Artrite reumatoide: cause, sintomi, diagnosi, cure

da | Mar 8, 2023 | Salute

Secondo i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia la prevalenza dell’artrite reumatoide è pari a circa lo 0,5% della popolazione, con una stima di soggetti affetti da questa malattia che si aggira tra i 200.000 e i 300.000 individui

Trattandosi di una malattia autoimmune cronica, accompagna in genere i malati per tutta la loro vita, con un’intensità variabile e sintomi differenti. 

Come vedremo più nel dettaglio, non sono ben note le cause scatenanti della malattia e non esiste una cura, ma tramite una diagnosi precoce e una terapia adeguata, è possibile controllarne le manifestazioni ed evitare complicanze gravi.  

Approfondiamo insieme e cerchiamo di capire cos’è l’artrite reumatoide, quali sono le cause, i sintomi, come si diagnostica e quali cure sono disponibili

Cos’è l’artrite reumatoide?

L’artrite reumatoide (AR) è una malattia infiammatoria cronica che colpisce le articolazioni, causando dolore, gonfiore e rigidità. 

Si manifesta con dolore e gonfiore alle articolazioni, soprattutto a quelle delle mani, dei piedi e delle ginocchia, e può comportare una ridotta capacità di movimento e flessibilità articolare, fino a compromettere gravemente la qualità della vita dei pazienti

Si tratta di una patologia autoimmune, questo vuol dire che il sistema immunitario attacca le cellule del tessuto sinoviale che rivestono le articolazioni, provocando danni irreversibili. 

Cos’è il tessuto sinoviale? Le nostre articolazioni sono rivestite da un involucro di tessuto connettivo che fornisce supporto strutturale e metabolico agli altri tessuti, a sua volta avvolto da una membrana, chiamata membrana sinoviale (o tessuto sinoviale), una sorta di guaina interna dell’articolazione, situata vicino alla cartilagine, che mantiene l’articolazione ben lubrificata e allo stesso tempo fornisce nutrienti alla superficie articolare. In effetti, un’articolazione ha bisogno di una piccola quantità di liquido sinoviale per funzionare

Nei pazienti affetti dall’AR, quindi, il sistema immunitario individua nelle cellule del tessuto sinoviale un “nemico”, un po’ come accade, in condizioni normali, con gli agenti patogeni (virus, batteri, funghi, ecc…) provocando una reazione infiammatoria.

Questa infiammazione causa numerosi sintomi e complicanze, che analizzeremo più nel dettaglio nel corso dell’articolo.

Progressione della malattia

L’artrite reumatoide si sviluppa molto spesso come una malattia progressiva, il che significa che tende a diventare più aggressiva nel tempo. Tuttavia, come si può leggere sul sito del RASN – Rheumatoid Arthritis Support Network, la malattia può presentarsi anche con altri tipi di progressioni.

Nello specifico: 

  • progressione monociclica o remissiva: è caratterizzata dalla presenza di sintomi che durano solo 2-5 anni. La progressione monociclica è solitamente il risultato di una diagnosi precoce e di un trattamento aggressivo immediato per garantire che i sintomi non ritornino;
  • progressione policiclica o intermittente: è caratterizzata dalla costante ricorrenza dei sintomi e delle riacutizzazioni della malattia, ma in maniera fluttuante. Infatti, in questi casi i pazienti possono attraversare lunghi periodi di tempo senza manifestare sintomi, seguiti però da una loro riacutizzazione.

Come accennato, una diagnosi precoce può fare la differenza

Cause dell’artrite reumatoide

Perché ci si ammala di artrite reumatoide? Purtroppo, come spesso accade con le malattie autoimmuni, non si conoscono del tutto le cause dell’artrite reumatoide, ma la comunità medica e scientifica è concorde nell’individuazione di alcuni fattori alla base della patologia.

In effetti, concorrono all’insorgenza della malattia una combinazione di fattori genetici, ambientali e immunologici

  • Fattori genetici: l’AR è associata a una predisposizione genetica, che può essere trasmessa da uno o entrambi i genitori. Tuttavia, non tutti i soggetti con una predisposizione genetica sviluppano la malattia. La presenza di un familiare affetto dalla patologia aumenta il rischio di ammalarsi.
  • Fattori ambientali: possono favorire lo sviluppo della malattia fattori come il fumo di sigaretta, l’esposizione a sostanze chimiche tossiche (es. mercurio e cadmio) e l’infezione da alcuni virus e batteri (es. il virus Epstein-Barr e il batterio Porphyromonas gingivalis); inoltre, lo stress psicologico può aumentare il rischio di sviluppare questa condizione o di peggiorarne i sintomi.
  • Fattori immunologici: trattandosi di una malattia autoimmune, il sistema immunitario gioca un ruolo centrale nell’insorgenza dell’artrite reumatoide, attaccando i tessuti delle articolazioni, provocando una forte infiammazione e danneggiandoli.

Una componente da non sottovalutare è anche l’età del soggetto e il sesso. Infatti, la maggiore prevalenza della malattia si riscontra nelle donne – in misura tre volte superiore agli uomini – e tra i 35 e i 50 anni, anche se può insorgere a ogni età, compresa l’infanzia. In questo caso si parla di artrite idiopatica giovanile.

Quali parti del corpo colpisce l’artrite reumatoide?

L’artrite reumatoide colpisce le articolazioni più importanti del corpo, comprese quelle di:

  • mani; 
  • piedi;
  • polsi;
  • gomiti;
  • ginocchia;
  • caviglie;
  • anche.

Più raramente può colpire anche il collo, mentre non interessa la parte bassa della colonna vertebrale e le punte delle dita.

Cosa succede? Nel corso del tempo, tessuto sinoviale, cartilagine e osso colpiti dall’azione anomala del sistema immunitario si consumano. Di conseguenza, tutto ciò che questi tessuti sono destinati a sostenere, quindi articolazioni, muscoli, legamenti e tendini, si indeboliscono.

La degenerazione causata dall’artrite reumatoide tende a colpire prima le articolazioni più piccole del corpo, quindi dita, mani e piedi, per poi diffondersi alle altre, solitamente in maniera simmetrica (es. polso destro e sinistro).

Purtroppo, però, molto spesso l’infiammazione si diffonde nel corpo, colpendo anche polmoni, reni, cuore, sistema nervoso, vasi sanguigni, occhi.

Quali sono i sintomi dell’artrite reumatoide?

Come si manifesta l’artrite reumatoide? Questa malattia è caratterizzata, come detto, da uno stato infiammatorio, che ha un’insorgenza lenta e progressiva nel tempo, con sintomi molto lievi, ecco perché nelle primissime fasi spesso non viene rilevata. 

Ma quali sono questi primi sintomi a cui prestare attenzione? In genere si manifesta con affaticamento e rigidità delle articolazioni, accompagnati da dolore, sintomi che potrebbero però essere anche connessi a patologie meno gravi; inoltre, i sintomi appaiono in modo diverso nella maggior parte dei pazienti, spesso seguiti da periodi più o meno lunghi di benessere apparente.

Alcuni segnali della presenza di un’infiammazione del tessuto sinoviale sono: 

  • gonfiore: il tessuto sinoviale e la cartilagine delle articolazioni vengono danneggiati, causando l’ispessimento e il rigonfiamento della zona colpita;
  • rigidità: le articolazioni infiammate tendono a irrigidirsi e sono difficili da muovere correttamente, soprattutto al mattino o dopo lunghi periodi di riposo. Questo stato di rigidità può durare anche per ore;
  • dolore: la cartilagine e l’osso all’interno delle articolazioni si consumano nel tempo, indebolendo muscoli, legamenti e tendini circostanti. Ciò provoca dolore intenso e danni articolari;
  • rossore: le articolazioni possono essere calde e possono apparire rosa (o addirittura rosse) all’esterno durante una riacutizzazione o quando sono infiammate.

Altri sintomi, anch’essi derivanti dallo stato infiammatorio, della degenerazione delle articolazioni, o della diffusione dell’infiammazione agli organi, sono:

  • fatica e stanchezza cronica;
  • febbre lieve;
  • perdita di appetito;
  • eruzione cutanea;
  • mancanza di respiro;
  • occhi asciutti, secchezza delle fauci, bruciore, prurito, secrezione e disturbi della vista, sintomi della sindrome di Sjögren, una malattia immunitaria che spesso accompagna l’artrite reumatoide;
  • noduli reumatoidi, ovvero piccoli grumi che si formano sotto la pelle su aree ossee che sono state erose. Per fortuna non sono dolorosi, e la loro incidenza è diminuita nel tempo grazie a una maggiore capacità di eseguire una diagnosi precoce della malattia;
  • vasculite reumatoide, cioè quando l’infiammazione colpisce i vasi sanguigni e possono svilupparsi danni ai nervi e alla pelle con conseguente intorpidimento, formicolio e bruciore;
  • anemia, ovvero la diminuzione della produzione di globuli rossi.

L’artrite reumatoide è una malattia cronica progressiva, di conseguenza i sintomi e le complicanze tendono ad aggravarsi nel tempo; per questo motivo è importantissimo giungere a una diagnosi tempestiva e iniziare subito un percorso terapeutico adeguato alle esigenze del paziente. 

Diagnosi dell’artrite reumatoide

Come si capisce se si ha l’artrite reumatoide? L’AR è una patologia complessa, che coinvolge come visto fattori genetici, ambientali e immunologici, e per questo la sua diagnosi e cura richiedono un approccio multidisciplinare.

Abbiamo spiegato che alcuni sintomi iniziali potrebbero risultare molto lievi o facilmente confondibili con altre patologie, ma nel corso degli ultimi anni la diagnostica è molto migliorata in tal senso. 

Come si procede? Per giungere a una diagnosi il medico, solitamente un reumatologo, dopo aver eseguito delle visite approfondite, analizzato i sintomi e l’anamnesi del paziente, compresa la storia familiare, potrebbe prescrivere esami ematici e strumentali, come: 

  • VES, misurazione della velocità di eritrosedimentazione;
  • test PCR, proteina C-reattiva;
  • fattore reumatoide, un anticorpo presente nel sangue di molti pazienti affetti da artrite reumatoide, uno dei molti anticorpi noti per attaccare i tessuti sani attraverso un processo autoimmune. Quando attivato, il fattore reumatoide attacca il tessuto sano, provocando una varietà di sintomi della malattia; 
  • anticorpi anti-peptide ciclico citrullinato o anti-CCP, presenti in oltre il 75% dei soggetti che soffrono di artrite reumatoide e quasi sempre assenti nelle persone che non ne soffrono;
  • radiografie;
  • ecografia;
  • risonanza magnetica.

Quali sono le terapie disponibili

Ad oggi non esistono delle cure per l’artrite reumatoide, ma è possibile intervenire per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita del pazienti

Gli obiettivi primari sono tre: 

  • ridurre l’infiammazione;
  • prevenire danni ulteriori o permanenti;
  • ridurre gli effetti collaterali giornalieri e a lungo termine.

Per raggiungerli le opzioni terapeutiche sono molteplici, e possono variare di paziente in paziente, ma anche nel medesimo soggetto nel corso degli anni, con il progredire della malattia.

Di base, le strade possibili comprendono una terapia farmacologica, cambiamenti nello stile di vita, terapia fisica, chirurgia

  • Terapia farmacologica, che può prevedere la somministrazione di Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), Farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD), Corticosteroidi, Farmaci immunosoppressori, Agenti biologici.
  • Cambiamenti nello stile di vita, come smettere di fumare, ridurre o evitare del tutto (laddove possibile) l’esposizione a sostanze tossiche, seguire periodi di riposo e una corretta alimentazione ricca di pesce e Omega 3 e povera di carne.
  • Terapia fisica: fisioterapia, laserterapia, Tecarterapia, ecc.
  • Chirurgia: se i farmaci non sono stati efficaci, può essere necessario un intervento chirurgico per ripristinare la funzione articolare, ad esempio tramite la riparazione di mani e piedi o la sostituzione del ginocchio e dell’anca con l’impiego di protesi.

Sarà il reumatologo a stabilire come procedere, tenendo conto delle condizioni di salute del paziente e dello stadio di avanzamento della malattia. 

Quanto si può vivere con l’artrite reumatoide?

Le persone con artrite reumatoide sono costrette a convivere con un dolore costante, che inevitabilmente limita le loro attività quotidiane e riduce la qualità della vita

È necessario attenersi pedissequamente alle indicazioni del medico e alle terapie prescritte, ma anche adottare uno stile di vita più sano ed equilibrato

L’obiettivo, come spiegato prima, è tenere sotto controllo la sintomatologia, ridurre il dolore ed evitare complicanze invalidanti e potenzialmente fatali

Ci riferiamo, in particolare, alle malattie cardiache, alle infezioni e alle emorragie a livello gastrointestinale, tra le più comuni cause di decesso nei pazienti con AR, senza dimenticare gli effetti collaterali potenziali derivanti dall’assunzione di determinati farmaci

In media, una diagnosi di artrite reumatoide riduce di circa 3-7 anni le aspettative di vita, ma è importante ricordare che, seppur non sia curabile e non si risolva mai in modo spontaneo (se non in casi rarissimi), è possibile contenerne gli effetti in modo molto efficace con una diagnosi precoce e cure adeguate

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.