Prostata ingrossata: cause, sintomi e rimedi

da | Lug 17, 2023 | Salute

Una delle condizioni più comuni negli uomini di età superiore ai 50 anni è la cosiddetta prostata ingrossata, più correttamente iperplasia prostatica benigna o ipertrofia prostatica benigna

Come suggerisce il nome, non è un cancro, e di solito non rappresenta una seria minaccia per la salute, non aumenta il rischio di sviluppare un tumore alla prostata, ma questo non vuol dire che va sottovalutata, perché può comunque causare disagi e fastidi tali da compromettere la qualità della vita del paziente

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire quali sono le cause di una prostata ingrossata, con quali sintomi si manifesta e come affrontarla in modo corretto

Cosa si intende per prostata ingrossata?

Com’è noto, la prostata è una ghiandola presente solo negli uomini, posizionata appena sotto la vescica e intorno all’uretra, deputata alla produzione della maggior parte del liquido seminale

Nei soggetti di giovane età, la prostata presenta dimensioni ridotte, pari più o meno a quelle di una noce, ma con l’età tendono ad aumentare in maniera fisiologica, soprattutto dopo i 50 anni

Si parla di prostata ingrossata o ipertrofia prostatica quando la ghiandola raggiunge dimensioni tali da causare alcuni sintomi e complicanze, inizialmente lievi e spesso sottovalutati, ma se non viene trattata in tempo può aggravarsi fino a bloccare la minzione, con conseguenti problemi all’apparato escretore e ai reni.

Perché si ingrossa la prostata?

Abbiamo visto che all’aumentare dell’età corrisponde una crescita delle dimensioni della prostata. Si tratta di un’evoluzione fisiologica e naturale, che può diventare sintomatica soprattutto dopo i 50 anni

Ad oggi, non sono note le cause di questo ingrossamento della prostata, ma si ritiene che a concorrere possano essere i cambiamenti ormonali tipici di questa età, che riguardano in particolare la produzione di testosterone. 

Lo squilibrio ormonale che ne consegue può provocare l’aumento delle dimensioni della prostata

A queste cause vanno aggiunti alcuni fattori di rischio che potrebbero favorire lo sviluppo di una ipertrofia prostatica benigna, tra cui i seguenti: 

  • storia familiare: avere un parente di sangue con problemi alla prostata aumenta le probabilità di incorrere nei medesimi;
  • diabete e malattie cardiache: gli studi dimostrano che il diabete e alcune malattie cardiache potrebbero aumentare il rischio di prostata ingrossata;
  • stile di vita: l’obesità aumenta il rischio, di conseguenza l’esercizio fisico può aiutare a ridurlo.

Se sussistono questi fattori si consiglia di rivolgersi a un medico per valutare la possibilità di sottoporsi a test o trattamenti specifici. 

Quali sono i sintomi dell’ipertrofia prostatica?

Come spiegato, l’ingrossamento della prostata è fisiologico con l’età, e solitamente rimane asintomatico fino ai 40-50 anni, dopodiché potrebbero iniziare a manifestarsi alcuni sintomi attribuibili a una condizione di ipertrofia prostatica. 

Vediamo quali: 

  • minzione frequente, ovvero un bisogno frequente o urgente di fare pipì;
  • nicturia, ovvero la necessità di urinare più spesso di notte;
  • problemi a iniziare a urinare;
  • flusso di urina debole o un flusso che si interrompe e riparte;
  • gocciolamento post-minzionale;
  • difficoltà a svuotare completamente la vescica;
  • infezione del tratto urinario;
  • non riuscire a urinare;
  • presenza di sangue nelle urine.

Detto questo, è importante ricordare che questi sintomi non sono da associare solo ed esclusivamente a una prostata ingrossata, ma anche ad altre condizioni, come ad esempio:

  • infezione del tratto urinario;
  • prostata infiammata o prostatite;
  • restringimento dell’uretra, il tubo che trasporta l’urina fuori dal corpo;
  • cicatrici nel collo della vescica a causa di un intervento chirurgico passato;
  • calcoli alla vescica o calcoli renali;
  • problemi con i nervi che controllano la vescica;
  • cancro della prostata o della vescica;
  • assunzione di farmaci, come alcuni potenti medicinali antidolorifici (oppioidi), i farmaci contro il raffreddore e l’allergia, o antidepressivi triciclici.

Per questa ragione, è fondamentale rivolgersi a un medico che possa analizzare i sintomi e prescrivere degli esami specifici per giungere a una diagnosi

Come si esegue una diagnosi?

Per giungere a una diagnosi di prostata ingrossata il primo step consiste, senza dubbio, in una visita da un medico specializzato, un urologo o un andrologo. 

Dopo aver fatto alcune domande sui sintomi e sullo stato di salute generale del paziente, si procede con un esame fisico, che comprende:

  • esame rettale digitale: il medico inserisce un dito nel retto del paziente per verificare se la prostata è ingrossata;
  • test delle urine: utile per scoprire se il paziente ha una malattia o altri problemi che possono causare gli stessi sintomi dell’ipertrofia prostatica;
  • esame del sangue: utile per verificare la presenza di problemi ai reni.

Successivamente, il medico potrebbe prescrivere ulteriori test ed esami per confermare un ingrossamento della prostata, tra cui i seguenti:

  • analisi del sangue dell’antigene prostatico specifico (PSA): il PSA è una proteina prodotta nella prostata, i cui livelli aumentano quando la ghiandola si ingrossa, ma anche a causa di procedure mediche recenti, malattie, interventi chirurgici o cancro alla prostata;
  • test del flusso urinario: prevede che il paziente urini in un contenitore attaccato a una macchina, che misura l’intensità del flusso e la quantità di urina espulsa;
  • test del volume residuo post minzionale o uroflussometria: questo test misura la capacità del paziente di svuotare completamente la vescica. Il test può essere eseguito utilizzando una ecografia, oppure tramite l’inserimento di un catetere nella vescica dopo aver urinato, per misurare la quantità di urina rimasta al suo interno;
  • diario minzionale di 24 ore: ciò implica annotare quanto spesso e quando si urina durante la giornata. 

In condizioni più gravi e complesse, si potrebbe ricorrere anche ad altri esami, come:

  • ecografia transrettale: un dispositivo che utilizza le onde sonore per creare immagini viene inserito nel retto per misurare e controllare la prostata;
  • biopsia della prostata: durante l’ecografia transrettale è possibile guidare gli aghi utilizzati per prelevare campioni di tessuto della prostata. Il controllo del tessuto può aiutare il medico a scoprire se si tratta di cancro alla prostata;
  • studi urodinamici e pressostatici: un catetere viene infilato attraverso l’uretra nella vescica. L’acqua – o, meno spesso, l’aria – viene lentamente inviata nella vescica per misurare la pressione della vescica e controllare il funzionamento dei muscoli;
  • cistoscopia: uno strumento luminoso e flessibile viene inserito nell’uretra, consentendo di vedere all’interno dell’uretra e della vescica.

La scelta dell’esame a cui sottoporsi è di esclusiva competenza medica. Sarà l’urologo o l’andrologo a stabilire come procedere

Complicanze della prostata ingrossata

Se non diagnosticata in tempo e trattata efficacemente, l’ipertrofia prostatica può portare a una serie di complicanze, più o meno gravi, tra cui le seguenti:

  • ritenzione urinaria: questa condizione consiste nel non riuscire a urinare. Potrebbe essere necessario inserire un catetere nella vescica per drenare l’urina. Alcune persone con una prostata ingrossata hanno bisogno di un intervento chirurgico per ottenere sollievo;
  • infezioni del tratto urinario: non essere in grado di svuotare completamente la vescica può aumentare il rischio di infezione delle vie urinarie. In caso di infezioni reiterate nel tempo, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico per rimuovere parte della prostata;
  • calcoli vescicali: questi sono spesso causati dall’impossibilità di svuotare completamente la vescica. I calcoli alla vescica possono causare malattie, irritazione della vescica, sangue nelle urine e blocco del flusso urinario;
  • danni alla vescica: una vescica che non si svuota completamente può allungarsi e indebolirsi nel tempo. Di conseguenza, la parete muscolare della vescica non si comprime più correttamente per espellere l’urina, e questo rende più difficile svuotare completamente la vescica;
  • danno ai reni: la pressione nella vescica dovuta all’impossibilità di urinare può danneggiare i reni o favorire la diffusione delle infezioni anche a livello renale.

Un trattamento efficace riduce il rischio di queste complicanze, ed è importante non sottovalutare i sintomi e rivolgersi ad un medico. 

Rimedi per prostata ingrossata

I rimedi per la prostata ingrossata consistono, essenzialmente, in quattro opzioni

  1. cambiamenti nello stile di vita;
  2. farmaci;
  3. catetere;
  4. chirurgia. 

Il trattamento da seguire dipende da diversi fattori, in particolare dalla dimensione della prostata, dall’età, dallo stato di salute generale e dalla gravità dei sintomi.

Vediamo quali sono le opzioni terapeutiche principali per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna:

  • cambiamenti nello stile di vita: 
    • ridurre il consumo di bevande gassate, alcol, caffeina e dolcificanti artificiali;
    • ridurre l’assunzione di liquidi la sera;
    • ricordarsi di svuotare la vescica, in particolare prima di un viaggio o di non recarsi in luoghi in cui potrebbe non essere disponibile un bagno;
    • doppio svuotamento, che consiste nell’attendere alcuni istanti dopo aver finito di fare pipì prima di riprovare. Può aiutare a svuotare correttamente la vescica;
    • controllare gli effetti collaterali dei farmaci che si assumono, confrontandosi con il proprio medico;
    • mangiare più fibre, per evitare la stitichezza, che può esercitare pressione sulla vescica e peggiorare i sintomi di un ingrossamento della prostata;
    • seguire un allenamento della vescica, un programma di esercizi che mira ad aiutare a durare più a lungo senza fare pipì e a trattenere più urina nella vescica.
  • Terapia farmacologica:
    • alfa-bloccanti, che rilassano il muscolo della ghiandola prostatica e alla base della vescica, rendendo più facile urinare;
    • anticolinergici, che rilassano il muscolo della vescica se è iperattivo;
    • inibitori della 5-alfa reduttasi: sono usati per trattare le ghiandole prostatiche più grandi, riducendone le dimensioni;
    • diuretici, che accelerano la produzione di urina. Se assunti durante il giorno, riducono la quantità di urina prodotta durante la notte;
    • mirabegron, che agisce rilassando i muscoli intorno alla vescica. Ciò significa che la vescica può contenere più liquido e riduce la necessità di urinare con la stessa frequenza o urgenza.
  • Catetere: se, nonostante il trattamento farmacologico, si continua ad avere difficoltà a urinare, in particolare se si soffre di ritenzione urinaria, potrebbe essere necessario l’inserimento di un catetere per drenare la vescica.
  • Chirurgia: se le terapie non hanno prodotto risultati soddisfacenti, molti uomini sono costretti a sottoporsi a procedure chirurgiche, tra cui le seguenti:
    • resezione transuretrale della prostata (TURP): comporta la rimozione di parte della ghiandola prostatica, utilizzando un dispositivo chiamato resettoscopio, che viene fatto passare attraverso l’uretra;
    • laser ad olmio (HoLEP): questo trattamento utilizza un laser per rimuovere la parte della prostata che blocca il flusso dell’urina. La procedura utilizza una fibra laser, che viene fatta passare lungo l’interno dell’uretra, quindi senza eseguire alcun taglio esterno;
    • ablazione ad acqua o Acquablation: esistono due tipi di procedura di ablazione con acqua. Nel primo, l’acqua viene iniettata nella prostata utilizzando una sonda fatta passare attraverso l’uretra. La pressione dell’acqua viene quindi utilizzata per distruggere parte del tessuto prostatico, rendendolo più piccolo. Il secondo tipo è molto simile, tranne per il fatto che viene utilizzato il vapore, anziché l’acqua, per distruggere il tessuto prostatico. Questa procedura presenta minori probabilità di causare effetti collaterali rispetto a una resezione transuretrale della prostata (TURP);
    • Greenlight XPS: si tratta di un tipo di laser che può essere utilizzato per distruggere il tessuto prostatico. Il laser viene sparato attraverso un tubicino che viene fatto passare nell’uretra. I dati dimostrano che questa tecnica ha un tasso di efficacia pari ad altre più vecchie e consolidate, con il vantaggio però di avere tempi di recupero più rapidi;
    • impianti di sollevamento uretrale prostatico (PUL, acronimo di Prostatic Urethral Lift): un chirurgo inserisce dei piccoli impianti, che tengono la prostata ingrossata lontana dall’uretra, impedendo quindi che venga bloccata. Questo aiuta ad alleviare sintomi come dolore o difficoltà durante la minzione;
    • cistoplastica: è una procedura per aumentare le dimensioni della vescica cucendo un pezzo di tessuto dall’intestino nella parete della vescica. Questo può aiutare gli uomini il cui muscolo della vescica si contrae prima che sia pieno;
    • embolizzazione dell’arteria prostatica: in questa procedura un catetere viene inserito in un’arteria all’inguine o al polso. Usando la guida a raggi X, viene fatto passare nei vasi sanguigni che irrorano la ghiandola prostatica. A questo punto, piccole particelle di plastica vengono iniettate in questi vasi per ridurre l’afflusso di sangue della ghiandola prostatica, che lo restringe. I potenziali benefici di questa soluzione rispetto alla chirurgia sono minori complicazioni e la possibilità di eseguirla in anestesia locale in regime ambulatoriale;
    • diversione urinaria: comporta il collegamento dei tubi che collegano i reni alla vescica direttamente all’esterno del corpo, in modo che l’urina possa essere raccolta senza fluire nella vescica;
    • prostatectomia aperta: durante questa procedura, la parte della ghiandola prostatica che ostruisce l’uretra viene rimossa, anche in laparoscopia. È adatto per gli uomini che hanno una prostata ingrossata oltre una certa dimensione.

Sarà il medico o il chirurgo a stabilire quale trattamento prescrivere al paziente, eventualmente procedendo per gradi, passando laddove possibile prima tramite una terapia farmacologica per poi optare, in caso si rendessero necessarie, a soluzioni più invasive. 

ATTENZIONE:
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