Cosa fare in caso di carenza di fosforo nel sangue

da | Lug 15, 2022 | Salute

Nell’ambito della “Prevenzione Medico Guidata” il Fondo Enfea Salute, per il tramite di Unisalute, provvede al pagamento di una serie di esami ematici, tra cui quelli per il controllo di una eventuale carenza di fosforo nel sangue

Altri esami coperti dal piano sanitario sono quelli relativi a:

Nell’immaginario collettivo una carenza di fosforo è associata alla perdita della memoria, o comunque ad una scarsa capacità di ricordare le cose, ma si tratta di una enorme semplificazione e banalizzazione di un problema di salute che, se non curato, può avere effetti anche molto gravi. 

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è il fosforo, quale ruolo ricopre nel nostro organismo, e cosa fare in caso di una sua carenza nel sangue

Cos’è il fosforo

Il fosforo è un minerale – il secondo minerale più abbondante nel corpo dopo il calcio – processato dai reni, che si trova principalmente nelle nostre ossa

L’85% del fosforo presente nel corpo risiede infatti nelle ossa e nei denti, mentre la restante parte è individuabile nelle cellule e in altri tessuti per la crescita e la riparazione. 

A cosa serve? Quali funzioni svolge? 

  • aiuta a filtrare i rifiuti nei reni;
  • svolge un ruolo essenziale nel modo in cui il corpo immagazzina e utilizza l’energia;
  • aiuta ad attivare gli enzimi e mantiene il pH del sangue entro un intervallo normale;
  • regola la normale funzione di nervi e muscoli, compreso il cuore;
  • è un elemento costitutivo dei nostri geni, poiché costituisce DNA, RNA e ATP, la principale fonte di energia del corpo;
  • aiuta a ridurre il dolore muscolare dopo l’allenamento.

Un corretto apporto di fosforo rientra in un discorso più ampio, un equilibrio che coinvolge altre vitamine e minerali nel corpo, come la vitamina D, lo iodio, il magnesio e lo zinco.

In cosa consiste una carenza di fosforo

Quando si parla di carenza di fosforo si fa riferimento a una condizione denominata ipofosfatemia, definita da livelli ematici che scendono al di sotto del range normale

Ma cosa succede in caso di carenza di fosforo?

I reni, le ossa e l’intestino regolano i livelli di fosforo nel corpo, ma se ne assumiamo poco attraverso l’alimentazione, o il nostro organismo non riesce ad assorbirlo in modo adeguato, si va incontro a una sua carenza

In questi casi, per cercare di mantenere i livelli di fosforo entro i valori normali, i nostri reni tendono ad espellerne meno attraverso le urine, il tubo digerente diventa più efficiente nell’assorbirlo e le ossa rilasciano le sue riserve nel sangue.

Nei casi di ipofosfatemia, però, i livelli ematici di fosforo non mostrano necessariamente la quantità totale nel corpo, poiché, come abbiamo accennato prima, la maggior parte di esso è immagazzinato nelle ossa e nei denti.

Ciò nonostante, la diagnosi di una carenza di fosforo prevede un esame del sangue e/o delle urine, unito a una visita approfondita da parte del medico. 

Detto questo, una carenza di fosforo è una condizione molto rara; in effetti, è molto più comune un eccesso di fosforo nel corpo che una sua scarsa disponibilità.

Quali sono le cause principali

Una carenza di fosforo può essere provocata da diete poco equilibrate, patologie come il diabete, disturbi alimentari come l’anoressia e labuso di alcol.

Approfondiamo insieme. 

1. Alimentazione

La principale fonte di fosforo è rappresentata dai cibi che consumiamo e sono davvero moltissimi gli alimenti che ne contengono quantità adeguate alle nostre esigenze nutrizionali. 

In caso di cattiva alimentazione, o di condizioni che influenzano la nostra capacità di assorbire, immagazzinare e utilizzare questo minerale, si può sviluppare una carenza di fosforo.

È una condizione rara, perché anche quando non se ne assume a sufficienza il nostro corpo riesce a compensare riassorbendo ciò che è presente nel flusso sanguigno, ma casi di grave malnutrizione possono condurre a ipofosfatemia.

Tra l’altro, se si è carenti di altre vitamine, come la vitamina D, si potrebbero avere più difficoltà ad assorbire il fosforo e altri minerali, come il calcio.

2. Diabete

Il diabete può portare a una carenza di fosforo, soprattutto nelle persone che si stanno riprendendo da un episodio di chetoacidosi diabetica

Si tratta di una condizione caratterizzata dalla produzione insufficiente di insulina da parte del pancreas e dalla conseguente incapacità dell’organismo di scomporre il grasso da utilizzare come carburante. 

In questi casi, gli acidi si accumulano nel sangue, causando una carenza di fosforo.

3. Anoressia

Le persone in cura per disturbi alimentari come l’anoressia possono essere sottoposte a trattamenti di rialimentazione, per invertire la malnutrizione in corso

Però, se questi trattamenti sono ricchi di calorie ma troppo poveri di fosforo, può verificarsi una carenza.

4. Alcolismo

Anche l’alcolismo può portare alla malnutrizione, e abbiamo già visto che gravi carenze nutrizionali possono provocare una ipofosfatemia

È molto frequente nei soggetti ricoverati in ospedale a causa dell’abuso di alcol.

Fonti alimentari di fosforo

Come abbiamo più volte ribadito, la malnutrizione è la causa principale della carenza di fosforo, eppure questo minerale è molto biodisponibile, ovvero è presente in moltissimi cibi, sia vegetali sia di origine animale. 

Ad esempio è possibile assumere fosforo consumando: 

  • latticini (latte, yogurt e formaggio);
  • salmone;
  • manzo;
  • pollame;
  • maiale;
  • legumi;
  • noci, frutta secca e semi;
  • pane integrale e cereali;
  • alcune verdure, in particolare asparagi, pomodori, cavolfiore.

Il fosforo contenuto in questi alimenti è denominato “fosforo organico”, ma non è l’unica fonte che possiamo assumere con la dieta. Infatti, esiste anche il fosforo inorganico, un additivo aggiunto in molti cibi processati, come salumi, bacon, salsicce, bibite gassate, bevande sportive e altre bevande in bottiglia.

Quali sono i sintomi principali di una carenza di fosforo

In caso di ipofosfatemia, quali sono i sintomi principali ai quali prestare maggiore attenzione e da riferire al proprio medico? 

  • sintomi legati alle ossa: ad esempio, potresti avere dolore alle ossa o ossa fragili che si rompono più facilmente;
  • perdita di appetito;
  • ansia;
  • fatica;
  • respirazione irregolare;
  • irritabilità;
  • rigidità articolare;
  • intorpidimento;
  • debolezza;
  • variazioni del peso corporeo.

In presenza di questi sintomi sarà il medico a stabilire come procedere, se eseguire degli esami o delle indagini specifiche, se apportare delle modifiche alla dieta e se assumere eventualmente degli integratori

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