Nonostante abbia ricevuto maggiore attenzione nel mondo medico solo di recente, le prime descrizioni di quella che oggi chiamiamo sindrome delle gambe senza riposo risalgono alla seconda metà del 1600, ad opera del medico inglese Sir Thomas Willis.
La formulazione dei criteri diagnostici più dettagliati avvenne nel 1945, grazie al neurologo svedese Karl Axel Ekbom, che diede il nome alla sindrome, anche nota infatti come malattia di Willis-Ekbom. Questi criteri furono successivamente convalidati nel 1995 dall’International Restless Legs Study Group e revisionati nel 2002.
Anche se poco conosciuta, la sindrome delle gambe senza riposo è in realtà una condizione alquanto comune. I dati disponibili indicano una prevalenza nella popolazione adulta variabile tra il 5% e il 15%, con alcune stime che suggeriscono che almeno una persona su dieci ne sia colpita a un certo punto della vita. La forma più grave e clinicamente significativa interessa il 3-5% della popolazione. In età pediatrica, le stime di prevalenza sono del 5-10%.
L’insorgenza della malattia è più comune nelle persone di mezza età e negli anziani, sebbene i sintomi possano svilupparsi a qualsiasi età, inclusa l’infanzia. Le donne sono circa il doppio più inclini a sviluppare la RLS rispetto agli uomini, e la condizione è particolarmente prevalente durante la gravidanza. L’incidenza aumenta con l’età, con una percentuale maggiore di persone affette dopo i 70 anni rispetto alla fascia 20-29 anni.
Di cosa parliamo in questo articolo
- Cos’è la sindrome delle gambe senza riposo (RLS)?
- Quali sono i sintomi caratteristici della sindrome delle gambe senza riposo?
- Conseguenze dei sintomi
- Quali sono le cause della RLS?
- 1. RLS primaria (o idiopatica) e genetica
- 2. RLS Secondaria
- 3. Ruolo della dopamina e del ferro
- 4. Gravidanza
- 5. Fattori di rischio legati a farmaci e stile di vita
- 6. Fattori Demografici
- 7. Altre condizioni associate
- Come si esegue la diagnosi?
- Come si cura la RLS?
- 1. Trattamento delle cause scatenanti
- 2. Stile di vita e igiene del sonno
- 3. Terapie farmacologiche
- La sindrome delle gambe senza riposo non è inserita nei LEA
- Domande Frequenti (FAQ)
Cos’è la sindrome delle gambe senza riposo (RLS)?
La sindrome delle gambe senza riposo, comunemente indicata con l’acronimo RLS (Restless Legs Syndrome), è una patologia neurologica, caratterizzata principalmente da un bisogno urgente e irresistibile di muovere le gambe.
Tale urgenza è spesso accompagnata da sensazioni spiacevoli e disturbanti agli arti inferiori, che possono essere descritte in vari modi: formicolii, sensazione di stiramento, bruciore, prurito, scossa elettrica, dolore, brividi, ecc…
Sebbene i sintomi compaiano solitamente in modo bilaterale, possono talvolta interessare una sola gamba. Nei casi più gravi, possono essere coinvolte anche le braccia o altre parti del corpo.
Le sensazioni spiacevoli e la difficoltà a stare fermi si manifestano principalmente durante i momenti di riposo e inattività, come quando si è seduti o sdraiati, e tendono ad accentuarsi nelle ore serali o notturne. Il movimento, come camminare, stirare, scuotere, flettere o frizionare gli arti, generalmente allevia o fa scomparire il fastidio.
La RLS è una delle principali cause di insonnia, poiché l’irrequietezza e la necessità di muovere le gambe rendono difficile l’addormentamento e causano risvegli notturni. Le conseguenze diurne includono eccessiva sonnolenza, stanchezza, affaticabilità, irritabilità, e problemi di attenzione e concentrazione, che possono avere pesanti ripercussioni sulla vita lavorativa e di relazione. Nei casi più gravi, la patologia può generare un elevato livello di stress e contribuire a stati d’ansia e depressione.
Quali sono i sintomi caratteristici della sindrome delle gambe senza riposo?
La sindrome delle gambe senza riposo (RLS) è un disturbo neurologico che si manifesta con una sintomatologia specifica.
I sintomi principali sono i seguenti:
- bisogno irresistibile di muovere le gambe: questo è il sintomo distintivo e primario della RLS. La necessità di muovere gli arti è spesso, ma non sempre, associata a sensazioni spiacevoli, come:
- formicolii;
- sensazione di stiramento;
- bruciore;
- prurito;
- scossa elettrica;
- dolore o dolore palpitante, più frequente negli anziani;
- brividi;
- sensazione di “insetti che camminano sulla pelle” o “strisciamento” (crawling or creeping sensation);
- sensazione di “acqua gassata nelle vene”;
- sensazione di “onde” sulle gambe (tipica nei bambini);
- fastidio e profonda irrequietezza motoria.
- le sensazioni spiacevoli vengono avvertite nella zona profonda delle gambe, raramente dalla superficie;
- peggioramento dei sintomi in momenti di riposo e inattività: i sintomi si accentuano quando i pazienti sono inattivi o sdraiati, ad esempio stando seduti al cinema, a teatro, durante un viaggio in aereo o pullman, o quando ci si mette a letto. Raggiungono un picco di gravità intorno all’ora di coricarsi;
- variazione dei sintomi nell’arco della giornata: i sintomi sono più pronunciati e tendono ad accentuarsi nelle ore serali o notturne. Questa variazione può essere legata a una riduzione fisiologica serale dei livelli di dopamina;
- alleviamento dei sintomi con il movimento: l’impellente necessità di muovere le gambe si placa, e le sensazioni spiacevoli si attenuano o scompaiono, con il movimento. Le azioni che tipicamente portano sollievo includono camminare, stirare, scuotere, flettere o frizionare gli arti;
- parti del corpo interessate: sebbene i sintomi compaiano di solito in modo bilaterale nelle gambe, talvolta possono interessare una sola gamba. Nei casi più gravi, possono essere coinvolte anche le braccia o altre parti del corpo, come piedi, polpacci, cosce, petto e viso;
- frequenza e gravità: i sintomi possono manifestarsi occasionalmente, causando pochi problemi, o quotidianamente, e variare da lievi a intensi o insopportabili. Se la causa è sconosciuta, i sintomi possono peggiorare nel tempo;
- movimenti periodici degli arti durante il sonno (PLMS): fino all’80% delle persone con RLS sperimenta anche i PLMS, che sono contrazioni o spasmi ripetitivi e involontari degli arti inferiori o superiori durante il sonno, solitamente ogni 10-60 secondi. I pazienti spesso non sono consapevoli di questi movimenti e dei brevi risvegli che ne conseguono;
- sintomi nei bambini: nei bambini, i sintomi possono manifestarsi in modo diverso, con una componente di iperattività. I bambini spesso descrivono le sensazioni come “onde” o “animaletti/formiche” che camminano sulle gambe. I genitori osservano l’incapacità del bambino di stare fermo anche da seduto.
Conseguenze dei sintomi
L’impossibilità di tenere ferme le gambe e la necessità di muoversi per trovare sollievo rendono difficile l’addormentamento e causano risvegli notturni, facendo della RLS una delle principali cause di insonnia.
Le ripercussioni diurne, invece, includono:
- eccessiva sonnolenza;
- stanchezza e affaticabilità;
- irritabilità;
- problemi di attenzione e concentrazione.
Nei casi più gravi, la RLS può generare un elevato livello di stress
e contribuire a stati d’ansia e depressione.
Inoltre, l’irrequietezza e il sonno disturbato possono avere impatti negativi anche sul cuore, provocando un’accelerazione del battito cardiaco e un aumento della pressione arteriosa e del rischio cardiovascolare, aumentare il rischio di diabete e impattare negativamente sul sistema immunitario.
Infine, bisogna ricordare che la sintomatologia può causare imbarazzo ai pazienti, che faticano a descrivere il disturbo, portando a ritardi nella diagnosi.
Quali sono le cause della RLS?
Le cause e i fattori di rischio della sindrome delle gambe senza riposo sono molteplici, e possono essere classificati in diverse categorie.
1. RLS primaria (o idiopatica) e genetica
Nella maggior parte dei casi, la causa della sindrome delle gambe senza riposo è sconosciuta. Questa forma è definita primaria o idiopatica.
Un aspetto significativo della RLS primaria è la sua elevata componente genetica. Studi epidemiologici hanno identificato alcuni geni specifici associati alla malattia.
- Nei casi con esordio in età pediatrica, tra il 70% e l’80% dei bambini affetti ha almeno un familiare stretto (genitore o nonno) con la stessa diagnosi;
- anche quando la patologia si manifesta in età adulta, si riscontra una familiarità tra il 40% e il 50%;
- la forma con esordio prima dei 45 anni tende ad essere ereditaria e di solito persiste per tutta la vita, con sintomi che possono peggiorare gradualmente.
2. RLS Secondaria
La RLS può manifestarsi come complicanza di altre malattie o condizioni, definita in questo caso RLS secondaria.
Le condizioni mediche associate sono le seguenti:
- anemia da carenza di ferro;
- insufficienza renale cronica e uremia;
- diabete mellito;
- morbo di Parkinson;
- neuropatie periferiche (ad esempio, quelle legate a uremia e diabete);
- sclerosi multipla;
- artrite reumatoide;
- ipotiroidismo;
- fibromialgia;
- lesioni del midollo spinale;
- alterazioni del sistema extrapiramidale;
- traumi.
3. Ruolo della dopamina e del ferro
Anche se i meccanismi precisi non sono ancora del tutto chiari, una delle ipotesi più accreditate riguarda le alterazioni del sistema dopaminergico a livello cerebrale.
La dopamina è un neurotrasmettitore coinvolto nel controllo dei movimenti. Si ritiene che una minore produzione o disfunzione della dopamina possa causare spasmi muscolari e movimenti involontari.
Il fatto che i sintomi peggiorino la sera e la notte può essere spiegato da una riduzione fisiologica dei livelli di dopamina in queste ore, che è ancora più marcata nelle persone con RLS.
Anche la carenza di ferro è un fattore fortemente implicato nell’insorgenza e nella gravità della RLS.
Infatti, il cervello utilizza il ferro per la sintesi della dopamina, e bassi livelli di ferritina nel sangue (inferiori a 50 microgrammi/litro) sono associati a una maggiore gravità del disturbo.
L’integrazione di ferro è spesso il trattamento di prima linea, soprattutto se i livelli sono bassi.
4. Gravidanza
La gravidanza è un fattore di rischio significativo per questa condizione. Circa una donna incinta su cinque sperimenta i sintomi della RLS, in particolare negli ultimi tre mesi di gravidanza.
Sebbene la ragione esatta non sia chiara, si ipotizza un legame con fattori ormonali e/o la carenza di ferro, comune in gravidanza.
Generalmente, i sintomi tendono a scomparire dopo il parto.
5. Fattori di rischio legati a farmaci e stile di vita
Alcuni farmaci e sostanze possono scatenare o peggiorare i sintomi della RLS, tra cui:
- alcuni antidepressivi;
- farmaci antipsicotici;
- stimolanti e antagonisti della dopamina;
- antistaminici;
- litio (usato nel disturbo bipolare);
- calcio-antagonisti (usati per l’ipertensione arteriosa);
- farmaci impiegati nel trattamento della nausea.
Nella maggior parte dei casi indotti da farmaci, la sintomatologia migliora o scompare dopo la sospensione della sostanza.
Per quanto riguarda, invece, lo stile di vita, i fattori legati che possono contribuire o peggiorare la RLS sono:
- stile di vita sedentario;
- fumo di sigarette;
- consumo di caffeina e alcol;
- essere sovrappeso o obesi;
- stress;
- mancanza di esercizio fisico.
6. Fattori Demografici
Come già accennato, le donne sono circa il doppio più inclini a sviluppare la RLS rispetto agli uomini.
L’insorgenza è più comune nella mezza età e negli anziani. La percentuale di persone affette aumenta con l’età, passando dall’1% tra i 20-29 anni al 4% dopo i 70 anni.
I sintomi possono svilupparsi a qualsiasi età, inclusa l’infanzia.
7. Altre condizioni associate
Infine, possiamo menzionare alcuni disturbi e condizioni molto spesso associati alla sindrome delle gambe senza riposo, tra cui i più comuni sono:
- disturbo da movimenti periodici degli arti (PLMS): come già spiegato prima, quasi 8 persone su 10 affette da RLS sperimentano anche questo disturbo, con contrazioni o spasmi involontari degli arti durante il sonno;
- narcolessia e disturbo del comportamento durante il sonno REM;
- sindrome da deficit di attenzione/iperattività (ADHD): la letteratura recente ha messo in relazione l’ADHD con la RLS, ipotizzando la presenza di un comune deficit dopaminergico;
- malattie cardiovascolari: la ricerca ha evidenziato una maggiore probabilità (fino al doppio) per le persone con RLS di sviluppare malattie cardiovascolari gravi, come la malattia coronarica o l’infarto. Questo rischio è maggiore nei casi più gravi o frequenti e si ritiene sia collegato all’aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna associati ai movimenti delle gambe e al sonno disturbato;
- cattive condizioni di salute (fisica e mentale): la percentuale di coloro che soffrono di RLS è più elevata tra le persone con condizioni di salute non ottimali.
Come si esegue la diagnosi?
La diagnosi della sindrome delle gambe senza riposo si fonda principalmente su un‘attenta valutazione clinica e sull’analisi della storia del paziente. Pertanto, gli esami strumentali non sono sempre indispensabili.
L’ipotesi di RLS emerge dalla storia clinica del paziente o dalle testimonianze del partner. È fondamentale che il medico crei un ambiente accogliente per mettere il paziente a proprio agio, esplorando se l’insonnia possa nascondere questa sindrome. La diagnosi può essere formulata solo se il paziente presenta una specifica e completa costellazione di sintomi.
I criteri ufficiali, convalidati dall’International Restless Legs Study Group, si basano su quattro aspetti fondamentali:
- un bisogno irrefrenabile di muovere le gambe, spesso accompagnato da sensazioni sgradevoli agli arti inferiori. Nei casi più severi, il disturbo può estendersi anche agli arti superiori;
- i sintomi peggiorano durante i momenti di inattività, come quando si è seduti o sdraiati;
- il movimento, in particolare camminare, allevia i sintomi. Altre azioni efficaci includono scuotere, stirare, flettere o frizionare le gambe;
- i disturbi tendono a comparire o a intensificarsi nelle ore serali o notturne.
È cruciale distinguere la RLS da altre condizioni con manifestazioni simili, come:
- crampi: a differenza della RLS, i crampi coinvolgono gruppi muscolari specifici, provocando una contrazione e un dolore molto più intensi, che si attenuano solo con lo stiramento del muscolo;
- patologie artritiche o arteriopatia periferica: in queste condizioni, il movimento aggrava i sintomi, contrariamente a quanto accade nella RLS.
Sebbene la polisonnografia non sia necessaria per diagnosticare la RLS, può rivelarsi utile per confermare la presenza del disturbo da movimenti periodici degli arti (PLMS) o per verificare la coesistenza dei due disturbi.
I pazienti con entrambi i disturbi (RLS e PLMS) dovrebbero essere sottoposti a esami per identificare eventuali patologie concomitanti, che includono analisi del sangue per valutare:
- carenza di ferro e anemia sideropenica, misurando i livelli di ferritina. Un valore inferiore a 50 microgrammi/litro (o ng/mL) indica la necessità di un’integrazione di ferro;
- funzionalità epatica e renale;
- altre possibili cause, come malattie ematologiche o carenze vitaminiche.
La diagnosi può risultare complessa, anche perché i pazienti faticano a descrivere con precisione i propri sintomi. Di conseguenza, la percentuale di persone con RLS che non ricevono una diagnosi corretta potrebbe essere considerevole.
Come si cura la RLS?
Non esistendo una cura definitiva per la sindrome delle gambe senza riposo, il trattamento si concentra sull’alleviare i sintomi per migliorare la qualità della vita. Il piano terapeutico viene personalizzato in base alla gravità del disturbo e alla presenza di eventuali cause scatenanti.
1. Trattamento delle cause scatenanti
Quando la RLS è secondaria, ovvero conseguenza di altre patologie come carenza di ferro, insufficienza renale, diabete o gravidanza, il primo passo consiste nel trattare la condizione scatenante.
Ad esempio, in caso di carenza di ferro, confermata da livelli di ferritina inferiori a 50 microgrammi/litro (ng/mL), l’integrazione di questo minerale rappresenta il trattamento di prima linea sia per la RLS che per il PLMS. Per questo motivo, è fondamentale misurare la ferritina prima di avviare qualsiasi terapia farmacologica.
L’integrazione richiede costanza per essere efficace, sebbene la somministrazione endovenosa offra risultati più rapidi. È inoltre importante escludere altre cause di bassi livelli di ferritina, come malattie ematologiche o carenze vitaminiche.
2. Stile di vita e igiene del sonno
Nei casi più lievi e non legati ad altre patologie, un intervento farmacologico può non essere necessario. Tuttavia, adottare uno stile di vita sano e una corretta igiene del sonno è un passo fondamentale consigliato a tutti i pazienti.
- abitudini del sonno: stabilire una routine del sonno regolare, garantendo un numero adeguato di ore di riposo;
- sostanze da evitare: limitare o evitare il consumo di caffeina, alcol, nicotina e cioccolato, soprattutto nelle ore serali;
- attività fisica: praticare esercizio fisico regolare durante il giorno è benefico, ma è meglio evitare attività intense poco prima di dormire. Discipline come stretching, yoga o tai-chi possono favorire il rilassamento;
- gestione dello stress: poiché lo stress può peggiorare i sintomi, è utile cercare supporto emotivo e considerare tecniche di rilassamento o percorsi di psicoterapia;
- sollievo immediato: durante un attacco di RLS, alcune strategie possono offrire un rapido sollievo:
- camminare, scuotere o allungare le gambe;
- massaggiare la zona interessata;
- fare un bagno caldo o freddo;
- applicare impacchi caldi o freddi sui muscoli;
- dedicarsi ad attività mentali distrattive, come leggere o guardare un film;
- se i sintomi si manifestano a letto, è preferibile alzarsi e camminare piuttosto che rimanere sdraiati.
- adattamenti ambientali: in situazioni che richiedono di stare seduti a lungo (ad esempio al cinema o in viaggio), è utile scegliere un posto che consenta di muovere facilmente le gambe. È inoltre consigliabile evitare l’uso di dispositivi elettronici in camera da letto.
3. Terapie farmacologiche
Quando i cambiamenti nello stile di vita non bastano, o nei casi più severi, si ricorre a una terapia farmacologica. Spesso è necessario un periodo di adattamento per trovare il farmaco e il dosaggio più adatti al singolo paziente, ma le opzioni più comuni sono le seguenti:
- gabapentinoidi: sono considerati una scelta prioritaria, specialmente se l’integrazione di ferro fallisce o non è necessaria. Assunto una volta al giorno, presenta un rischio minore di peggioramento dei sintomi (augmentation) rispetto ai farmaci dopaminergici;
- farmaci dopaminergici: questi farmaci agiscono sulle vie nervose che utilizzano la dopamina;
- oppioidi: farmaci come codeina o tramadolo possono essere prescritti per forme gravi e dolorose, ma richiedono grande cautela a causa del rischio di tolleranza, effetti avversi e potenziale abuso;
- benzodiazepine: pur potendo migliorare la qualità del sonno, non agiscono sui movimenti degli arti. Il loro uso deve essere cauto per evitare tolleranza e sonnolenza diurna, oltre a un possibile peggioramento delle apnee notturne.
Nei bambini, l’approccio privilegiato è sempre quello comportamentale. Si ricorre ai farmaci solo in caso di fallimento delle prime misure, preferendo la terapia con ferro.
La prognosi della RLS è variabile: i sintomi possono attenuarsi o scomparire per periodi, ma anche peggiorare nel tempo. Nelle forme secondarie, tuttavia, il trattamento della patologia di base porta generalmente a un significativo miglioramento.
La sindrome delle gambe senza riposo non è inserita nei LEA
Attualmente, in Italia, la sindrome delle gambe senza riposo non è ancora inclusa nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), il che significa che i farmaci per il suo trattamento non sono sempre convenzionati dal Servizio Sanitario Nazionale in tutte le regioni.
Questa situazione crea disparità di trattamento per i pazienti a seconda del loro luogo di residenza, con conseguenti oneri economici e difficoltà nell’accesso alle cure necessarie.
A inizio 2024 è stata presentata un’interrogazione parlamentare per chiedere l’inserimento della RLS nei LEA, al fine di garantire una presa in carico tempestiva e completa su tutto il territorio nazionale, senza distinzioni regionali, riconoscendo l’importanza di curare questo disturbo per la sua severa incidenza sulla qualità della vita, sulla salute cardiovascolare e sul sistema immunitario, ma ad oggi non ci sono state novità in tal senso.
Domande Frequenti (FAQ)
È un disturbo neurologico definito da un impulso irrefrenabile di muovere le gambe, spesso accompagnato da sensazioni sgradevoli come formicolii o dolori. I sintomi emergono tipicamente durante i momenti di riposo, specialmente nelle ore serali e notturne, trovando sollievo solo con il movimento. La principale conseguenza è un significativo peggioramento della qualità del sonno.
I sintomi cardine includono un bisogno incontrollabile di muovere le gambe, associato a sensazioni fastidiose come prurito, stiramento o dolore. Questi disturbi si accentuano nei momenti di inattività, ad esempio da seduti o sdraiati, mentre si alleviano con il movimento, come camminare o allungare gli arti. Caratteristicamente, i sintomi tendono a comparire o a intensificarsi verso sera e durante la notte.
La diagnosi è essenzialmente clinica, basata sul racconto del paziente e sulla sua storia medica. Per confermarla, il medico si affida a criteri specifici: il bisogno di muovere le gambe, il peggioramento dei sintomi a riposo, il sollievo con il movimento e il manifestarsi prevalentemente di sera o di notte. Esami come la polisonnografia non sono necessari per la diagnosi di RLS, ma possono essere utili per identificare la coesistenza del Disturbo da Movimenti Periodici degli Arti (PLMS).
Le cause della RLS non sono sempre note. Nella maggior parte dei casi si parla di forma “idiopatica” o “primaria”, spesso legata a una predisposizione genetica e a uno squilibrio del sistema della dopamina nel cervello. Esiste anche una forma “secondaria”, che si sviluppa come conseguenza di altre condizioni, tra cui la carenza di ferro, la gravidanza, l’insufficienza renale, il diabete, il morbo di Parkinson o l’assunzione di alcuni farmaci.
Poiché non esiste una cura definitiva, il trattamento ha l’obiettivo di gestire e alleviare i sintomi. L’approccio terapeutico prevede innanzitutto di correggere le cause sottostanti, come un’eventuale carenza di ferro. Successivamente, si interviene con modifiche dello stile di vita (migliorando l’igiene del sonno ed evitando sostanze eccitanti). Nei casi più severi, si ricorre a terapie farmacologiche, che includono farmaci come il gabapentin enacarbil o i dopaminergici, da utilizzare sempre con cautela.
Sì, assolutamente. Gli accorgimenti sullo stile di vita sono efficaci sia nei casi lievi sia come supporto alle terapie farmacologiche. Si consiglia di adottare una routine del sonno regolare e di evitare il consumo di caffeina, alcol e nicotina. Anche l’esercizio fisico moderato, lo stretching, i bagni caldi, i massaggi alle gambe e le attività mentali che aiutano a distrarsi possono offrire un notevole sollievo.
Il primo passo è l’integrazione di ferro, se i livelli sono bassi. Qualora non fosse sufficiente, il farmaco di prima scelta è il gabapentin enacarbil. Per i casi da moderati a gravi si possono utilizzare farmaci dopaminergici (come pramipexolo, ropinirolo e rotigotina), prestando però molta attenzione ai possibili effetti collaterali, come il peggioramento dei sintomi nel tempo (“augmentation”). Altre opzioni includono oppioidi o pregabalin per il dolore e benzodiazepine per favorire il sonno.
Sì, la RLS può manifestarsi a qualsiasi età, inclusa l’infanzia. Nei bambini, i sintomi possono essere difficili da interpretare e apparire come irrequietezza o iperattività, venendo talvolta confusi con un disturbo da deficit di attenzione (ADHD). L’approccio terapeutico in età pediatrica privilegia le modifiche comportamentali e la supplementazione di ferro, riservando i farmaci ai casi che non rispondono a questi primi interventi.
La RLS non è una malattia pericolosa per la vita, ma la sua gravità può variare da lieve a molto intensa, con un possibile peggioramento nel tempo. Nelle forme più severe, può compromettere seriamente il sonno, causando insonnia cronica. Questo, a sua volta, porta a conseguenze diurne significative come stanchezza, sonnolenza, irritabilità, ansia e depressione, con un forte impatto sulla vita quotidiana e professionale.