Calcoli renali: cosa sono, come si formano e come si curano

da | Lug 3, 2023 | Salute

I calcoli renali rappresentano un problema comune e doloroso che colpisce milioni di persone in tutto il mondo.  

Come si legge sul sito ISSalute, questa condizione colpisce circa 3 uomini su 20 e 2 donne su 20, con maggiore frequenza tra i 30 ed i 60 anni e raramente compaiono prima dei 20 anni di età.

I calcoli possono svilupparsi all’interno dei reni o del tratto urinario, causando una serie di sintomi sgradevoli, dolore intenso e complicazioni potenzialmente gravi.

Nonostante la loro elevata diffusione nella popolazione, spesso suscitano confusione e preoccupazione tra le persone che ne sono affette. 

Proviamo a fare chiarezza, spiegando cosa sono, come si formano e come si curano i calcoli renali.

Cosa sono i calcoli renali?

I calcoli renali, noti anche come calcolosi renale o nefrolitiasi, sono masse solide, simili a sassolini, formate da minerali e altre sostanze presenti nelle urine. 

Come accennato prima, possono formarsi all’interno dell’apparato urinario, che è composto da reni, ureteri, vescica, uretra; questo avviene quando determinate sostanze presenti nelle urine, come calcio, ossalato di calcio, acido urico o fosfati, si accumulano in eccesso e non vengono adeguatamente diluite o eliminate dal sistema urinario. 

Con il tempo, queste sostanze si cristallizzano e si aggregano, formando calcoli di dimensioni variabili, che possono variare da granelli di sabbia a sassolini, fino a diventare pietre anche molto grandi. 

Quando un calcolo si sposta attraverso l’uretere, il tubo che collega il rene alla vescica, può causare ostruzione e generare un dolore intenso, in alcuni casi davvero insostenibile, paragonabile solo al dolore del travaglio di parto.

Come e perché si formano?

Abbiamo spiegato che i calcoli renali si formano quando alcune sostanze presenti nelle urine si accumulano in eccesso e cristallizzano, creando masse solide. 

Ma perché avviene? La formazione dei calcoli può essere influenzata da diversi fattori, tra cui i seguenti.

  • Concentrazione di sostanze nelle urine: se le urine contengono elevate concentrazioni di sostanze come calcio, ossalato di calcio, acido urico o fosfati, c’è una maggiore probabilità che si formino dei calcoli; queste sostanze possono provenire da una dieta sbilanciata, disidratazione o da condizioni mediche specifiche.
  • Volume di urina: una bassa produzione di urina può concentrare le sostanze e aumentare il rischio di formazione dei calcoli; la scarsa idratazione o alcune condizioni mediche possono influire sulla quantità di urina prodotta.
  • pH delle urine: il pH, che misura l’acidità o la basicità, in questo caso delle urine, può influenzare la formazione dei calcoli; alcuni tipi di calcoli si formano in un ambiente acido, mentre altri si sviluppano in un ambiente alcalino.
  • Fattori genetici: la predisposizione genetica può aumentare la probabilità di sviluppare calcoli renali; alcune persone possono ereditare una maggiore suscettibilità alla formazione dei calcoli o una tendenza a produrre sostanze che favoriscono la cristallizzazione.
  • Stili di vita poco salutari: alcuni fattori legati allo stile di vita, come una dieta ricca di sodio, proteine animali o zuccheri, e il consumo eccessivo di alcol, possono aumentare il rischio di formazione dei calcoli renali.
  • Condizioni mediche: alcune condizioni mediche, come l’iperparatiroidismo, la gotta, le infezioni del tratto urinario o disturbi metabolici come la cistinuria, possono aumentare la probabilità di sviluppare calcoli renali.

È importante sottolineare che la formazione dei calcoli renali può essere influenzata da una combinazione di fattori. Spesso è un mix delle cause elencate. 

Quali sono i sintomi più comuni?

I calcoli renali possono causare una serie di sintomi che variano da persona a persona, ma anche dalle dimensioni dei depositi di sali minerali accumulati

Alcune persone potrebbero non avvertire alcun sintomo finché i calcoli rimangono di piccole dimensioni e non causano ostruzioni significative. Tuttavia, quando un calcolo si muove nel tratto urinario o ostruisce il flusso di urina, possono verificarsi sintomi dolorosi e sgradevoli

Ecco alcuni dei sintomi più comuni:

  • dolore lombare o addominale – uno dei sintomi più caratteristici è il dolore intenso nella zona lombare o addominale inferiore, spesso descritto come un dolore acuto, crampi o una sensazione di puntura. Il dolore può essere costante o intermittente e può variare in intensità;
  • dolore durante la minzione – questo sintomo può essere simile a un’infezione del tratto urinario, ma senza la presenza di batteri nelle urine;
  • sangue nelle urine condizione nota come ematuria, può essere un segno della presenza di calcoli renali. L’urina può apparire rosa, rossa o marrone a causa del sangue presente;
  • minzione frequente – i calcoli possono aumentare la sensazione di dover urinare più spesso del solito. Questo sintomo può essere causato dall’irritazione o dall’ostruzione dell’uretere o dalla stimolazione dei nervi vicini;
  • urinare piccole quantità – in alcuni casi, possono causare una riduzione del flusso di urina, portando a una minzione in quantità ridotte ad ogni visita al bagno;
  • dolore irradiato – a volte, il dolore può irradiarsi verso altre aree del corpo, come l’inguine, i genitali o l’interno della coscia.

È importante notare che i sintomi possono variare a seconda delle dimensioni, della posizione e del movimento dei calcoli renali. In alcuni casi, i calcoli di dimensioni ridotte possono essere asintomatici e vengono scoperti incidentalmente durante esami diagnostici. 

Se si sospetta di avere calcoli renali o se si manifestano sintomi persistenti, è consigliabile consultare il medico per una valutazione e una diagnosi corrette.

Come si esegue una diagnosi?

La diagnosi dei calcoli renali di solito viene effettuata attraverso una combinazione di valutazione dei sintomi, esami diagnostici e immagini mediche

Ecco alcune delle procedure diagnostiche comunemente utilizzate per identificare e confermare la loro presenza.

  • Anamnesi e valutazione dei sintomi: il medico raccoglierà una storia medica dettagliata e chiederà informazioni sui sintomi che si stanno sperimentando; saranno presi in considerazione fattori come il tipo di dolore, la sua localizzazione, l’intensità e la presenza di altri sintomi associati.
  • Esame delle urine: può rilevare la presenza di sangue nelle urine o segni di infezione del tratto urinario; un campione di urina può essere esaminato al microscopio o testato per valutare i livelli di sostanze come sangue, proteine e cristalli che possono indicare la presenza di calcoli renali.
  • Esami del sangue: alcuni esami del sangue possono fornire informazioni utili sulla funzione renale e individuare eventuali anomalie; ad esempio, la misurazione dei livelli di creatinina nel sangue può fornire una stima della funzionalità renale.
  • Imaging medico:
    • ecografia renale – una ecografia dell’addome superiore, e in particolare dei reni, può rilevare la presenza di calcoli, valutare le dimensioni e la posizione dei calcoli e identificare eventuali ostruzioni urinarie;
    • tomografia computerizzata (TAC) – è una delle tecniche più precise per la diagnosi dei calcoli renali, consentendo di individuare anche calcoli di dimensioni molto ridotte;
    • radiografia – le radiografie possono essere utilizzate per individuare la presenza di calcoli renali a base di calcio. Tuttavia, possono non rilevare calcoli di dimensioni molto piccole o calcoli non visibili alla radiografia;
    • altri esami di imaging – in alcuni casi, possono essere utilizzate altre tecniche di imaging, come la risonanza magnetica (RM), l’ecografia delle vie urinarie, l’urografia o la scintigrafia renale, per valutare la funzionalità dei reni o la presenza di ostruzioni urinarie.

La combinazione di queste valutazioni e test diagnostici può aiutare a confermare la presenza dei calcoli renali, determinarne le dimensioni, la posizione e valutare eventuali complicanze associate. 

Sulla base della diagnosi, il medico sarà in grado di consigliare le opzioni di trattamento più appropriate.

Quali sono i trattamenti disponibili per i calcoli renali?

Come si cura la calcolosi renale? I trattamenti dipendono dalle dimensioni, dalla posizione, dalla gravità dei sintomi e da altri fattori specifici del paziente. 

Le opzioni terapeutiche più adottate sono le seguenti:

  • monitoraggio e gestione del dolore – i calcoli renali di dimensioni ridotte, che non causano sintomi gravi, possono essere monitorati per vedere se si dissolvono o si muovono spontaneamente. Durante questo periodo, possono essere prescritti analgesici per alleviare il dolore e possono essere raccomandati cambiamenti nella dieta e nell’idratazione per aiutare il loro passaggio;
  • terapia idrica: l’aumento dell’assunzione di liquidi, in particolare acqua, è un aspetto fondamentale per favorire il passaggio dei calcoli renali. Bere una quantità adeguata di acqua aiuta a diluire l’urina, riducendo la concentrazione di sostanze che possono favorire la formazione dei calcoli. Il medico può consigliare un adeguato piano di idratazione personalizzato;
  • terapia farmacologica in alcuni casi, possono essere prescritti farmaci, ad esempio per ridurre la formazione di calcio o ossalato nelle urine o per favorire la dissoluzione di determinati tipi di calcoli. I farmaci possono essere utilizzati in combinazione con altri trattamenti o come opzione di gestione a lungo termine per prevenire la formazione di nuovi calcoli;
  • litotrissia extracorporea ad onde d’urto: – questo trattamento, non invasivo, utilizza onde d’urto ad alta energia per frammentare i calcoli renali in piccoli frammenti che possono essere eliminati attraverso l’urina. Durante la procedura, le onde d’urto vengono dirette verso i calcoli mediante un dispositivo esterno. Successivamente, i frammenti più piccoli vengono espulsi naturalmente attraverso la minzione;
  • ureteroscopia questo procedimento coinvolge l’inserimento di un sottile strumento flessibile chiamato ureteroscopio attraverso l’uretra e la vescica fino all’uretere o al rene. Una volta raggiunto il calcolo, può essere utilizzato un laser, onde d’urto o pinze per rompere o rimuovere il calcolo. Questa procedura viene solitamente eseguita in anestesia generale o sedazione;
  • chirurgia in alcuni casi, può essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere i calcoli renali. L’intervento chirurgico può essere eseguito tramite un’incisione nella zona lombare per accedere direttamente al rene (nefrolitotomia) o attraverso incisioni o tubi inseriti attraverso l’addome (nefrolitotomia percutanea). Questi interventi chirurgici sono solitamente riservati a calcoli di dimensioni significative o a calcoli che non possono essere trattati con altre metodiche.

Sarà il medico a valutare la terapia o il trattamento più adeguato, sulla base delle caratteristiche dei calcoli renali e delle esigenze individuali del paziente. 

Prevenzione della calcolosi renale

La formazione dei calcoli renali può essere prevenuta, in particolare nei soggetti che ne hanno già sofferto in passato, essendo questa condizione recidiva.

Secondo la SIU – Società Italiana di Urologia, è raccomandato apportare alcune modifiche all’alimentazione e allo stile di vita per ridurre il rischio di soffrire di calcolosi renale

  • Bere molto:
    • assicurarsi di bere 2.5 o 3 litri di acqua ogni giorno;
    • bere costantemente durante il giorno;
    • scegliere bevande con pH neutro come acqua e latte;
    • monitorare la quantità di urina, che dovrebbe essere dai 2 ai 2.5 litri ogni giorno;
    • monitorare il colore dell’urina, che dovrebbe essere chiara;
    • bere maggiori quantità d’estate, soprattutto se si vive in ambienti caldi e se si fa molto esercizio fisico (questo aiuterà a bilanciare i liquidi persi).
  • Cambiamenti nella dieta:
    • avere una dieta bilanciata e variegata;
    • evitare l’uso eccessivo di integratori vitaminici;
    • mangiare molte verdure, fibre e frutta (specialmente agrumi);
    • provare ad assumere cibi a basso contenuto di ossalati come uova, lenticchie, riso bianco, mele sbucciate, uva, cavolfiori, spremute, ecc;
    • assicurarsi che nella dieta ci sia un sufficiente apporto di calcio (circa 1.000 mg al giorno). Mantenere comunque l’attenzione sull’assunzione di integratori di calcio e chiedere sempre consiglio al medico;
    • ridurre la quantità di sale nella dieta (non più di 3 o 5 grammi al giorno);
    • non assumere troppe proteine animali (specialmente carne di animali giovani). Al contrario, assumere più proteine vegetali, presenti, ad esempio, nell’avocado, cavolfiori e piselli;
    • mantenere un peso ideale (l’indice della massa corporea dovrebbe essere tra 18-25 kg/m2).
  • Stile di vita:
    • fare esercizio fisico 2 o 3 volte a settimana;
    • evitare lo stress.

Ma l’acqua del rubinetto fa venire i calcoli?

No, l’acqua del rubinetto, o l’acqua in generale, non favorisce la formazione dei calcoli renali

Si tratta di un luogo comune molto diffuso, che ha spinto moltissime persone ad evitare di bere l’acqua di casa per paura di provocarsi una calcolosi renale. 

Niente di più falso, come ha dichiarato l’Istituto Superiore di Sanità qualche anno fa con un contenuto dedicato proprio a smontare questa bufala (disponibile qui).

Ma allora, perché c’è questa convinzione così radicata? A causa, banalmente, di un errore di interpretazione. In effetti, abbiamo visto che i calcoli sono formati prevalentemente di calcio, e sappiamo che questo minerale è abbondantemente presente nelle acque potabili del nostro Paese, in particolare in alcune zone. 

L’errore sta nel considerare il calcio come una sostanza unica, ma non è così. In effetti, mentre i calcoli renali sono formati nella maggior parte dei casi da ossalato di calcio, l’acqua del rubinetto è invece ricca di carbonato di calcio, due sostanze chimiche differenti. 

E non è tutto. Infatti, stando a quanto riportato dall’ISS, 

“È stato dimostrato infatti che anche le acque minerali ricche di calcio sono utili nella prevenzione della calcolosi renale mentre, viceversa, una dieta povera di calcio può aumentare il rischio di sviluppare questa patologia.”

Insomma, non solo l’acqua del rubinetto non provoca i calcoli, ma potrebbe addirittura prevenirne la formazione

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.