Quali sono i sintomi della carenza di ferro

da | Ago 22, 2022 | Salute

L’apporto di vitamine e minerali nel sangue è di fondamentale importanza per il corretto funzionamento del nostro organismo, ecco perché bisogna prestare particolare attenzione ai segnali di una loro deficienza, in particolare una carenza di ferro, ma anche di magnesio e di potassio o di fosforo

La condizione associata alla carenza di ferro alla quale siamo subito portati a pensare è la cosiddetta anemia sideropenica, che può rappresentare un rischio per la nostra salute e va quindi affrontata in modo adeguato. 

In effetti, senza un apporto sufficiente di ferro il nostro corpo non può produrre abbastanza globuli rossi, che contengono una sostanza, l’emoglobina, deputata al trasporto dell’ossigeno. 

Di conseguenza, l’anemia da carenza di ferro può provocare stanchezza e mancanza di fiato.

Approfondiamo insieme e cerchiamo di capire quali sono le principali cause di una carenza di ferro e come si manifesta

Quali sono le cause di una carenza di ferro

Per affrontare in modo corretto un’eventuale anemia da carenza di ferro è necessario individuarne le cause, che possono essere molteplici. 

L’indiziato principale e più comune è l’emorragia, solitamente nel tratto digerente, in particolare nei soggetti adulti, ma non è l’unica causa possibile.   

Altre condizioni che possono favorire uno scarso apporto di ferro nel sangue sono: 

  • nelle donne, il ciclo mestruale;
  • una dieta povera di ferro, in particolare in quelle fasi della vita in cui il fabbisogno di ferro è maggiore, come nei neonati, nei bambini piccoli, nelle adolescenti e durante la gravidanza;
  • il malassorbimento, ovvero la diminuzione dell’assorbimento del ferro nel tratto digerente, provocato da differenti patologie, una fra tutte la celiachia;
  • alcune malattie, come il morbo di Crohn, la colite ulcerosa, l’insufficienza cardiaca, l’insufficienza renale, l’artrite reumatoide, l’obesità, diverse forme tumorali;
  • la chemioterapia.

Per individuare la causa del problema è necessario eseguire degli esami, partendo senza dubbio da un semplice esame del sangue, passando poi per test più complessi, come una endoscopia, una colonscopia o una ecografia.

Sintomi della carenza di ferro

Abbiamo accennato all’inizio che una deficienza nell’apporto di ferro nel sangue può compromettere la nostra capacità di produrre globuli rossi ed emoglobina, con la conseguente riduzione dell’ossigeno trasportato nel flusso ematico da quest’ultima. 

Bisogna dire che l’anemia da carenza di ferro è una condizione che si sviluppa nel tempo, perché il nostro organismo impiega qualche mese prima di esaurire le scorte di questo minerale così importante.

Ecco perché, in una fase iniziale, l’anemia può essere così lieve da passare inosservata, ma con il passare del tempo peggiora e i sintomi si intensificano, diventando più evidenti. 

I sintomi principali sono:

  • fatica estrema;
  • debolezza;
  • pelle pallida;
  • dolore al petto, battito cardiaco accelerato o mancanza di respiro;
  • mal di testa, vertigini o stordimento;
  • mani e piedi freddi;
  • infiammazione o dolore alla lingua;
  • unghie fragili;
  • voglie insolite di sostanze non nutritive;
  • scarso appetito, soprattutto nei neonati e nei bambini.

È importantissimo non sottovalutare queste manifestazioni, e rivolgersi il prima possibile al medico per giungere a una diagnosi precoce e avviare un percorso terapeutico efficace. 

Come si cura

Una volta diagnosticata la carenza di ferro e individuate le cause, è necessario procedere con una terapia, che può avere essenzialmente due obiettivi: 

  • interrompere l’eventuale emorragia, che ricordiamo essere la prima causa di un’anemia da carenza di ferro;
  • integrare il ferro attraverso l’alimentazione e/o l’assunzione di farmaci specifici. 

Sarà il medico a stabilire come procedere, fornendo indicazioni di tipo nutrizionale e prescrivendo un integratore di ferro nei dosaggi adeguati e per un determinato periodo di tempo (in genere 6 mesi).

Laddove la terapia o gli interventi eseguiti non dovessero essere risolutivi, si può optare per altre procedure, come le trasfusioni di sangue, un intervento chirurgico, la somministrazione di antibiotici o altri farmaci.

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