Trascorrere in piedi buona parte della giornata è una costante in molte professioni, che può causare dolore e condizioni patologiche più o meno gravi nei lavoratori. Una di queste è la cosiddetta spina calcaneare.
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La spina calcaneare, unita alla fascite plantare, è uno dei disturbi del piede più comuni; nella maggior parte dei casi è possibile trattarla escludendo o evitando un intervento chirurgico, proprio utilizzando un plantare ortopedico.
Ma andiamo per ordine, e cerchiamo di capire cos’è e come si cura la spina calcaneare, approfondendone anche le cause e i sintomi principali.
Di cosa parliamo in questo articolo
Cos’è la spina calcaneare
La spina calcaneare è un deposito di calcio che causa una sporgenza ossea sul lato inferiore del calcagno, quello che comunemente chiamiamo tallone.
In pratica, è un pezzettino di osso, in media lungo circa 1 cm, che si estende tra l’osso del tallone e l’arco plantare.
Non è sempre visibile ad occhio nudo, ma è possibile individuarla tramite una semplice radiografia.
Purtroppo, risultando spesso asintomatica, questa condizione può rimanere sconosciuta fino a quando non causa dolore o in presenza di altre condizioni, in particolare la fascite plantare, una dolorosa infiammazione della fascia fibrosa del tessuto connettivo che corre lungo la pianta del piede e collega il calcagno all’avampiede.
Come vedremo più avanti nel corso dell’articolo, i trattamenti per la spina calcaneare e le condizioni associate includono esercizio, plantari personalizzati, farmaci antinfiammatori e iniezioni di cortisone. Se i trattamenti conservativi falliscono, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico.
Quali sono le cause principali?
Come spiegato, le spine calcaneari si verificano quando i depositi di calcio si accumulano nella parte inferiore del calcagno, un processo che di solito si verifica in un periodo di molti mesi.
Queste formazioni sono spesso causate da sollecitazioni sui muscoli e sui legamenti del piede, dall’allungamento della fascia plantare e dallo strappo ripetuto della membrana che copre l’osso del tallone.
Non a caso sono particolarmente comuni tra gli atleti, le cui attività includono grandi quantità di corsa e salto.
I principali fattori di rischio che possono favorire la comparsa di spina calcaneare e di fascite plantare sono:
- anomalie dell’andatura a piedi, che sottopongono a uno stress eccessivo l’osso del tallone, i legamenti e i nervi vicino al tallone;
- correre o fare jogging, soprattutto su superfici dure;
- scarpe mal calzate o usurate, in particolare quelle prive di un adeguato supporto per l’arco plantare;
- sovrappeso e obesità;
- l’aumento dell’età, che diminuisce la flessibilità della fascia plantare e assottiglia il cuscinetto adiposo protettivo del tallone;
- diabete;
- trascorrere la maggior parte della giornata in piedi;
- avere piedi piatti o archi alti.
Quasi tutti i fattori di rischio elencati possono essere prevenuti attraverso azioni alquanto semplici, come indossare scarpe ben aderenti con suole ammortizzanti e adeguate per ogni situazione, fare esercizi di stretching prima di ogni attività, evitare di indossare scarpe con usura eccessiva su talloni e suole, perdere peso.
Quali sono i sintomi?
Come accennato, la spina calcaneare si presenta spesso in forma asintomatica. Detto questo, possono comunque essere associati a dolore intermittente o cronico, specialmente mentre si cammina, si fa jogging o si corre, se si sviluppa un’infiammazione nel punto in cui si forma lo sperone.
In generale, la causa del dolore non è lo sperone calcaneare in sé, ma la lesione dei tessuti molli ad esso associata.
Molte persone descrivono il dolore delle spine calcaneari e della fascite plantare come un coltello o uno spillo che si conficca nella pianta dei loro piedi quando si alzano per la prima volta al mattino, un dolore che in seguito si trasforma in un dolore sordo.
Come curare la spina calcaneare
Nella maggior parte dei casi la spina calcaneare può essere trattata evitando il ricorso alla chirurgia.
Purtroppo, e contrariamente a quello che si potrebbe pensare, il riposo non è una soluzione. Infatti, quando si poggia il piede a terra e si inizia a camminare dopo una notte di sonno, il dolore può addirittura peggiorare poiché la fascia plantare si allunga improvvisamente, tirando il tallone.
Paradossalmente, il dolore spesso diminuisce quanto più cammini, ma questo non vuol dire che camminare sia l’alternativa più adeguata, anzi; dopo aver camminato a lungo il dolore potrebbe aumentare.
Le alternative alla chirurgia sono anche denominate trattamenti conservativi. Nel caso della spina calcaneare, si fa riferimento a:
- esercizi di stretching;
- consigli sulle scarpe;
- inserti per scarpe o dispositivi ortopedici;
- fisioterapia;
- stecche notturne.
Per il dolore, il medico potrebbe prescrivere degli antidolorifici, come paracetamolo e ibuprofene.
In molti casi, un dispositivo protesico funzionale può correggere le cause del dolore al tallone e all’arco plantare, come gli squilibri biomeccanici. In alcuni casi, è possibile eseguire l’iniezione con un corticosteroide per alleviare l’infiammazione nell’area.
Laddove queste soluzioni non dovessero risultare efficaci (lo sono nel 90% dei casi) nel corso di circa 9-12 mesi, l’ortopedico potrebbe valutare un intervento chirurgico per alleviare il dolore e ripristinare la mobilità, attraverso il rilascio della fascia plantare o la rimozione della spina calcaneare.
Sarà il medico a valutare il trattamento più adeguato alle condizioni del paziente.