo, con il compito di regolare la quantità di acqua nel corpo inducendo i reni a diminuire la produzione di urina

La vasopressina è anche nota come ormone antidiuretico in quanto svolge una funzione contraria a quella di un diuretico; infatti, mentre quest’ultimo aumenta la produzione e l’espulsione delle urine, la vasopressina garantisce un certo equilibrio tra i liquidi introdotti e quelli da rimuovere con la minzione

In caso di disidratazione, l’ormone manda un segnale ai reni affinché immetta acqua nel flusso sanguigno per far fronte alla mancanza temporanea di liquidi. In un soggetto sano questo processo funziona come un orologio svizzero, operando in un equilibrio perfetto, ma quando il meccanismo si inceppa allora si può andare sviluppare una forma di diabete insipido

Come si legge sul sito del Policlinico di Sant’Orsola di Bologna, la produzione di vasopressina può diminuire a causa del danneggiamento dell’ipotalamo o dell’ipofisi, a sua volta dovuta alla presenza di un tumore, di patologie infiammatorie, di traumi cerebrali, di malformazioni congenite o di un intervento chirurgico.

Come ci si accorge di avere il diabete insipido?

Come illustrato, il diabete insipido è caratterizzato da una produzione eccessiva di urine, molto al di sopra di una media considerata normale (un soggetto sano urina dalle 4 alle 6 volte in un giorno), anche di notte, e da una sete insaziabile, frutto della disidratazione provocata dall’andare così frequentemente in bagno. 

Di conseguenza, i sintomi principali che potrebbero indicare la sussistenza di questa patologia sono essenzialmente due: 

  • poliuria, ovvero la produzione di grandi quantità di urine;
  • polidipsia, che consiste nella sensazione di sete intensa che porta all’ingestione di notevoli quantità di liquidi.

Altri sintomi da monitorare sono: 

  • sensazione di stress, causata dalla necessità di urinare spessissimo;
  • stanchezza, legata principalmente alla disidratazione ma anche ai continui risvegli notturni che non consentono di riposare in modo adeguato e soddisfacente;
  • nei bambini si può verificare febbre, vomito, diarrea, perdita di peso e pianto disperato.

Una minzione frequente, dovuta alla produzione di una quantità eccessiva di urine, è spesso associata o associabile al diabete mellito, per questo motivo per giungere a una diagnosi è necessario prima escludere che si tratti di una forma diabetica “classica”

Come si diagnostica il diabete insipido

Il primo step, come anticipato, consiste nell’escludere la presenza di diabete mellito, eseguendo esami del sangue e delle urine per rilevare i livelli di glicemia. 

Esclusa questa patologia, si può procedere con alcuni esami specifici per la diagnosi del diabete insipido, come il test di deprivazione idrica, che consiste nel chiedere al paziente di non assumere nessun liquido per circa 12 ore (in alcuni casi può durare anche 24 ore), durante le quali si monitora la produzione di urina, i livelli degli elettroliti nel sangue e il peso

Al termine delle 12 ore il medico somministra al paziente la vasopressina e verifica se nelle ore successive la diuresi eccessiva si interrompe, l’urina diventa più concentrata, la pressione arteriosa aumenta e la frequenza cardiaca si riduce, condizioni che confermano la diagnosi di diabete insipido centrale

Se tutto questo non accade, invece, si può parlare di diabete insipido nefrogenico

Unito a questo test, il medico può prescrivere anche esami del sangue e delle urine (urinocoltura nelle 24 h), analisi del peso specifico delle urine – molto basso in caso di diabete insipido, mentre nel diabete mellito è molto alto – e della concentrazione di elettroliti, ma anche test di imaging (come la risonanza magnetica) per verificare le condizioni di ipotalamo, ipofisi e reni.

Come si cura il diabete insipido?

Le cure per il diabete insipido variano a seconda del tipo di diagnosi. In caso di diabete insipido centrale, infatti, si procede in genere con la somministrazione di vasopressina o di desmopressina, una forma di vasopressina caratterizzata però da una durata d’azione più lunga, che possono essere assunti sotto forma di spray nasale, di compressa o tramite iniezione sottocutanea o in vena. 

Le dosi possono variare al fine di raggiungere un equilibrio tra i liquidi prodotti e le urine espulse, anche perché un eccesso di vasopressina può provocare ritenzione idrica, gonfiore e problemi cardiocircolatori.

In caso di diabete insipido nefrogenico, invece, richiedono un intervento differente, che può comprendere diete specifiche e trattamenti farmacologici

Sarà il medico a stabilire come procedere monitorando costantemente le condizioni del paziente. 

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