Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il fenomeno dell’antibiotico resistenza è uno dei principali problemi di sanità pubblica a livello mondiale, come evidenziato anche dall’Organizzazione Mondiale di Sanità e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (European Centre for Disease Prevention and Control, ECDC).
La resistenza agli antibiotici, in effetti, presenta numerose implicazioni, sia dal punto di vista clinico, con aumento della morbilità, della mortalità, dei giorni di ricovero, possibilità di sviluppo di complicanze, possibilità di epidemie, sia in termini di ricaduta economica, a causa del costo aggiuntivo richiesto per l’impiego di farmaci e di procedure più onerose, per l’allungamento delle degenze in ospedale e per eventuali invalidità.
A partire dal 2001, in Italia l’ISS coordina la sorveglianza nazionale dell’antibiotico-resistenza AR-ISS, con relativa pubblicazione di un report annuale che fotografa la situazione corrente.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è l’antibiotico resistenza, quali sono le cause principali, perché è così pericolosa e quali sono i dati italiani più recenti.
Di cosa parliamo in questo articolo
Cos’è l’antibiotico resistenza
L’antibiotico resistenza – che rientra nella più ampia resistenza antimicrobica (AMR, Antimicrobial resistance) – consiste in un fenomeno che si verifica quando i batteri sviluppano la capacità di resistere agli effetti degli antibiotici, ovvero ai farmaci progettati per ucciderli o inibire la loro crescita.
Quindi, per chiarire un punto sul quale c’è spesso confusione, è bene ricordare che a sviluppare una resistenza agli antibiotici sono i batteri, e non gli esseri umani (o gli animali). Non siamo noi, quindi, che impediamo al farmaco di svolgere la propria funzione in maniera efficace, ma il batterio che ci ha infettato.
Questo fenomeno si verifica quando i batteri subiscono mutazioni genetiche o acquisiscono geni di resistenza attraverso lo scambio di materiale genetico con altri batteri.
Come accennato nell’introduzione, l‘antibiotico resistenza è una preoccupazione significativa per la salute pubblica, poiché può rendere più difficile trattare le infezioni batteriche. Quando i batteri diventano resistenti agli antibiotici comuni, può essere necessario utilizzare farmaci più potenti e costosi o, in alcuni casi, non ci sono opzioni terapeutiche efficaci disponibili.
Per affrontare il problema dell’antibiotico resistenza è importante utilizzare gli antibiotici solo quando necessario, seguire accuratamente le indicazioni del medico, completare sempre il ciclo prescritto di antibiotici e adottare pratiche igieniche adeguate per prevenire la diffusione delle infezioni. Inoltre, è importante promuovere la ricerca e lo sviluppo di nuovi antibiotici e approcci terapeutici per affrontare le sfide crescenti legate alla resistenza antimicrobica.
Quali sono le cause della resistenza agli antibiotici
Le cause principali dell’antibiotico resistenza sono legate principalmente all’uso eccessivo e scorretto degli antibiotici. Alcuni dei fattori chiave includono:
- uso inappropriato degli antibiotici: l’uso di questi farmaci quando non sono necessari o la prescrizione di dosi inadeguate può contribuire allo sviluppo di resistenza;
- automedicazione: l’accesso facile agli antibiotici senza prescrizione medica in alcune aree del mondo può portare all’abuso di questi farmaci. L’auto-prescrizione senza la supervisione di un professionista sanitario o l’interruzione prematura del ciclo di trattamento può favorire la sopravvivenza di batteri resistenti;
- uso in agricoltura: gli antibiotici vengono spesso utilizzati nella produzione agricola per promuovere la crescita degli animali e prevenire le infezioni. Questo uso eccessivo negli allevamenti può contribuire alla diffusione della resistenza antimicrobica;
- scarso rispetto delle norme igieniche: la trasmissione di batteri resistenti può avvenire attraverso il contatto diretto con persone infette o attraverso cibo, acqua e ambienti contaminati. Un’igiene insufficiente può facilitare la diffusione di batteri resistenti agli antibiotici;
- mancanza di sviluppo di nuovi antibiotici: il tasso di sviluppo di nuovi antibiotici è notevolmente diminuito, mentre la resistenza antimicrobica è in aumento. La mancanza di nuovi farmaci contribuisce al problema, poiché può ridurre le opzioni di trattamento quando i batteri diventano resistenti agli antibiotici esistenti;
- trasmissione di geni di resistenza: i batteri possono trasferire geni di resistenza ad altri batteri attraverso processi come la coniugazione batterica o la trasformazione genetica. Questo scambio di materiale genetico può contribuire alla diffusione della resistenza agli antibiotici.
Contrastare il problema dell’antibiotico resistenza è un obiettivo urgente a livello mondiale, perché può causare danni anche molto gravi.
Perché è così pericolosa?
La resistenza agli antibiotici è estremamente pericolosa per diverse ragioni, tra cui le principali sono le seguenti.
- Difficoltà nel trattamento delle infezioni: la resistenza rende più difficile trattare le infezioni batteriche; i farmaci che una volta erano efficaci potrebbero non funzionare più, lasciando le infezioni proliferare senza un adeguato controllo.
- Aumento della gravità delle infezioni: quando gli antibiotici non sono efficaci, le infezioni possono diventare più gravi e più difficili da gestire; ciò può portare a una maggiore morbidità e mortalità associate alle infezioni.
- Aumento dei costi sanitari: la necessità di utilizzare farmaci più potenti e costosi per trattare infezioni resistenti comporta un aumento dei costi sanitari; inoltre, le infezioni che richiedono cure più lunghe e complesse possono aumentare ulteriormente i costi per il sistema sanitario e per i pazienti.
- Limitazioni delle opzioni terapeutiche: con la crescita della resistenza agli antibiotici, le opzioni terapeutiche diventano sempre più limitate; in alcuni casi, potrebbe non esserci alcun trattamento efficace disponibile, lasciando i pazienti vulnerabili alle conseguenze delle infezioni non controllate.
- Impatto sulla chirurgia e sulle procedure mediche: le infezioni batteriche sono una preoccupazione particolare in situazioni di intervento chirurgico o altre procedure mediche invasive; la resistenza agli antibiotici può compromettere la capacità di prevenire o gestire le infezioni post-operatorie, aumentando il rischio di complicanze.
- Diffusione della resistenza: la resistenza agli antibiotici può diffondersi facilmente tra i batteri, anche tra quelli che causano infezioni diverse; questo fenomeno può rendere inefficaci interi gruppi di antibiotici, rendendo più difficile il controllo delle malattie infettive.
- Impatto sulla salute pubblica globale: l’antibiotico resistenza è una minaccia globale per la salute pubblica; la diffusione di batteri resistenti attraverso i confini può compromettere la capacità di gestire le malattie infettive a livello mondiale, richiedendo una cooperazione internazionale per affrontare il problema in modo efficace.
Per affrontare la resistenza agli antibiotici è fondamentale adottare un approccio olistico che comprenda il miglioramento delle pratiche di prescrizione e utilizzo degli antibiotici, l’investimento nella ricerca di nuovi farmaci, la promozione di pratiche agricole sostenibili e l’educazione pubblica sull’uso responsabile degli antibiotici.
I dati sulla resistenza agli antibiotici in Italia
In occasione della World AMR Awareness Week (WAAW), la settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici che si tiene dal 18 al 24 novembre, e della Giornata europea degli antibiotici (18 novembre, European Antibiotic Awareness Day – EAAD), sono stati presentati i dati 2022, contenuti nel rapporto “AR-ISS: sorveglianza nazionale dell’Antibiotico-Resistenza” redatto dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute.
Come si legge nella parte introduttiva del rapporto:
“L’Italia da anni è tra i Paesi in Europa con le più alte percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici utilizzate in ambito ospedaliero”
I dati mostrano percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici per gli otto patogeni sotto sorveglianza che si mantengono elevate.
Gli otto patogeni a cui si fa riferimento sono i seguenti.
- Staphylococcus aureus: batterio Gram-positivo, può causare infezioni della pelle e tessuti molli, nonché infezioni più gravi come polmonite e endocardite; alcuni ceppi possono essere resistenti agli antibiotici.
- Streptococcus pneumoniae: batterio Gram-positivo, è una causa comune di polmonite, meningite e infezioni dell’orecchio; alcuni ceppi possono sviluppare resistenza agli antibiotici.
- Enterococcus faecalis: batterio Gram-positivo, normalmente presente nell’intestino, può causare infezioni urinarie e del sangue; alcuni ceppi possono essere resistenti agli antibiotici.
- Enterococcus faecium: batterio Gram-positivo, è coinvolto in infezioni nosocomiali e spesso risulta associato a resistenza agli antibiotici.
- Escherichia coli: batterio Gram-negativo, normalmente presente nell’intestino, può causare infezioni del tratto urinario e intestinali, e altre malattie; alcuni ceppi possono essere associati a resistenza agli antibiotici.
- Klebsiella pneumoniae: batterio Gram-negativo, è coinvolto in infezioni del tratto respiratorio e urinario; alcuni ceppi possono sviluppare resistenza agli antibiotici.
- Pseudomonas aeruginosa: batterio Gram-negativo, causa infezioni ospedaliere (nosocomiali), spesso nei polmoni e nel tratto urinario; è noto per la sua resistenza agli antibiotici, rendendo le infezioni difficili da trattare.
- Acinetobacter species: batterio Gram-negativo, può causare infezioni nei polmoni, nel sangue e nelle ferite; alcuni ceppi sono noti per la loro resistenza agli antibiotici, complicando il trattamento delle infezioni.
Per alcune combinazioni patogeno/antibiotico, tra cui Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi, si continua ad osservare un trend in diminuzione rispetto agli anni precedenti, mentre per altre, in particolare per Enterococcus faecium, si osserva un continuo trend in aumento.
Come contrastare la AMR?
Come più volte rimarcato, il problema non riguarda solo l’Italia, ma è una fenomeno globale. Nelle Raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea sul potenziamento delle azioni dell’UE per combattere la resistenza antimicrobica con un approccio «One Health» si legge, infatti, quanto segue:
“La resistenza antimicrobica è una questione «One Health», ossia una questione che interessa la salute umana, la salute animale, la salute delle piante e l’ambiente, ed è una minaccia sanitaria multiforme e a carattere transfrontaliero che non può essere affrontata da un singolo settore in modo indipendente o da singoli paesi. La lotta alla resistenza antimicrobica richiede un elevato livello di collaborazione intersettoriale e tra paesi, anche su scala mondiale.”
E ancora:
“Si stima che oltre 35.000 persone muoiano ogni anno nell’UE/SEE come conseguenza diretta di un’infezione dovuta a batteri resistenti agli antibiotici. L’impatto sanitario della resistenza antimicrobica è paragonabile a quello dell’influenza, della tubercolosi e dell’HIV/AIDS combinati. […] Secondo le stime, circa il 70 % dei casi di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici era costituito da infezioni correlate all’assistenza sanitaria.”
Si tratta, insomma, di un fenomeno pericoloso per la salute umana (e non solo), che richiede un impegno maggiore da parte di tutti i Paesi membri dell’Unione Europea e, più in generale, del mondo intero.