Primo anno di vita del bambino: cosa fare

da | Lug 29, 2020 | Salute

Il primo anno di vita di un bambino è un periodo straordinario e complesso, segnato da rapidi sviluppi fisici, cognitivi ed emotivi.  

Durante questi dodici mesi, il neonato cresce e si evolve, mentre genitori e caregiver devono impegnarsi a fornire le basi essenziali per una crescita sana e un benessere duraturo

Dall’allattamento al seno allo svezzamento, passando per le visite di controllo, gli screening e le vaccinazioni obbligatorie, nel primo anno di vita del bambino c’è davvero tantissimo da fare. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa fare nel primo anno di vita di un bambino per garantire la sua crescita.

Primo anno di vita del bambino: l’alimentazione

Uno degli elementi più importanti che concorrono alla salute e al benessere dei neonati è senza dubbio l’alimentazione che, nel primo anno di vita, deve assicurare l’introduzione dei nutrienti necessari a garantire uno stato di salute ottimale e una crescita adeguata.

Gli step sono essenzialmente due: 

  1. l’allattamento al seno;
  2. lo svezzamento. 

Approfondiamo queste due fasi dell’alimentazione nel primo anno di vita del bambino.

1. Allattamento al seno 

Fin dai primi attimi di vita, il neonato viene avvicinato al seno per abituarlo all’allattamento. L’OMS raccomanda l’allattamento in maniera esclusiva fino al compimento del sesto mese di vita, poiché esso:

  • rafforza e consolida il legame con la mamma, chiamato “bonding”;
  • fornisce un’alimentazione completa, garantendo al bambino tutti i nutrienti essenziali di cui ha bisogno nei primi mesi di vita;
  • contiene anticorpi che aiutano a proteggere il bambino dalle infezioni e promuovono lo sviluppo del sistema immunitario, protegge il neonato dalle infezioni, grazie anche al ruolo svolto dal colostro (ricco di proteine, minerali, vitamina A e, appunto, anticorpi);
  • porta benefici anche alla salute della mamma.

L’allattamento al seno dovrebbe essere fatto a richiesta, in base alle esigenze del neonato. Se per qualche motivo non è possibile allattare al seno, il pediatra può consigliare l’uso di formule per lattanti adatte all’età del bambino, progettate per fornire una nutrizione completa e bilanciata.

2. Svezzamento 

L’introduzione di cibi solidi segna una tappa significativa nel percorso di crescita del neonato, aprendo le porte a un mondo di sapori, texture e scoperte alimentari. 

Il processo, noto come “svezzamento”, inizia dal sesto mese di vita, quando il latte materno da solo non è più sufficiente a soddisfare i bisogni nutritivi del neonato. Si può quindi iniziare ad aggiungere cibi come biscotti, frutta e minestrine. Non è necessario che l’allattamento venga interrotto. Esso, infatti, può continuare fino a quando lo si ritiene più opportuno.

È utile sottolineare che, la tendenza degli ultimi anni è quella di iniziare a introdurre nell’alimentazione del neonato della frutta a partire già dal quarto mese di vita.

Oltre all’alimentazione, il neonato nel primo anno di vita viene sottoposto a visite, accertamenti, vaccinazioni necessarie alla sua salute. 

Vediamone alcune.

Screening neonatali e la loro importanza

Gli screening neonatali sono una delle più importanti misure di prevenzione secondaria che, come sostiene il Ministero della Salute:

“garantisce a tutti i neonati le prestazioni necessarie e appropriate per la diagnosi precoce delle malattie congenite previste dalla normativa vigente e dalla buona pratica clinica”.

Tra gli screening neonatali rientrano i seguenti esami e controlli.

Screening uditivo neonatale

Lo screening uditivo neonatale è un esame non invasivo eseguito sul bambino nei primi giorni di vita, al fine di diagnosticare in modo precoce una possibile sordità congenita.

Si tratta di una condizione rara, che colpisce circa 1-2 bambini su 1000, in una o entrambe le orecchie. La maggior parte di questi bambini nasce in famiglie che non presentano una storia di perdita dell’udito permanente.

Per approfondire, invitiamo a leggere l’articolo Quando fare lo screening uditivo neonatale.

Screening visivo neonatale 

Lo screening visivo neonatale consiste in un controllo, previsto dai LEA (Livelli essenziali di assistenza) e quindi garantito dal Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato alla diagnosi precoce di malattie oculari congenite.

In particolare, si esegue il test del riflesso rosso, un esame da eseguire sui bambini appena nati, in un ambiente poco illuminato e con il neonato tenuto in braccio.

Se il riflesso rosso è assente, lieve o differente nei due occhi, o in presenza di un riflesso bianco (leucocoria) o di macchie nere, il bambino potrebbe essere affetto da patologia oculare.

Per approfondire, invitiamo a leggere l’articolo Quando fare lo screening visivo neonatale.

Screening neonatale esteso (SNE)

Obbligatorio dal 1992, lo screening neonatale nel nostro Paese è gratuito per tutti i nuovi nati. 

Si tratta di un programma complesso, integrato e multidisciplinare, che permette di identificare precocemente su tutta la popolazione neonatale i soggetti affetti da malattie metaboliche ereditarie. 

Lo SNE è costituito da una serie di test non invasivi, da eseguire nelle ore immediatamente successive alla nascita – in genere entro le 48 e le 72 ore di vita, prima delle sue dimissioni – attraverso il prelievo di piccolissimo campione di sangue dal tallone del bambino.

Per approfondire, invitiamo a leggere l’articolo A cosa serve lo Screening Neonatale Esteso (SNE).

Quali sono le visite da effettuare nel primo anno di vita

Nell’arco del primo anno di vita, il neonato viene sottoposto a una serie di visite programmate – chiamate Bilanci di salute – nel corso delle quali il pediatra valuta lo stato di salute, sviluppo e crescita del bambino

Vediamole insieme.

Durante la prima visita pediatrica il neonato viene:

  • pesato;
  • misurato;
  • sottoposto alla manovra di Ortolani-Barlow per verificare la presenza di una lussazione congenita dell’anca in età pediatrica. Il pediatra, inoltre, prescriverà un’ecografia delle anche

La seconda visita avviene a due-tre mesi e, anche in questa circostanza il neonato verrà pesato, misurato e si controllerà l’ecografia alle anche, prescritta nell’arco della prima visita. 

Si inizierà a parlare delle vaccinazioni.

La terza visita si effettua al quarto-quinto mese e prevede il controllo dei parametri di crescita in termini di lunghezza, peso, riflessi visivi e motori. Si inizia a dare le prime indicazioni per lo svezzamento.

La visita effettuata al sesto mese è molto importante dato il cambiamento dell’alimentazione del neonato e delle sue “abitudini”. Il bambino, infatti, inizia a stare seduto, afferra oggetti e inizia a emettere i primi vocalizzi.

Al nono mese il neonato viene sottoposto al cosiddetto Boel-Test, ossia un esame che serve per controllare le sue capacità uditive. 

Una volta raggiunto l’anno di vita, la visita alla quale viene sottoposto il bambino è necessaria per valutare il livello di sviluppo raggiunto e le capacità acquisite (camminare, stare in posizione eretta, iniziare a pronunciare delle parole).

Quali vaccinazioni sono previste nel primo anno di vita

Secondo il calendario vaccinale del Ministero della Salute, che può subire periodicamente variazioni, con l’introduzione di nuovi vaccini facoltativi e il passaggio di alcuni che prima erano facoltativi a obbligatori, si può iniziare a vaccinare il bambino a partire dal 60° giorno di vita.

Le vaccinazioni, obbligatorie e/o raccomandate, previste nel primo anno di vita sono: 

  • vaccinazione esavalente (anti difterite, tetano, pertosse, poliomielite, Haemophilus influenzae di tipo B e epatite B);
  • vaccinazione anti-pneumococco;
  • vaccinazione anti-meningococco B;
  • vaccinazione anti-rotavirus;
  • vaccinazione anti-influenzale.
  • vaccinazione anti-meningococcica ACWY;
  • vaccinazioni anti-morbillo-parotite-rosolia e anti-varicella.

Per approfondire, invitiamo a leggere l’articolo Quali sono le vaccinazioni obbligatorie e facoltative per i bambini?.

Conclusioni

Insomma, il primo anno di vita di un bambino è molto impegnativo per i genitori, alle prese con visite, esami, screening, allattamento, svezzamento, vaccini e sviluppo del bambino. 

Per supportare i genitori durante questa fase così complessa, Enfea Salute – il Fondo di assistenza sanitaria integrativa per le imprese che applicano i CCNL UNIGEC/UNIMATICA, UNIONCHIMICA, UNIONTESSILE e UNIONALIMENTARI – prevede all’interno del suo Piano Sanitario una prestazione dedicata alla “Tutela del figlio”. 

Nel primo anno di vita del figlio o della figlia, infatti, riconosce l’utilizzo di tutte le prestazioni diagnostiche e terapeutiche previste per l’iscritto, alle stesse condizioni e con limiti di spesa autonomi. 

Tutelare la salute del proprio bambino è necessario e fondamentale, soprattutto nell’arco del primo anno di vita. In questo periodo il bambino cresce, crea la sua relazione con i genitori, inizia a interfacciarsi con il mondo che lo circonda.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.