Quali sono i primi sintomi della mononucleosi?

da | Mag 2, 2023 | Salute

La mononucleosi viene spesso associata a una condizione blanda, in passato molto frequente in età pediatrica, oggi più diffusa tra adolescenti e adulti (15-30 anni), nota anche come “malattia del bacio”, perché si trasmette attraverso la saliva. 

In realtà, si tratta di una malattia infettiva subdola, con un decorso spesso semplice, ma in condizioni gravi diventa potenzialmente pericolosa, perché può colpire vari organi, come la milza e il fegato, e aumentare il rischio di sviluppo di tumori del naso e della gola

Inoltre, come vedremo più nel dettaglio nel corso dell’articolo, il principale virus che provoca quest’infezione, il virus di Epstein-Barr (EBV), una volta entrato nel flusso sanguigno, non lo abbandona più per tutta la vita. Questo vuol dire che chi l’ha contratto, di fatto, è perennemente contagioso

Non è un caso, quindi, che oltre il 90% della popolazione mondiale entri in contatto con il virus nei primi anni di vita, durante l’adolescenza o in età adulta, come riportato dall’Istituto Superiore di Sanità

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è la mononucleosi, cosa la provoca, quali sono i sintomi, le possibili complicanze e le cure disponibili oggi. 

Cos’è la mononucleosi?

Il nome mononucleosi deriva dalla presenza, in elevate quantità, di un tipo particolare di globuli bianchi nel sangue della persona infetta, chiamati anche cellule mononucleate

Ma cos’è la mononucleosi? È una malattia infettiva di origine virale, che si diffonde attraverso il contatto con la saliva, ma non solo attraverso i baci, come si è portati erroneamente a pensare. 

In effetti, il virus viene trasportato attraverso la saliva, con la quale si può entrare in contatto anche con la condivisione di oggetti contaminati, come un bicchiere, una bottiglia d’acqua, dei giocattoli. Più difficile, invece, la trasmissione attraverso colpi di tosse o starnuti.

Come accennato prima, la mononucleosi è una delle malattie infettive più diffuse al mondo, con circa il 90% della popolazione che è entrata in contatto con il virus (il 95% in età pediatrica). In passato era molto più frequente tra i bambini più piccoli, che sono soliti condividere giochi e oggetti vari e portarli alla bocca, ma il miglioramento delle condizioni igieniche nel mondo industrializzato ha in parte ridotto questo dato

Oggi è molto più frequente tra gli adolescenti e gli adulti, in particolare nella fascia di età tra i 15 e i 30 anni, in cui è forse più corretto usare l’espressione “malattia del bacio” a cui abbiamo fatto riferimento prima.  

In questa fetta di popolazione la mononucleosi viene inserita a pieno titolo nel novero delle infezioni sessualmente trasmesse, come evidenziato in questa grafica elaborata dal sito Uniti contro l’AIDS, promosso dal Ministero della Salute e dall’ISS. 

mononucleosi

In effetti, è importante sottolineare che, seppur il vettore principale sia la saliva, questi virus possono anche diffondersi attraverso il sangue e lo sperma durante i rapporti sessuali, le trasfusioni di sangue e i trapianti di organi.

Quali sono le cause principali?

La mononucleosi è una malattia infettiva di origine virale, di conseguenza è causata da un virus

La causa principale è da individuare nel virus Epstein-Barr (EBV), della famiglia degli Herpesvirus, a cui appartengono molte altre patologie, come la varicella, l’herpes labiale, l’herpes genitale e il fuoco di Sant’Antonio

Meno diffusa è invece la mononucleosi infettiva causata da altri virus, come ad esempio il citomegalovirus, che rappresenta un’importante causa di patologie fetali, anche gravi se trasmesso al feto durante la gravidanza.

Un abbassamento delle difese immunitarie può esporre maggiormente al rischio di contrarre questa malattia

Quali sono i sintomi della mononucleosi?

Il decorso della malattia è molto lento e aspecifico, per questo spesso non viene diagnosticata in una fase iniziale, in quanto si presenta con pochi sintomi, di solito sovrapponibili a una faringite o tonsillite. 

Nella maggior parte dei bambini di età inferiore a 5 anni, l’infezione è asintomatica.

Il tempo di incubazione, ovvero il periodo che intercorre tra il momento del contagio e la comparsa dei sintomi, è abbastanza lungo, va dalle 2 alle 3 settimane nei bambini e dalle 3 alle 5 settimane negli adulti.

Ma come si manifesta la mononucleosi? Quali sono i sintomi tipici di questa infezione?

  • Astenia o stanchezza estrema: spesso grave, di solito più grave durante le prime 2-3 settimane, e può permanere per mesi;
  • Febbre: in genere raggiunge il picco di circa 39,5 °C nel pomeriggio o in prima serata;
  • Mal di gola: la gola è spesso molto dolente e sul fondo della gola si può formare del materiale simile al pus; questa condizione rende difficile e dolorosa la deglutizione, anche di liquidi;
  • Linfoadenopatia o linfonodi ingrossati: più di frequente interessa i linfonodi nel collo e nelle ascelle, ma potrebbe presentarsi anche in altre parti del corpo, ad esempio l’inguine; questa condizione persiste per circa 3-6 settimane;
  • Mal di testa o dolori articolari;
  • Eruzione cutanea, meno frequente.

Di solito i sintomi tendono a regredire spontaneamente nel tempo

Quali sono le complicanze della mononucleosi

Abbiamo spiegato che la mononucleosi è una malattia subdola, con un decorso lungo e lento, e una serie di sintomi che possono protrarsi per settimane o mesi, ma che, in genere, si risolve spontaneamente senza grossi strascichi

Purtroppo, però, in circa il 50% dei pazienti che contraggono l’infezione si presenta anche un ingrossamento della milza, con conseguenze potenzialmente molto gravi, come la rottura dell’organo. 

Questo ingrossamento della milza si manifesta con un dolore addominale alla parte sinistra

Più raramente possono insorgere complicazioni a carico del fegato, come l’ittero, e del sistema nervoso, come la meningite, l’encefalite e la neuropatia periferica

Queste condizioni non vanno prese sottogamba, perché possono minacciare la salute e la vita del paziente. Circa l’1% dei pazienti affetti da mononucleosi muore, principalmente a causa delle complicanze conseguenti all’ingrossamento della milza e del fegato

Infine, seppur in rarissimi casi, il virus EBV contribuisce allo sviluppo di diversi tipi di tumori, come il linfoma di Burkitt e alcuni tumori del naso e della gola.

Si può prevenire la mononucleosi?

Ad oggi non esiste un vaccino contro la mononucleosi, di conseguenza la prevenzione è legata essenzialmente a pratiche di buona igiene personale, evitando ad esempio la condivisione di oggetti che sono entrati in contatto con la propria saliva, ma non è sufficiente.

Com’è facile intuire, in effetti, non si può vivere una vita intera senza entrare in contatto con un’altra persona, ad esempio senza baciare il proprio partner.

Nel momento in cui viene diagnosticata la malattia, ovviamente, è importante fare molta attenzione a questo aspetto, soprattutto se in casa ci sono bambini che non hanno mai contratto l’infezione e non risultano, quindi, immuni, come la stragrande maggioranza degli adulti. 

Come si effettua la diagnosi?

Il primo step consiste nell’analisi dei sintomi del paziente, in particolare la presenza di una gola molto infiammata o di linfonodi ingrossati. 

Per avere però la certezza della diagnosi, il medico può prescrivere una serie di test clinici di facile esecuzione. 

  • Test per anticorpi eterofili o monotest: si tratta di un semplice esame del sangue, molto rapido, con il quale si rileva una specifica classe di anticorpi IgM, che però potrebbe dare esito negativo negli adolescenti e negli adulti nelle fasi iniziali della malattia; per questo motivo il medico potrebbe farlo ripetere dopo una settimana se si sospetta che si tratti proprio di questa condizione. Il test, purtroppo, risulta poco affidabile nei bambini di età inferiore ai quattro anni con mononucleosi infettiva. 
  • Esame del sangue specifico per anticorpi anti-EBV: con questo test si esegue la ricerca degli anticorpi di classe IgM (che indicano la presenza di un’infezione in corso) e degli anticorpi di classe IgG (che indicano un’infezione contratta in passato) contro gli antigeni del virus di Epstein-Barr.
  • Emocromo, con il quale effettuare una conta dei globuli bianchi, che abbiamo visto essere maggiormente interessati dall’infezione.

Sarà il medico a stabilire come procedere in tal senso, prescrivendo gli esami a cui sottoporsi. 

Come si cura l’infezione?

Purtroppo non esiste una cura specifica per la mononucleosi; non ci sono, infatti, farmaci antivirali efficaci contro il virus EBV. 

È possibile, però, agire sui sintomi attraverso l’assunzione di farmaci, ad esempio il paracetamolo o farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) contro la febbre e i dolori influenzali. 

Non è raccomandata la somministrazione di antibiotici, in quanto si tratta di un’infezione virale e non batterica; inoltre, potrebbe favorire la comparsa di reazioni allergiche, soprattutto a livello cutaneo.

In alcuni casi, in presenza di determinate complicanze, ad esempio l’ingrossamento della milza o del sistema nervoso, il medico potrebbe prescrivere dei corticosteroidi.

Sono infine prescritti il riposo per alcune settimane, una dieta leggera e un’adeguata idratazione.

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