Secondo i dati raccolti da AIOM e contenuti nel rapporto “I numeri del cancro in Italia 2021” il carcinoma prostatico è divenuto, nell’ultimo decennio, il tumore più frequente nella popolazione maschile dei paesi occidentali. La diagnosi prevede, insieme ad altri accertamenti, anche il controllo dei valori del PSA, acronimo di Prostate-specific antigen (in italiano Antigene prostatico specifico).
Nel 2020, sono state stimate circa 36.000 nuove diagnosi, ma per fortuna la percentuale di sopravvivenza dopo un anno è molto elevata, pari al 96,4%, soprattutto grazie alla diagnosi precoce, che passa anche attraverso l’esame del PSA.
Ma cos’è il PSA, cosa indica, perché è così importante per valutare la salute prostatica dell’uomo e quali sono i valori considerati normali? Proviamo a rispondere a tutte queste domande nel presente articolo.
Ricordiamo agli iscritti al Fondo Enfea Salute (di età superiore ai 45 anni) che le spese sostenute per questo tipo di esame, insieme ad altri accertamenti come l’ecografia prostatica, sono coperte dal Piano Sanitario nell’ambito della Prevenzione delle patologie oncologiche prostatiche. Scopri di più, cliccando qui.
Di cosa parliamo in questo articolo
Cos’è il PSA
Come indicato nell’introduzione, PSA è una sigla che sta per Prostate-specific antigen. Si tratta di una proteina (un antigene) prodotta dalle cellule normali e maligne della ghiandola prostatica, quindi presente solo nei soggetti di sesso maschile.
La prostata, lo ricordiamo, è una ghiandola del quale dispongono solo gli uomini, coinvolta nella produzione del liquido seminale.
Di conseguenza, il PSA si trova in misura maggiore nello sperma, ma piccole quantità di questa proteina circolano normalmente nel sangue, ecco perché per eseguire il test del PSA si opta per un semplice prelievo di sangue.
A cosa serve il test del PSA
Il test del PSA può rilevare livelli elevati di questa proteina, potenzialmente dovuti alla presenza di cancro alla prostata, ma non solo.
Infatti, diverse condizioni possono causare un aumento dei livelli di PSA, come ad esempio una prostata ingrossata o infiammata, un’infiammazione alle vie urinarie o una iperplasia prostatica benigna, senza dimenticare che questo valore varia con l’età.
Un valore considerato normale in un soggetto di 70 anni è, invece, alto per un altro di 50 anni.
Il test può quindi rilevare alti livelli di PSA nel sangue ma non fornisce informazioni diagnostiche precise sulla condizione della prostata. Ecco perché questo esame non è sufficiente per determinare e diagnosticare la patologia specifica, e va affiancato da altri accertamenti più complessi (ad es. una esplorazione rettale digitale).
Il test PSA è solo uno strumento utilizzato per lo screening dei primi segni di cancro alla prostata, ma rappresenta senza dubbio una spia di un malfunzionamento di questa ghiandola maschile da indagare in modo più approfondito.
I medici raccomandano e prescrivono questo esame anche per analizzare l’evoluzione di un trattamento in corso per patologie legate alla prostata, o come controllo di routine dai 50 ai 70 anni anche in assenza di sintomi o in presenza di familiari affetti da tumore alla prostata.
Valori normali del PSA
Abbiamo spiegato che la presenza di livelli alti di PSA nel sangue potrebbero indicare un tumore alla prostata in corso o altre patologie che interessano questa ghiandola.
Inoltre, abbiamo specificato che questo valore tende ad aumentare progressivamente con l’età, quindi quando si esegue il prelievo di sangue per controllare i valori di PSA è necessario tenere conto di questo fattore in fase di interpretazione del dato raccolto.
Insomma, non esiste un punto specifico che separa un livello di PSA normale e uno anormale, ma esiste ovviamente qualche punto di riferimento.
Secondo quanto indicato sul sito issalute.it, il valore di PSA totale considerato nella norma è inferiore a 4 nanogrammi per millilitro di sangue (ng/ml). Valori compresi tra 2 e 4 ng/ml indicano, con ogni probabilità (ma non lo escludono del tutto) l’assenza di una neoplasia.
Sarà il medico ad analizzare i dati raccolti con l’esame del PSA e stabilire la necessità eventuale di ulteriori accertamenti.