Quali esami fare in gravidanza mese per mese?

da | Ott 28, 2024 | Salute

Durante la gravidanza è opportuno e raccomandato sottoporsi a controlli, visite ed esami specifici periodicamente, a seconda del periodo di gestazione che si sta affrontando.  

In genere, la tendenza attuale e recente consiste in controlli ecografici su base mensile e in diversi esami da eseguire con una frequenza che può variare a seconda delle esigenze specifiche manifestate.

Nella maggior parte dei casi, sono controlli non invasivi, ma, laddove necessario, potrebbero essere richiesti anche esami più delicati, come ad esempio l’amniocentesi o la villocentesi

Ovviamente, sarà il proprio ginecologo a stilare un calendario delle visite da seguire, ma un punto di riferimento utile è senz’altro l’Agenda della Gravidanza redatta dal Ministero della Salute

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire quali esami fare in gravidanza mese per mese, o meglio trimestre per trimestre.

Esami da fare in gravidanza nel primo trimestre

Durante il primo trimestre di gravidanza, ovvero fino a 12 settimane e 6 giorni, sono previsti diversi esami e controlli per monitorare lo stato di salute della futura mamma e del feto

Questa fase della gestazione è molto delicata, ed è fondamentale partire da una corretta informazione da parte del medico nei confronti della paziente, sull’assistenza durante la gravidanza, sui benefici di legge per maternità e paternità, sui corsi di accompagnamento alla nascita, sugli stili di vita più appropriati (es. alimentazione sana) e su come gestire i sintomi comuni.

Tra gli esami principali da eseguire ci sono:

  • misurazione del peso e della pressione arteriosa, fondamentali per monitorare la salute materna;
  • esame delle urine per valutare la funzionalità renale e una urinocoltura per rilevare eventuali infezioni delle vie urinarie;
  • esami del sangue, per determinare il gruppo sanguigno e il fattore Rh, verificare la presenza di anemia e altre malattie infettive come toxoplasmosi, rosolia, sifilide e HIV;
  • ecografia precoce per confermare l’epoca gestazionale nei casi dubbi;
  • pap test, raccomandato se non è stato eseguito negli ultimi tre anni.

Inoltre, vengono offerte informazioni sulle diverse possibilità di diagnosi prenatale per rilevare eventuali anomalie cromosomiche, come la sindrome di Down. A tal proposito, può essere raccomandato, in particolare alle donne a partire dai 35 anni di età, il test combinato, da eseguire tra le 11 settimane + 0 giorni e le 13 settimane + 6 giorni; questo esame include un’analisi del sangue e un’ecografia per valutare la translucenza nucale

Tra le 15 e le 20 settimane è possibile eseguire ulteriori controlli, come il triplo test, oltre a procedure come villocentesi e amniocentesi per valutare anomalie genetiche.

Infine, si inizia a discutere dell’ecografia morfologica del secondo trimestre, utile per individuare eventuali anomalie fetali.

Esami da fare in gravidanza nel secondo trimestre

Durante il secondo trimestre, che va da 13 settimane + 0 giorni a 27 settimane + 6 giorni, il medico o l’ostetrica verificherà insieme alla futura mamma il piano di assistenza, proponendo eventuali modifiche necessarie in base agli esiti degli esami precedenti. 

Questo periodo è cruciale per monitorare la salute della madre e lo sviluppo del feto, e prevede una serie di esami e controlli specifici, tra cui i seguenti:

  • misurazione della pressione arteriosa, eseguita regolarmente per tenere sotto controllo eventuali segni di ipertensione;
  • controllo dell’emoglobina: se gli esami del sangue mostrano un livello di emoglobina inferiore a 10,5 g/dl, potrebbe essere prescritta una terapia per correggere l’anemia;
  • a partire da 24 settimane + 0 giorni, viene misurata la distanza fondo uterino-sinfisi pubica – ovvero la distanza tra il punto più in basso della pancia e quello più basso, dove si trova l’utero – per verificare l’accrescimento fetale.

Inoltre, vengono ripetuti alcuni esami del sangue:

  • se la mamma non è immune, si effettua un nuovo esame per monitorare l’eventuale esposizione a rosolia e toxoplasmosi;
  • per le donne a rischio di diabete gestazionale, viene proposto il test della curva da carico di glucosio.

Uno degli esami più importanti di questo periodo è l’ecografia morfologica, anche nota come “strutturale”, che viene eseguita tra la 19ª e la 21ª settimana. Questo esame è fondamentale per diagnosticare eventuali anomalie del feto e verificare lo sviluppo corretto di tutti gli organi principali

Esami da fare in gravidanza nel terzo trimestre

Nel terzo trimestre di gravidanza, che va da 28 settimane + 0 giorni fino al termine, il medico o l’ostetrica continuerà a monitorare la salute della mamma e del feto, verificando il piano di assistenza e apportando eventuali modifiche necessarie. 

Ecco gli esami e controlli previsti in questo periodo:

  • misurazione della pressione arteriosa e della distanza fondo uterino-sinfisi pubica, utile per monitorare l’accrescimento del feto;
  • esami del sangue per controllare i livelli di emoglobina: se inferiori a 10,5 g/dl, verrà indicata una terapia per correggere eventuali carenze;
  • controlli per toxoplasmosi e altre malattie infettive (epatite B, sifilide, HIV), in caso di non immunità;
  • tampone per lo streptococco (tra la 34ª e la 36ª settimana) per prevenire infezioni neonatali;
  • profilassi anti-D per le donne con fattore Rh negativo, al fine di evitare complicazioni per il feto.

Durante questo trimestre, il medico fornirà anche informazioni utili riguardo ai corsi di accompagnamento alla nascita e alle tecniche per aumentare la possibilità che un feto in presentazione podalica (sede) si giri, come la moxibustione o le manovre esterne (versione cefalica), tra la 32ª e la 33ª settimana.

Attorno alla 34ª settimana, si discuterà del parto: il travaglio, le opzioni per affrontare il dolore, e i contatti con l’ospedale scelto per il parto. Inoltre, verranno fornite informazioni su cosa aspettarsi a 40 settimane e oltre, oltre che sull’assistenza post-parto, sugli esami da fare subito dopo la nascita e sull’allattamento al seno.

Infine, alla 36ª settimana, si verificherà la posizione del feto: se non è ancora in presentazione cefalica, verranno fornite ulteriori informazioni sulle possibilità di intervenire con manovre ostetriche esterne per favorire il corretto posizionamento.

Eventuali esami aggiuntivi

Quanto elencato finora, indicato nell’agenda del Ministero della Salute, consiste in un percorso che si applica in genere a tutte le gravidanza, ma in alcune situazioni particolari, il medico potrebbe ritenere utile prescrivere esami aggiuntivi per monitorare meglio la salute della mamma e del feto. 

Ad esempio, nelle gravidanze gemellari o in caso di patologie preesistenti come il diabete o l’ipertensione, potrebbero essere necessari controlli più frequenti, tra cui ecografie aggiuntive per valutare l’accrescimento fetale o monitorare la quantità di liquido amniotico. 

Se la madre presenta un rischio elevato di diabete gestazionale, potrebbe essere indicata una curva glicemica con dosaggi più frequenti. In caso di sospetta pre-eclampsia (o gestosi), saranno necessari controlli regolari della pressione arteriosa e test urinari per rilevare la presenza di proteine.

Per gravidanze a rischio di parto pretermine, potrebbe essere consigliato un monitoraggio con cardiotocografia (CTG) anticipata, per valutare il benessere fetale e le contrazioni uterine. In casi di infezioni o problemi legati alla placenta, come placenta previa o distacco, potrebbero essere necessari ulteriori ecografie e analisi del sangue

In presenza di anomalie cromosomiche o malformazioni sospettate in ecografie precedenti, si può proporre l’amniocentesi o l’analisi del DNA fetale per confermare eventuali diagnosi genetiche.

Infine, è importante ricordare che durante i nove mesi potrebbero essere prescritte anche delle terapie specifiche, a seconda delle condizioni di salute della donna e del feto, come ad esempio l’assunzione di integratori di acido folico – essenziale per la prevenzione di diverse malformazioni congenite, in particolare la spina bifidavitamine (es. B12, D, ecc…), ferro, magnesio, ma anche progesterone ed eparina (laddove necessario). 

Insomma, ogni gravidanza è unica, ed è fondamentale seguire le indicazioni del proprio medico per assicurarsi di percorrerla nel modo migliore possibile, per garantire la sicurezza della futura mamma e del bambino. 

Ricordiamo agli iscritti al Fondo Enfea Salute che il Piano Sanitario, nell’ambito della “Gravidanza sicura”, liquida varie spese in caso di gravidanza della lavoratrice o della coniuge, tra cui:

  • visite specialistiche aggiuntive;
  • amniocentesi e villocentesi;
  • test predittivi strumentali e/o genetici;
  • ecografie morfologiche.

Per tutti i dettagli, invitiamo a consultare il nostro sito web, qui

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