Qual è la differenza tra artrosi e artrite?

da | Mag 13, 2025 | Salute

Artrosi e artrite rientrano nella più ampia categoria delle patologie reumatiche, interessano entrambe le articolazioni e sono caratterizzate da sintomi quali dolore, rigidità e limitazione nei movimenti delle articolazioni colpite. 

Sono proprio queste somiglianze a generare talvolta la confusione tra artrosi e artrite, spesso scambiate l’una per l’altra. Eppure, nonostante le sovrapposizioni iniziali nei sintomi, si tratta di due malattie ben distinte che si differenziano in diversi punti. 

Come vedremo più nel dettaglio nel corso dell’articolo, la distinzione fondamentale risiede nella loro natura: l’artrite è una patologia infiammatoria, spesso cronica, mentre l’artrosi è una malattia di natura degenerativa.

Queste patologie sono piuttosto comuni. Secondo i dati forniti dall’ISTAT, infatti, artrosi e artrite rappresentano la seconda malattia più diffusa in Italia (14,9%), dietro solo all’ipertensione (18,9%), superando addirittura condizioni come le malattie allergiche (10,9%), l’osteoporosi (7,7%), il diabete (6,3%) e la bronchite cronica e l’asma bronchiale (6,1%).

Cosa sono l’artrosi e l’artrite?

Come accennato prima, la principale differenza tra artrosi e artrite risiede nella natura stessa della patologia che colpisce le articolazioni. Sebbene entrambe possano causare dolore e rigidità, il meccanismo sottostante è differente. 

Per comprendere le differenze tra queste due condizioni, è fondamentale partire dalla loro definizione

Definizione di artrosi

L’artrosi, a differenza dell’artrite, non è primariamente una malattia infiammatoria, ma è definita come una patologia degenerativa cronica,  strettamente connessa all’usura delle articolazioni, un processo che tende a manifestarsi soprattutto con l’avanzare dell’età, tipicamente dopo i 50 anni.

Il processo artrosico comporta un assottigliamento e un graduale consumo o perdita della cartilagine articolare, il tessuto che normalmente funge da “cuscinetto” protettivo tra le ossa. Nelle fasi avanzate, questa perdita cartilaginea può portare a un contatto diretto e una frizione tra i capi ossei interessati, determinando una degenerazione dell’intera struttura articolare

Possono inoltre verificarsi modificazioni ossee, come la formazione di deformità (osteofiti) e cisti subcondrali. 

L’artrosi può interessare tutti i tessuti delle articolazioni mobili (quelle, per intenderci, deputate al movimento, come gomito o ginocchio) inclusi l’osso subcondrale (lo strato di osso che si trova immediatamente sotto la cartilagine articolare) e la membrana sinoviale (il tessuto connettivo che riveste l’interno della capsula articolare), anche nelle fasi precoci.

Le articolazioni più frequentemente colpite sono quelle che sopportano maggiormente il carico del peso corporeo o che sono soggette a un intenso movimento e lavoro muscolare, come le ginocchia, le anche, la colonna vertebrale, ma anche spalle, mani e piedi

Quando l’artrosi si manifesta a livello delle mani, tende a colpire in modo particolare le piccole articolazioni tra le falangi, le ossa che compongono le dita. In particolare, sono spesso interessate le articolazioni interfalangee distali, cioè quelle tra l’ultima e la penultima ossicino di ogni dito, e le articolazioni interfalangee prossimali, situate tra la penultima e la prima ossicino. Inoltre, un’altra zona frequentemente coinvolta è l’articolazione carpo-metacarpale del pollice, che si trova alla base del pollice e gli conferisce la sua caratteristica mobilità.

Definizione di artrite

L’artrite è, invece, una patologia infiammatoria, spesso di natura cronica, che fa parte della più ampia categoria delle malattie reumatiche. Essa si manifesta con un processo infiammatorio a livello delle articolazioni, che può interessare anche i tessuti molli circostanti, come legamenti, tendini e capsula sinoviale.

La causa principale dell’artrite è frequentemente di natura autoimmune, dove il sistema immunitario attacca erroneamente le componenti delle strutture articolari. Tuttavia, può essere determinata anche da altre cause, come l’accumulo di cristalli di acido urico (nel caso della gotta), infezioni (artrite settica), o essere associata ad altre patologie specifiche come l’artrite psoriasica o malattie del connettivo (come il lupus eritematoso sistemico).

A differenza dell’artrosi legata all’usura e all’età avanzata, l’artrite può svilupparsi in persone di ogni età, inclusi i bambini. Le sue manifestazioni cliniche sono caratterizzate dai segni tipici dell’infiammazione: 

  • gonfiore (tumefazione);
  • calore;
  • rossore nell’area colpita, accompagnati da dolore e rigidità. 

L’artrite può colpire sia articolazioni piccole che grandi, talvolta in modo simmetrico e, se non riconosciuta e trattata adeguatamente, l’infiammazione tende a peggiorare e nelle forme più severe può portare a deformità articolari e limitazione significativa dei movimenti.

Cause e fattori di rischio: perché si sviluppano?

Sebbene artrosi e artrite condividano alcuni sintomi iniziali, le cause sottostanti e i fattori di rischio che ne determinano l’insorgenza sono distinti

Comprendere queste differenze è fondamentale per una corretta diagnosi e un percorso terapeutico adeguato.

Cause e fattori di rischio dell’artrosi

Come spiegato, l’artrosi è principalmente una patologia degenerativa cronica legata all’usura delle articolazioni, tipico dopo i 50 anni, che comporta un progressivo consumo della cartilagine articolare.

Le principali cause e fattori di rischio per l’artrosi includono:

  • fattori meccanici e usura: l’usura della cartilagine tende fisiologicamente ad assottigliarsi e consumarsi nel corso degli anni;
  • traumi precedenti: l’artrosi può manifestarsi in seguito a fattori meccanici, come ad esempio aver subito una frattura o un danno cartilagineo determinato da un trauma diretto sull’articolazione (artrosi post-traumatica);
  • deviazioni assiali e difetti meccanici: condizioni in cui il carico corporeo non viene distribuito in modo uniforme sulla superficie articolare, come le deviazioni assiali importanti delle articolazioni, possono determinare un sovraccarico e conseguente usura precoce. Anche una meccanica anormale dovuta a una lesione (p. es., menisco lacerato) può essere un fattore scatenante;
  • obesità e sovrappeso: le persone in sovrappeso sono maggiormente predisposte in quanto sottopongono le articolazioni di carico (ginocchio e anca) a carichi maggiori. L’obesità può anche innescare difetti nel metabolismo della cartilagine, portando a danno della matrice cartilaginea e rimodellamento osseo subcondrale, aggravato dai fattori meccanici dovuti all’eccesso di peso;
  • fattori ereditari;
  • età;
  • difetti metabolici e mediatori infiammatori: a volte, l’artrosi può iniziare perché delle sostanze infiammatorie passano dalla membrana sinoviale (il rivestimento interno dell’articolazione) alla cartilagine, oppure a causa di problemi nel modo in cui la cartilagine si mantiene sana. Quando i tessuti si danneggiano, le cellule della cartilagine (chiamate condrociti) cercano di riparare il danno. Però, allo stesso tempo, vengono prodotte anche delle sostanze, come enzimi e citochine infiammatorie, che invece peggiorano e distruggono la cartilagine. Semplificando, è come se all’inizio ci fosse un “incidente” (infiammazione o problema di metabolismo) che danneggia la cartilagine. La cartilagine cerca di ripararsi, ma questa reazione produce anche delle “sostanze cattive” che finiscono per peggiorare la situazione.

Sebbene il fattore scatenante sia spesso sconosciuto, questi elementi contribuiscono alla degenerazione della cartilagine e delle strutture articolari.

Cause e fattori di rischio dell’artrite

Come visto, l’artrite è una patologia di natura infiammatoria, spesso cronica

Le cause e i fattori di rischio dell’artrite sono molteplici e complessi:

  • natura autoimmune: la causa principale è frequentemente di natura autoimmune. In questi casi, il sistema immunitario del corpo attacca erroneamente le componenti delle strutture articolari, causando un processo infiammatorio cronico. L’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico e lo scleroderma sono esempi in cui incide una combinazione di fattori genetici e ambientali;
  • malattie specifiche: l’artrite può essere determinata anche da patologie specifiche, come l’artrite reumatoide o l’artrite psoriasica;
  • microcristalli: l’accumulo di cristalli di acido urico nel sangue può causare l’artrite gottosa (gotta). Anche altri tipi di microcristalli, come quelli di pirofosfato di calcio diidrato (pseudogotta) o fosfato basico di calcio, sono responsabili di artropatie infiammatorie;
  • infezioni: esistono artriti infettive (batteriche, virali, fungine, parassitarie) e post-infettive (come l’artrite post-streptococcica o la febbre reumatica). Le spondiloentesoartriti reattive, ad esempio, possono essere innescate da agenti microbici su un terreno genetico predisponente;
  • fattori genetici: esistono diversi fattori di rischio genetici per l’artrite. La predisposizione genetica gioca un ruolo nell’eziopatogenesi dell’artrite reumatoide sieropositiva, e altri fattori genetici sono coinvolti nella gotta e in altre forme reumatiche. Anche alcune malattie ereditarie del tessuto connettivo, causate da difetti genetici, possono interessare le articolazioni;
  • fattori ambientali: i fattori ambientali possono incidere significativamente sul tasso di prevalenza di alcune forme di artrite, come l’artrite reumatoide;
  • stile di vita, in particolare la dieta e l’attività fisica;
  • genere: esistono notevoli differenze di genere nella propensione a sviluppare un tipo o un altro di artrite, con lupus, artrite reumatoide, sclerodermia e fibromialgia molto più comuni tra le donne;
  • età: a differenza dell’artrosi, l’artrite può svilupparsi in persone di ogni età, anche in età pediatrica.

Le cause dell’artrite sono oggetto di intense ricerche, e i risultati finora ottenuti indicano che si tratta di malattie complesse caratterizzate da diversi fattori di rischio che interagiscono.

Sintomi e manifestazioni: come riconoscere la differenza?

Anche se entrambe possono causare dolore e rigidità articolare, le loro manifestazioni cliniche presentano differenze significative utili a distinguerle. L’osservazione attenta dell’andamento dei sintomi è un passo fondamentale per comprendere quale patologia potrebbe essere presente.

I sintomi principali di entrambe le condizioni includono dolore, sensibilità o rigidità delle articolazioni, e limitazione nei movimenti, ma la modalità con cui questi sintomi si presentano e evolvono tende a variare:

  • Dolore:
    • nell’artrite, il dolore è spesso accompagnato da rigidità, specialmente al mattino. Tipicamente, il dolore e la rigidità tendono a migliorare con il movimento dell’articolazione, generalmente dopo 20-30 minuti;
    • nell’artrosi, il dolore si manifesta prevalentemente quando l’articolazione è sottoposta a carico o stress meccanico, come stando in piedi, e tende a migliorare con il riposo e durante la notte. È un dolore graduale e progressivo che peggiora con il carico.
  • Rigidità: entrambe causano rigidità, in particolare al mattino. Come accennato, però, nell’artrite tende a risolversi più rapidamente con il movimento rispetto a quella dell’artrosi.
  • Perdita di mobilità:
    • nell’artrite, si accompagna tipicamente a gonfiore (tumefazione) e calore nell’area colpita. Essendo una patologia infiammatoria, si manifesta con i segni classici dell’infiammazione: gonfiore, calore, arrossamento, dolore e perdita di funzionalità;
    • nell’artrosi, si sviluppa più gradualmente. Non è generalmente associata a gonfiore o calore significativi nelle fasi iniziali, sebbene un versamento articolare possa talvolta essere presente. Può associarsi a zoppia, in particolare se colpisce articolazioni portanti come l’anca o il ginocchio.
  • Altri segni caratteristici: segnali tipici dell’artrosi, che non si riscontrano nell’artrite, sono i crepitii e gli scricchiolii che si possono avvertire durante il movimento dell’articolazione. Questi rumori si verificano generalmente quando la cartilagine è talmente consumata da non fungere più da cuscinetto protettivo, causando attrito tra le ossa.
  • Stadi avanzati: in entrambi i casi, quando le patologie arrivano a uno stadio avanzato, si può assistere a un quadro degenerativo dell’articolazione e causare anche deformità degli arti. Nell’artrosi avanzata, la perdita cartilaginea può portare al contatto diretto tra i capi ossei, determinando una degenerazione dell’intera struttura articolare e modificazioni ossee come la formazione di osteofiti (deformità).

Ascoltare attentamente l’andamento dei sintomi e la presenza di segni come gonfiore, calore o crepitii può fornire indicazioni cruciali per distinguere tra queste due patologie articolari.

Come si esegue la diagnosi?

Quando si manifestano dolori articolari, il primo passo consigliato è sempre quello di rivolgersi al medico di base, che valuterà i sintomi descritti dal paziente e, sulla base di questi, prescriverà una serie di esami per indirizzare verso una diagnosi più specifica.

Gli esami iniziali prescritti sono generalmente:

  • esami del sangue;
  • radiografie.

Il percorso diagnostico si differenzia a seconda che si sospetti artrosi o artrite.

Diagnosi dell’artrosi

Si dovrebbe sospettare in pazienti con un’insorgenza graduale della sintomatologia, in particolare negli anziani. 

La diagnosi viene confermata dalle radiografie, che dovrebbero essere eseguite sulle articolazioni più sintomatiche. Generalmente, rivelano specifici segni di usura e degenerazione, tra cui seguenti:

  • osteofiti marginali;
  • restringimento dello spazio articolare;
  • aumentata densità dell’osso subcondrale;
  • formazione di cisti subcondrali;
  • rimodellamento osseo;
  • talvolta possono essere presenti versamenti articolari.

Viste radiografiche specifiche, come la vista “mercantile portante” (tangenziale con ginocchio flesso di 30°) e le radiografie delle ginocchia in stazione eretta, sono considerate più sensibili per rilevare il restringimento dello spazio articolare.

Essendo una patologia prevalentemente di carattere ortopedico, l’artrosi viene seguita tipicamente dallo specialista in ortopedia.

Diagnosi dell’artrite 

Diagnosticare l’artrite non è sempre semplice, perché può essere difficile da riconoscere. Può iniziare lentamente e in modo lieve, oppure comparire improvvisamente con un dolore particolarmente severo.

Gli esami iniziali includono esami del sangue e radiografie, come già visto per l’artrosi.

L’artrite viene seguita tipicamente dallo specialista in reumatologia. Qualora la natura dell’artrite non fosse di tipo autoimmune (come ad esempio un’artrite psoriasica), è consigliabile rivolgersi a uno specialista specifico per quella patologia, come un dermatologo per l’artrite psoriasica.

In entrambi i casi, non bisogna sottovalutare i campanelli d’allarme, ma richiedere tempestivamente un consulto da uno specialista per avere una diagnosi precisa. 

Sebbene entrambe siano progressive, con il giusto inquadramento diagnostico possono essere curate e tenute sotto controllo.

Come si curano l’artrosi e l’artrite?

Le terapie per l’artrosi e l’artrite sono molto diverse, perché diversa è la loro natura. Come spiegato, infatti, l’artrosi è prevalentemente degenerativa, mentre l’artrite è infiammatoria.

Trattamento dell’artrosi

L’obiettivo principale del trattamento dell’artrosi è alleviare il dolore, mantenere la mobilità articolare e ottimizzare la funzione articolare e globale

Essendo una patologia degenerativa legata all’usura della cartilagine, non esiste un trattamento farmacologico risolutivo.

Le opzioni disponibili sono le seguenti:

  • misure non farmacologiche e fisiche:
    • educazione del paziente;
    • una appropriata perdita di peso, se il soggetto è in sovrappeso, per alleviare i sintomi nelle articolazioni portanti;
    • misure riabilitative;
    • dispositivi di supporto, come ortesi, che possono alleviare il dolore e aumentare la funzione, specialmente per ginocchio, rachide o trapezio-metacarpale, ma vanno associate a esercizi;
    • esercizi per la forza muscolare, flessibilità e resistenza. L’attività fisica abituale è anche raccomandata per prevenire e rallentare la progressione;
    • modifiche delle attività nella vita quotidiana;
    • riposo.
  • terapia farmacologica:
    • i Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei (FANS) sono considerati il cardine della terapia farmacologica. Quelli topici sono preferiti per le articolazioni superficiali (ginocchio, mano) per limitare l’esposizione sistemica, mentre quelli orali possono essere usati per dolore refrattario o segni di infiammazione, per la durata più breve possibile a causa dei rischi. La protezione gastrica è importante per gli anziani;
    • analgesici, come paracetamolo. Quelli più potenti, come tramadolo o oppioidi, sono generalmente evitati per il dolore non canceroso a causa dei rischi e dei limitati benefici.
  • infiltrazioni intra-articolari:
    • l’acido ialuronico può essere usato per l’artrosi del ginocchio refrattaria ad altre misure, sebbene l’efficacia sia limitata e possa non essere clinicamente significativa;
    • fattori di crescita.
  • altri trattamenti aggiuntivi/sperimentali: massaggio, cuscinetti riscaldanti e agopuntura possono ridurre il dolore, ma l’uso di routine non è raccomandato per prove limitate di efficacia;
  • chirurgia: se gli approcci non chirurgici falliscono, si possono considerare la laminectomia, l’osteotomia e la protesi articolare totale. La sostituzione protesica è l’unica opzione percorribile quando la cartilagine è completamente usurata e i farmaci antidolorifici sono inefficaci.

Trattamento dell’artrite

Anche se non esistono cure per l’artrite (eccetto per le forme infettive), sono disponibili numerosi trattamenti in grado di rallentarne il decorso, minimizzare l’infiammazione articolare, prevenire danni alle articolazioni e prevenire l’invalidità, migliorando così la qualità della vita del paziente.

Le strategie di trattamento si basano principalmente sulla terapia farmacologica, che comprende la somministrazione di: 

  • farmaci antinfiammatori;
  • farmaci analgesici;
  • corticosteroidi.

Accanto alla terapia farmacologica, poi, si può procedere con:

  • fisioterapia;
  • terapia occupazionale, soprattutto in casi gravi che compromettono la capacità di svolgere compiti quotidiani;
  • periodi di riposo e rilassamento;
  • l’attività fisica adeguata è particolarmente importante, poiché la tendenza alla sedentarietà può aggravare il quadro clinico;
  • una dieta appropriata;
  • chirurgia: l’impianto di una protesi in un paziente con artrite è più complesso rispetto a un paziente con artrosi, a causa di un quadro di usura dei tessuti molli nettamente superiore. Il decorso post-operatorio richiede terapie farmacologiche e fisiche specifiche impostate dal reumatologo.

Domande frequenti (FAQ)

Artrite e artrosi sono la stessa cosa? 

No, sono patologie molto diverse. Nonostante entrambe interessino le articolazioni e causino dolore e rigidità, l’artrosi è un processo di usura, mentre l’artrite è un processo infiammatorio.

Qual è la differenza principale tra artrite e artrosi? 

L’artrosi è una malattia degenerativa cronica causata dall’usura della cartilagine articolare dovuta a fattori meccanici e biologici. L’artrite è una malattia infiammatoria cronica, spesso di origine autoimmune, ma può essere causata anche da infezioni o deposito di microcristalli.

Quali sono le cause principali dell’artrite? 

Spesso è dovuta a una disfunzione del sistema immunitario (malattie autoimmuni). Altre cause includono infezioni e il deposito di microcristalli (come nella gotta).

Quali sono le cause principali dell’artrosi? 

L’artrosi è causata da eventi meccanici e biologici che portano alla destabilizzazione della cartilagine e dell’osso subcondrale. La causa principale è l’usura degenerativa della cartilagine, spesso legata a fattori di carico, traumi o anomalie anatomiche.

Come si manifestano i sintomi dell’artrosi? 

I sintomi esordiscono gradualmente, solitamente con dolore che peggiora con il carico e migliora con il riposo. La rigidità si presenta al mattino o dopo inattività e dura meno di 30 minuti. Sono comuni crepitii o scricchiolii dovuti allo sfregamento delle ossa.

Come si manifestano i sintomi dell’artrite? 

I sintomi includono dolore e rigidità, specialmente al mattino. Il dolore tende a migliorare con il movimento dopo 20-30 minuti. Tipici segni infiammatori come gonfiore, calore e rossore sono presenti.

Chi è più colpito dall’artrosi? 

L’artrosi colpisce principalmente persone anziane. Di solito insorge dopo i 50 anni ed è quasi universale (anche se non sempre sintomatica) in età molto avanzata.

Chi è più colpito dall’artrite? 

L’artrite può svilupparsi in persone di ogni età. Non è limitata all’età avanzata e può manifestarsi anche nei bambini.

Quali articolazioni sono tipicamente colpite dall’artrosi?

Colpisce prevalentemente le articolazioni sottoposte a maggior carico o sollecitazione. Le sedi più comuni sono ginocchia, anche, colonna vertebrale, mani e piedi. Esistono forme specifiche per sede, come la rizoartrosi.

Quali articolazioni sono tipicamente colpite dall’artrite? 

L’artrite può interessare tutte le articolazioni, sia piccole che grandi. Nelle forme più severe, può colpire anche la colonna vertebrale e le ossa del bacino.

Come si cura l’artrosi?

Non esiste un trattamento farmacologico risolutivo. La terapia mira ad alleviare dolore e rigidità con farmaci (analgesici, FANS) e misure fisiche (esercizio, perdita di peso). Nei casi avanzati, si può ricorrere alla chirurgia sostitutiva.

Come si cura l’artrite? 

Attualmente non esistono cure definitive (eccetto per le forme infettive). I trattamenti mirano a rallentare il decorso e minimizzare l’infiammazione, principalmente tramite una terapia farmacologica specifica (antinfiammatori, corticosteroidi, farmaci mirati). Anche fisioterapia e stile di vita sono importanti.

A quale specialista rivolgersi in caso di artrosi? 

Dopo una valutazione iniziale con il medico di base, lo specialista di riferimento per l’artrosi è tipicamente l’Ortopedico.

A quale specialista rivolgersi in caso di artrite? 

Dopo una valutazione iniziale con il medico di base, lo specialista di riferimento per l’artrite è tipicamente il Reumatologo, data la natura spesso infiammatoria o autoimmune della patologia.

Artrosi e artrite possono causare deformità? 

Sì, in stadi avanzati, sia l’artrosi che l’artrite possono portare a deformità visibili degli arti.

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