Il Fondo Enfea Salute prevede, nell’ambito della Radiologia convenzionale (con e senza contrasto), la copertura delle spese sostenute per numerosi esami, tra cui il clisma opaco.
Gli altri esami radiologici in copertura sono, ad esempio, la mammografia, l’ortopanoramica, l’urografia e la mielografia.
Il clisma opaco è un esame meno noto rispetto a quelli appena elencati, prescritto in genere per diagnosticare eventuali patologie del tratto terminale dell’intestino. 2
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è il clisma opaco, a cosa serve e come si esegue.
Di cosa parliamo in questo articolo
Cos’è il clisma opaco
Il clisma opaco è un esame radiologico che interessa il tratto finale dell’intestino, ovvero il colon, il sigma e il retto.
Questo esame prevede l’impiego di un liquido di contrasto, che consente di visualizzare in modo più chiaro e vivido il tratto da analizzare.
Il clisma opaco ormai non viene eseguito molto spesso, di solito si preferisce procedere con una TAC o una colonscopia, ma il medico potrebbe prescriverlo per indagare la presenza di:
- tumore all’intestino;
- polipi intestinali;
- infiammazione dell’intestino (colite ulcerosa) o morbo di Crohn;
- malattia diverticolare;
- sanguinamento rettale;
- perdita di peso inspiegabile;
- diarrea cronica;
- costipazione persistente.
Vediamo, ora, come si esegue questo esame radiologico con mezzo di contrasto e come ci si prepara.
Preparazione pre esame
Prima di sottoporsi a un clisma opaco con mezzo di contrasto è necessario seguire una prassi preparatoria. Per garantire che le immagini a raggi X scattate durante l’esame siano chiare, l’intestino deve essere vuoto prima del test.
Di conseguenza, il paziente dovrà:
- seguire una dieta leggera, per alcuni giorni prima del test si consiglia di mangiare solo cibi a basso contenuto di fibre;
- prendere lassativi, per svuotare l’intestino;
- bere molti liquidi, per reintegrare quelli che si perdono nel processo di svuotamento dell’intestino;
- non bere o mangiare nulla dopo la mezzanotte prima dell’esame.
I pazienti con diabete devono procedere dietro controllo nutrizionale, onde evitare che l’alimentazione ridotta e l’utilizzo di lassativi possano provocare un calo eccessivo degli zuccheri nel sangue.
Le donne in gravidanza, invece, non possono sottoporsi a questo esame, perché l’esposizione ai raggi X è potenzialmente nociva per il bambino.
Come si esegue il clisma opaco
L’esame del clisma opaco dura in genere dai 30 ai 60 minuti, e viene eseguito da un tecnico di radiologia e da un radiologo.
Il primo step consiste nel rimuovere occhiali, gioielli o dispositivi dentali rimovibili, dopodiché il paziente viene fatto sdraiare su un fianco.
Il radiologo esegue prima una radiografia per assicurarsi che il colon sia pulito, successivamente si procede all’inserimento di un tubo lubrificato per clistere nel retto, collegato a una sacca di bario, ovvero il liquido di contrasto da iniettare nel colon.
Nel caso di un clisma opaco a doppio contrasto, oltre al liquido di bario, viene fatta scorrere nel tubo anche dell’aria.
Quando il colon si riempie di bario, il paziente potrebbe sentire il bisogno di evacuare ed accusare crampi addominali, ma è importante mantenere il tubo in posizione, cercando di rilassarsi e facendo respiri lunghi e profondi.
Il medico potrebbe invitare il paziente a girarsi e cambiare posizione, al fine di distribuire in modo uniforme il bario nel colon e visualizzarlo quindi da varie angolazioni.
Post esame
Dopo aver eseguito l’esame e acquisito le immagini necessarie, si procede alla rimozione del liquido di contrasto attraverso lo stesso tubo del clistere con il quale è stato inserito.
Rimosso il tubo, il paziente potrà utilizzare il gabinetto per espellere ulteriore bario e aria. Eventuali crampi addominali di solito finiscono rapidamente e si può tornare subito alla propria dieta e alle attività abituali.
Nei giorni successivi si potrebbero espellere feci bianche, perché il bario viene rimosso lentamente dal corpo in modo naturale. Questa sostanza, però, potrebbe causare anche stitichezza. In tal caso il medico potrebbe raccomandare un lassativo, se necessario, e invitare il paziente ad assumere più liquidi.
Se non si riesce ad evacuare o fare gas per più di due giorni dopo l’esame è opportuno rivolgersi al medico.
I risultati dell’esame prevedono un doppio esito:
- negativo, se dall’esame non si è evidenziata nessuna anomalia;
- positivo, se invece le immagini mostrano una condizione anomala, da indagare attraverso eventuali altri test diagnostici.
Sarà il medico a leggere i risultati e valutare il da farsi.