La miocardite è una patologia infiammatoria del miocardio, il tessuto muscolare del cuore, determinata da molteplici fattori, tra cui infezioni virali o batteriche, malattie autoimmuni, esposizione a sostanze tossiche e assunzione di determinati farmaci.
Come vedremo più nel dettaglio nel corso dell’articolo, questa condizione si presenta con sintomi aspecifici, come ad esempio affaticamento, difficoltà respiratorie, dolore toracico e palpitazioni, rendendo la diagnosi complessa.
Si tratta di una patologia da non sottovalutare, perché potrebbe provocare aritmie, la perdita di funzionalità cardiache e, nei casi di infiammazione più intensa, la morte improvvisa per insufficienza cardiaca. Per questo motivo, è importante una diagnosi precoce e un trattamento appropriato.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cos’è la miocardite, quali sono le cause principali, come si manifesta e quali sono le opzioni teraputiche disponibili.
Di cosa parliamo in questo articolo
Cos’è la miocardite?
Come accennato nell’introduzione, la miocardite è una patologia infiammatoria del miocardio, il tessuto muscolare che forma le pareti del cuore, che può danneggiare le cellule muscolari del cuore riducendo la funzione cardiaca.
Semplificando, l’infiammazione del miocardio compromette la capacità del nostro cuore di battere regolarmente (da 60 a 100 volte al minuto), quindi di pompare sangue nel corpo, con conseguente rischio di aritmie.
Per approfondire questo tema invitiamo a leggere il nostro articolo Aritmie: tachicardia, bradicardia, fibrillazione atriale e ventricolare.
Secondo la Myocarditis Foundation, nonostante sia riconosciuta come una malattia rara, si stima che la miocardite colpisca migliaia di adulti e bambini negli Stati Uniti e in tutto il mondo ogni anno; nel 2017 sono stati diagnosticati 3,1 milioni di casi di miocardite e cardiomiopatia, numeri aumentati durante la Pandemia, a causa della relazione tra infezione da Sars-CoV-2 e sviluppo della patologia.
Cos’è la miocardite a cellule giganti?
La miocardite a cellule giganti è una forma rara di miocardite, potenzialmente grave e letale se non diagnosticata e trattata tempestivamente, in cui si verifica una forte infiammazione del tessuto cardiaco, associata alla presenza di cellule giganti multinucleate.
Queste cellule sono il risultato della fusione di più cellule infiammatorie, e possono essere osservate nel tessuto cardiaco durante l’infiammazione.
Le cause sono ancora poco chiare, ma si ipotizza che possa essere di natura autoimmune. Per giungere ad una diagnosi viene effettuata una biopsia cardiaca.
Cosa provoca la miocardite?
Abbiamo accennato al fatto che la miocardite può essere determinata da molteplici fattori, ma la causa più frequente è una infezione virale, che a sua volta provoca una infiammazione del miocardio, mettendo sotto stress il cuore anche dopo che l’infezione è stata risolta.
In questi casi si parla di miocardite virale, ma le cause possono essere anche molte altre, tra cui le seguenti, elencate dal portale del Manuale MSD.
- Disturbi autoimmuni: arterite a cellule giganti, granulomatosi con poliangioite, lupus eritematoso sistemico, arterite di Takayasu.
- Infezioni batteriche: infezioni da streptococchi del gruppo A, malattia di Lyme, infezioni da stafilococco, tubercolosi.
- Cardiotossine: alcol, cocaina.
- Farmaci: clozapina, inibitori del checkpoint immunitario, penicilline, alcuni diuretici.
- Infezioni micotiche: blastomicosi, candidosi, coccidioidomicosi, istoplasmosi, idiopatico.
- Disturbi infiammatori: malattia infiammatoria intestinale, sarcoidosi.
- Infezioni parassitarie: amebiasi, malattia di Chagas, toxoplasmosi.
- Radioterapia.
- Infezioni virali: virus Coxsackie B, HIV, Herpes Virus umano 6, virus influenzale, Parvovirus B19, SARS-CoV-2.
Stando ai dati forniti dalla summenzionata Myocarditis Foundation, tra il 6% e il 18% dei pazienti con miocardite presenta una mutazione genetica associata ad un aumentato rischio di cardiomiopatia.
Quali sono i sintomi di una miocardite?
Come capire se si ha una miocardite? Giungere ad una diagnosi precoce non è semplice, perché nella fase iniziale tende ad essere asintomatica e con il diffondersi dell’infiammazione si manifesta con alcuni segni che potrebbero essere facilmente associati ad altre condizioni.
I sintomi principali, comunque, sono i seguenti:
- dolore al petto;
- fatica;
- gonfiore alle gambe, caviglie e piedi;
- battito cardiaco accelerato o irregolare (aritmie);
- mancanza di respiro, a riposo o durante un’attività;
- stordimento o sensazione di svenimento;
- sintomi simil-influenzali, come mal di testa, dolori muscolari, dolori articolari, febbre o mal di gola.
In alcuni casi la miocardite presenta sintomi simili a quelli di un infarto. In questi casi è importante chiedere assistenza medica immediata.
Come si effettua la diagnosi?
Abbiamo spiegato che la diagnosi di miocardite può essere impegnativa per i medici, poiché i sintomi e le manifestazioni cliniche sono molto simili ad altre patologie cardiache.
Detto questo, esistono diversi strumenti diagnostici disponibili per identificare questa condizione, tra cui:
- anamnesi ed esame obiettivo – il medico può raccogliere informazioni sulla storia medica del paziente, sui sintomi e sui fattori di rischio. Durante l’esame obiettivo, il medico può cercare segni di insufficienza cardiaca, come gonfiore alle gambe, al collo e al ventre;
- elettrocardiogramma (ECG) – l’ECG può rilevare eventuali anomalie nel ritmo cardiaco o nella conduzione elettrica del cuore;
- ecocardiogramma – si tratta di una tecnica di imaging che utilizza ultrasuoni per visualizzare il cuore in tempo reale e che può rilevare eventuali anomalie nella funzione cardiaca, come insufficienza cardiaca o ridotta contrattilità del miocardio;
- risonanza magnetica cardiovascolare – è un esame di imaging che utilizza campi magnetici e onde radio per produrre immagini dettagliate del cuore e che può rilevare eventuali aree di infiammazione nel miocardio;
- biopsia endomiocardica – in alcuni casi, il medico può eseguire una biopsia del tessuto cardiaco per esaminare le cellule e confermare la diagnosi di miocardite.
Spesso si prescrivono anche alcuni esami del sangue a supporto dell’indagine diagnostica, seppur non specifici per la miocardite, tra cui i seguenti:
- marker cardiaci – i marcatori cardiaci come la troponina e la CK-MB sono spesso utilizzati per valutare eventuali danni al miocardio. L’aumento dei livelli di questi marcatori può indicare la presenza di danno al miocardio, che può essere causato anche da infiammazione;
- emocromo completo – può rilevare segni di infezione, come un aumento dei globuli bianchi.
- proteina C reattiva (PCR) – la PCR è una proteina prodotta dal fegato in risposta a un’infiammazione. Un aumento dei livelli di PCR può indicare la presenza di infiammazione nel corpo;
- test per virus specifici – possono essere eseguiti per identificare la causa dell’infiammazione. Ad esempio, un test di anticorpi per il virus Coxsackie B può essere utilizzato per identificare la presenza di infezione virale;
- test autoimmunitari – possono essere eseguiti per identificare eventuali autoanticorpi presenti nel sangue.
Una diagnosi precoce è importante per prevenire le complicazioni a lungo termine della miocardite e per avviare il trattamento appropriato.
Come si cura la miocardite?
Il trattamento della miocardite dipende dalla gravità della malattia e dalle cause sottostanti, ma di base persegue due obiettivi principali: ridurre l’infiammazione e prevenire eventuali complicazioni cardiache.
Vediamo alcune delle opzioni terapeutiche comunemente utilizzate per la miocardite.
- Riposo e limitazione dell’attività fisica: in caso di miocardite acuta, il riposo è spesso prescritto per ridurre lo stress sul cuore e favorire il recupero.
- Farmaci anti-infiammatori: i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) possono essere utilizzati per ridurre l’infiammazione nel miocardio.
- Farmaci per la gestione dei sintomi: farmaci come i diuretici, gli inotropi e i vasodilatatori possono essere utilizzati per gestire i sintomi dell’insufficienza cardiaca, tra cui l’edema polmonare, l’ipertensione arteriosa e la ridotta funzione cardiaca.
- Farmaci immunosoppressori: possono essere utilizzati per ridurre l’attività del sistema immunitario e prevenire ulteriori danni al miocardio.
- Trattamento delle cause sottostanti: se la miocardite è causata da un’infezione virale o batterica, il medico può prescrivere farmaci specifici per combattere l’infezione. Se la causa è un’altra condizione medica, come una malattia autoimmune, sarà necessario trattare la condizione di base.
- Dispositivi di supporto cardiaco: in alcuni casi, come in presenza di grave insufficienza cardiaca, può essere necessario l’utilizzo di dispositivi di supporto cardiaco, come il balloon pump (intra-aortic balloon pump (IABP), un dispositivo che aiuta il cuore a pompare sangue) o l’ECMO (un macchinario che funziona come i polmoni, rimuovendo l’anidride carbonica e aggiungendo ossigeno al sangue), per sostenere la funzione cardiaca e prevenire le complicanze a lungo termine.
Sarà il medico a stabilire come procedere, a seconda delle condizioni del paziente.
Quanto dura la miocardite?
La prognosi per la miocardite dipende dalla gravità della malattia, dalle cause sottostanti e dalla tempestività della diagnosi e del trattamento.
Spesso si risolve completamente con il trattamento appropriato, ma in alcuni casi può causare danni permanenti al miocardio e portare a complicazioni a lungo termine, come l’insufficienza cardiaca o le aritmie.
È importante che la miocardite sia diagnosticata e trattata precocemente per prevenire queste complicazioni.
Che conseguenze ha la miocardite?
Lo abbiamo sottolineato più volte, una grave miocardite indebolisce il cuore, riducendo la funzionalità cardiaca e aumentando il rischio di sviluppare complicanze, tra cui le seguenti.
- Insufficienza cardiaca: la miocardite può causare danni permanenti al muscolo cardiaco, il che può compromettere la capacità del cuore di pompare il sangue efficacemente; in alcuni casi, questo può portare all’insufficienza cardiaca, una condizione in cui il cuore non è in grado di pompare abbastanza sangue per soddisfare le esigenze del corpo.
- Aritmie cardiache: questa condizione può causare problemi con il normale ritmo cardiaco, portando a aritmie cardiache, che possono variare da lievi a gravi e provocare sintomi come palpitazioni, vertigini o svenimenti;
- Infarto miocardico: in alcuni casi, può causare danni alle cellule del muscolo cardiaco, con conseguente rischio di infarto del miocardio, che si verifica quando una parte del muscolo cardiaco muore a causa della mancanza di ossigeno e sangue.
- Problemi di conduzione: la miocardite può influenzare la capacità del cuore di condurre l’impulso elettrico attraverso il sistema di conduzione cardiaco, causando sintomi come battiti irregolari del cuore, svenimenti o addirittura arresto cardiaco improvviso.
- Cardiomiopatia dilatativa: si tratta di una condizione in cui il cuore si allarga e si indebolisce, che può portare a sintomi come affaticamento, mancanza di respiro e gonfiore delle gambe e delle caviglie.
Appare evidente che diagnosticare in tempo utile la miocardite e attivare le cure adeguate è di fondamentale importanza.
Per approfondire, invitiamo a leggere anche l’articolo Pericardite: cause, sintomi, cure.