Scintigrafia: a cosa serve e come si fa

da | Apr 23, 2024 | Salute

Nell’ambito della medicina nucleare, la scintigrafia offre una finestra unica sul funzionamento interno del corpo umano, rivelando dettagli preziosi sulla fisiologia, la perfusione e l’attività metabolica degli organi e dei tessuti. 

Si tratta, come vedremo, di un esame molto versatile, con numerosi impieghi nella diagnostica medica, dalla oncologica alla cardiologia.

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Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è, a cosa serve e come si esegue una scintigrafia

Cos’è la scintigrafia?

Una definizione molto chiara e semplice di scintigrafia è quella fornita dal portale ISSalute dell’Istituto Superiore di Sanità:

“La scintigrafia è un esame che consente di ottenere informazioni sul funzionamento di alcuni organi, per esempio cuore, polmone, tiroide, circolazione sanguigna, oppure di individuare la presenza di cellule tumorali in tessuti e organi distanti dal luogo in cui si è sviluppato il tumore (metastasi).”

Entrando più nel dettaglio, possiamo dire che la scintigrafia è una tecnica di imaging medico basata sull’impiego di radiofarmaci per ottenere immagini funzionali e metaboliche degli organi e dei tessuti all’interno del corpo. 

Si tratta, come vedremo più nel dettaglio, di un esame molto versatile, che può essere impiegato in molteplici discipline mediche, comprese la cardiologia, l’oncologia, la neurologia, la nefrologia e l’endocrinologia, tra le altre.

Di conseguenza, può essere utilizzata per una varietà di scopi, tra cui la diagnosi di malattie, la valutazione della funzionalità degli organi, il monitoraggio della risposta al trattamento e la guida di interventi terapeutici. 

Tipi di scintigrafia

Ci sono vari tipi di scintigrafia, ognuno dei quali si concentra su un particolare organo o sistema del corpo e fornisce informazioni specifiche sulla sua funzione o sulla presenza di eventuali anomalie. 

I più comuni sono i seguenti:

  • scintigrafia della tiroide – utilizzata per valutare la funzione tiroidea e individuare eventuali noduli o altre anomalie. Viene eseguita somministrando un radiofarmaco, solitamente tecnezio o iodio 123, che viene assorbito dalla ghiandola tiroidea e rilevato da una gamma camera;
  • scintigrafia ossea – utilizzata per diagnosticare fratture, infezioni, metastasi e altre condizioni ossee. Viene eseguita somministrando un radiofarmaco (tecnezio) che si accumula nelle ossa e viene rilevato da una gamma camera;
  • scintigrafia renale – utilizzata per valutare la funzione renale, individuare ostruzioni urinarie, anomalie congenite o altre malattie renali. Viene eseguita somministrando un radiofarmaco che viene filtrato dai reni e rilevato da una gamma camera;
  • scintigrafia miocardica utilizzata per valutare la perfusione del sangue al cuore e individuare eventuali problemi cardiaci come l’ischemia o l’infarto del miocardio. Può essere eseguita durante lo sforzo fisico o con l’uso di farmaci vasodilatatori;
  • scintigrafia polmonare – utilizzata per valutare la perfusione polmonare, individuare emboli polmonari, valutare la funzione polmonare e individuare eventuali anomalie;
  • scintigrafia cerebrale utilizzata per diagnosticare condizioni neurologiche come l’ictus, l’epilessia, i tumori cerebrali, la malattia di Alzheimer e altre malattie del sistema nervoso centrale;
  • scintigrafia della mammella – utilizzata per individuare lesioni sospette al seno e valutare la loro natura. Può essere utilizzata anche per la guida di biopsie.

Questi sono solo alcuni esempi di scintigrafia, e ce ne sono molti altri che vengono utilizzati per diagnosticare una vasta gamma di condizioni mediche. 

La scelta del tipo di scintigrafia dipende dalla condizione clinica del paziente e dalle informazioni specifiche che il medico cerca di ottenere.

Come funziona?

Come accennato, la scintigrafia si basa sull’iniezione di una piccola quantità di un radiofarmaco (più raramente si procede per inalazione o per via orale), contenente un isotopo radioattivo, che viaggia nel flusso sanguigno del paziente fino a raggiungere la zona di interesse da analizzare. 

L’isotopo emette radiazioni, principalmente sotto forma di raggi gamma, che vengono rilevate da una macchina chiamata gamma camera.

La gamma camera cattura le radiazioni emesse dall’isotopo radioattivo e le converte in immagini dettagliate dell’area del corpo in esame, che mostrano la distribuzione del radiofarmaco all’interno dell’organo o del tessuto bersaglio, consentendo ai medici di valutare la funzionalità e l’attività metaboliche.

Per quale motivo si fa la scintigrafia?

Come spiegato, la scintigrafia è un esame molto versatile, impiegato per vari scopi

I più comuni sono i seguenti.

  • Rilevare anomalie funzionali o strutture anomale: ad esempio, una scintigrafia miocardica può essere utilizzata per rilevare problemi di flusso sanguigno al cuore, mentre una scintigrafia ossea può evidenziare la presenza di fratture o metastasi ossee.
  • Monitorare il funzionamento degli organi: la scintigrafia può essere usata per monitorare il funzionamento di organi come il cuore, il fegato, la tiroide e i reni.
  • Valutare il danno agli organi: è possibile utilizzare questa tecnica di imaging per valutare il grado di danneggiamento di organi specifici; ad esempio, la scintigrafia renale può essere usata per valutare la funzionalità renale. 
  • Individuare e monitorare il cancro: l’esame può essere utilizzato per individuare la presenza di tumori o metastasi, ad esempio mediante la scintigrafia della tiroide o la scintigrafia polmonare. 
  • Guidare interventi terapeutici: in alcuni casi, può essere utilizzata per guidare interventi terapeutici, ad esempio nell’iniezione di radiofarmaci per trattare il cancro.

La scelta di prescrivere questo esame è, ovviamente, del medico curante, che valuterà l’opportunità o meno di sottoporre il paziente ad una simile procedura.

Quanto dura?

La durata di questo esame può variare a seconda del tipo di scintigrafia e dell’area del corpo che viene esaminata. Tuttavia, in generale, può durare da 30 minuti a diverse ore.

Vediamo insieme le tempistiche, medie, dei vari tipi di scintigrafia:

  • tiroidea – solitamente richiede circa 30-60 minuti;
  • ossea – può richiedere da 1 a 3 ore. Si potrebbe dover attendere un po’ tra l’iniezione del radiofarmaco e l’acquisizione delle immagini;
  • renale – può richiedere circa 1-2 ore. In alcuni casi, potrebbe essere necessario effettuare acquisizioni di immagini a intervalli di tempo diversi;
  • polmonare – di solito richiede circa 1-2 ore;
  • miocardica – può richiedere da 2 a 4 ore. Questo tipo di esame potrebbe coinvolgere l’assunzione di immagini sia a riposo che durante lo sforzo fisico o farmacologico.

Ci teniamo a sottolineare che questi sono solo tempi approssimativi e la durata effettiva dell’esame può variare in base a diversi fattori, come il protocollo specifico utilizzato dal centro di imaging, la reattività del paziente e eventuali complicazioni o esigenze particolari. 

Per qualsiasi dubbio, consigliamo di rivolgersi al proprio medico o al tecnico specializzato che eseguirà l’esame.

Quanto tempo ci vuole per smaltire le radiazioni della scintigrafia?

I radiofarmaci utilizzati nella scintigrafia hanno emivite brevi, ovvero la radioattività diminuisce rapidamente nel tempo e il rischio di esposizione alle radiazioni è generalmente considerato basso. 

Detto questo, il tempo necessario per smaltire le radiazioni da una scintigrafia dipende principalmente dal tipo di radiofarmaco utilizzato, dalla dose somministrata e dal tasso di decadimento del radioisotopo.

Dopo l’esame, la maggior parte dei radiofarmaci viene escreto attraverso le urine o le feci. Di solito, entro poche ore o giorni, la maggior parte della radioattività sarà stata eliminata dal corpo.

Tuttavia, è importante seguire le istruzioni fornite dal personale medico o dal tecnico di imaging per ridurre al minimo l’esposizione alle radiazioni. Queste istruzioni possono includere raccomandazioni su quanto tempo evitare il contatto ravvicinato con altre persone, specialmente se si tratta di bambini o donne in gravidanza, nonché su come gestire i rifiuti corporei nelle ore immediatamente dopo l’esame.

In generale, il rischio di esposizione alle radiazioni da una singola scintigrafia è considerato molto basso, ma è comunque importante seguire le linee guida e le raccomandazioni del personale medico per garantire la massima sicurezza.

Ciò nonostante, la presenza di un radionuclide nell’organismo a volte può far scattare i rilevatori di radioattività utilizzati a scopi di sicurezza, ragion per cui il medico rilascia un documento che attesta la natura di questa emissione di radiazioni.

ATTENZIONE:
Le informazioni qui riportate hanno carattere divulgativo e orientativo, non sostituiscono la consulenza medica. Eventuali decisioni che dovessero essere prese dai lettori, sulla base dei dati e delle informazioni qui riportati sono assunte in piena autonomia decisionale e a loro rischio.