Aritmie: tachicardia, bradicardia, fibrillazione atriale e ventricolare

da | Apr 3, 2023 | Salute

Le aritmie rappresentano il disturbo cardiaco più diffuso nella popolazione, e possono colpire chiunque a qualsiasi età, anche se ad esempio la fibrillazione atriale è più comune nelle persone anziane. 

Nonostante siano molto frequenti anche in soggetti sani, è evidente che il rischio di sviluppare un’aritmia sia più elevato in caso di: 

  • consumo eccessivo di alcolici; 
  • sovrappeso; 
  • obesità; 
  • tessuto cardiaco danneggiato a causa di una malattia, ad esempio un infarto o un’insufficienza cardiaca;
  • malattie virali;
  • abitudine al fumo;
  • assunzione di alcuni farmaci;
  • consumo di droghe.

Alcuni tipi di aritmia si verificano in persone con gravi condizioni cardiache e possono causare morte cardiaca improvvisa, prevenibile con una diagnosi precoce.

Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa sono le aritmie, cosa le provoca, in che modo si manifestano e quali sono le più comuni.

Cosa sono le aritmie?

Secondo la definizione fornita dal Ministero della Salute, le aritmie sono disturbi del ritmo cardiaco o della frequenza cardiaca, ovvero il numero di battiti al minuto del cuore.

Cosa vuol dire? In soggetti sani, il cuore batte regolarmente grazie alla presenza di un sistema di conduzione elettrica che si estende attraverso il muscolo cardiaco. Semplificando, il nostro cuore batte grazie a degli impulsi elettrici, in media circa 60-100 volte al minuto

Tuttavia, quando ci sono problemi in questo sistema di conduzione elettrica, può verificarsi un’alterazione del normale ritmo cardiaco, che viene chiamata, appunto, aritmia.

Non tutte le aritmie sono pericolose, molto spesso infatti risultano innocue e passeggere, legate al contesto o alle attività che stiamo svolgendo. Ad esempio, è normale avere un battito rallentato mentre dormiamo o siamo a riposo, così come è fisiologico un battito accelerato durante l’attività fisica

Se frequenti, però, possono influire sulla capacità del cuore di pompare sangue e ossigeno negli altri organi, causando danni anche gravi o fatali.

Come funziona il nostro cuore?

Per capire in cosa consistono le aritmie è utile approfondire il funzionamento del nostro cuoreIl cuore è composto da quattro cavità, due atri e due ventricoli. Nel dettaglio: 

  • atrio destro, posizionato in alto a destra;
  • atrio sinistro, posizionato in alto a sinistra;
  • ventricolo destro, posizionato in basso a destra;
  • ventricolo sinistro, posizionato in basso a sinistra.

Nell’atrio destro troviamo un gruppo di cellule, denominato nodo seno-atriale, una sorta di pacemaker naturale da cui ha origine l’impulso elettrico che determina la frequenza del battito cardiaco, propagandosi all’interno dei due atri per poi passare all’interno dei ventricoli tramite il nodo atrio-ventricolare, che a sua volta trasmette il segnale elettrico a un altro gruppo di cellule, il cosiddetto fascio di His

Quest’ultimo si dirama in due direzioni, collegate rispettivamente al ventricolo sinistro e al ventricolo destro, attraverso le quali l’impulso elettrico raggiunge i ventricoli che si contraggono e iniziano a pompare il sangue, nel seguente modo: 

  • il ventricolo destro invia sangue povero di ossigeno ai polmoni, dove viene ossigenato; 
  • il ventricolo sinistro invia sangue ricco di ossigeno a tutto il corpo.

Se il sistema di trasmissione del segnale elettrico si interrompe per una qualsiasi ragione, si verifica una aritmia
Questa immagine pubblicata sul sito del Manuale MSD può aiutare a visualizzare la struttura del cuore e delle sue componenti.

aritmie

Quanti tipi di aritmie esistono?

Esistono molti tipi di aritmie, distinte in base alla regolarità e alla frequenza cardiaca – che abbiamo visto assestarsi, in condizioni normali, in un range compreso tra 60 e 100 bpm (battiti per minuto) – e a seconda della parte del cuore interessata (atri o ventricoli)

In genere, si parte da un suddivisione iniziale molto intuitiva, che distingue tra aritmie accelerate, rallentate e irregolari. Nel dettaglio, le principali forme sono le seguenti:

  • tachicardia – frequenza cardiaca accelerata, che supera, negli adulti, i 100 battiti al minuto;
  • bradicardia – frequenza cardiaca rallentata, inferiore, negli adulti, ai 60 battiti al minuto;
  • fibrillazione atriale – frequenza cardiaca irregolare e più veloce del normale;
  • fibrillazione ventricolare ritmo rapido e disorganizzato dei battiti cardiaci.

Come vedremo più nel dettaglio, la fibrillazione atriale e quella ventricolare sono, di fatto, due forme di tachicardia, essendo caratterizzate da un battito cardiaco accelerato, seppur più irregolare rispetto a essa. 

Approfondiamo insieme. 

Cos’è la tachicardia

Come spiegato, si parla di tachicardia quando il battito cardiaco è accelerato e supera quindi i 100 bpm. Si tratta di un disturbo abbastanza comune e diffuso e non sempre patologico. 

In effetti, un battito cardiaco più rapido è da considerarsi normale durante l’attività fisica, in condizioni di stress, in seguito a traumi o malattie che provocano uno stato febbrile, ma diventa problematico quando i bpm superano i 100 a riposo o in assenza di ragioni evidenti come quelle appena descritte. 

La tachicardia può causare sintomi come palpitazioni, mancanza di respiro, vertigini, stanchezza e svenimento. A seconda della causa sottostante, può essere trattata con farmaci, procedure medico-chirurgiche o altri interventi medici.

Tipi di tachicardia

Rientrano nella definizione di tachicardia le seguenti tipologie di aritmia

  • Fibrillazione atriale: caratterizzata da un ritmo cardiaco irregolare e spesso molto rapido, può portare alla formazione di coaguli di sangue nel cuore, aumentando il rischio di ictus, insufficienza cardiaca e altre complicanze cardiache.
  • Flutter atriale: simile alla fibrillazione atriale, è caratterizzato però da battiti cardiaci meno irregolari; anch’esso è collegato all’ictus.
  • Tachicardia sopraventricolare: è un termine ampio che include aritmie che iniziano sopra le camere cardiache inferiori, ovvero i ventricoli, provocando episodi di battito cardiaco accelerato (c.d. palpitazioni) che iniziano e terminano bruscamente.
  • Fibrillazione ventricolare: le camere cardiache inferiori si contraggono in modo molto rapido e disordinato. Di conseguenza, il cuore non pompa sangue al resto del corpo. Si tratta di un’emergenza che richiede cure mediche immediate, e rappresenta la causa più frequente di morte cardiaca improvvisa.
  • Tachicardia ventricolare: caratterizzata da una frequenza cardiaca rapida e regolare, inizia con segnali elettrici difettosi nei ventricoli, che non riescono a riempirsi adeguatamente di sangue. Di conseguenza, il cuore non può pompare abbastanza sangue nel corpo. La tachicardia ventricolare potrebbe non causare seri problemi a persone con un cuore altrimenti sano, mentre in quelli affetti da malattie cardiache, può rappresentare un’emergenza medica che richiede cure mediche immediate.

Cause della tachicardia

La tachicardia, come le aritmie in generale, è causata da un’anomalia nel funzionamento del sistema di conduzione elettrica del cuore, che a sua volta può avere origine in numerose condizioni. 

Le cause principali sono le seguenti: 

  • ansia e stress;
  • consumo di alcol, caffeina e droghe;
  • malattie cardiache, come l’insufficienza cardiaca, l’aritmia cardiaca e l’infarto miocardico;
  • malattie tiroidee, come l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo;
  • problemi di salute generale, come la febbre, l’anemia, la sindrome da affaticamento cronico, ecc;
  • alcuni farmaci, come stimolanti, antistaminici, broncodilatatori, antidepressivi, possono causare la tachicardia come effetto collaterale;
  • feocromocitoma, cioè un tumore raro delle ghiandole surrenali che produce eccessive quantità di adrenalina e noradrenalina causando la tachicardia;
  • disturbi respiratori, come la sindrome delle apnee ostruttive del sonno;
  • mancanza di flusso sanguigno dell’arteria coronaria;
  • cardiomiopatia, una condizione che distorce la struttura del cuore;
  • sarcoidosi, una malattia infiammatoria che colpisce la pelle o i tessuti del corpo;
  • cardiopatia strutturale: anomalie del cuore che provocano cicatrici del tessuto cardiaco, in genere causate da un precedente infarto;
  •  condizioni cardiache congenite;
  •  squilibrio degli elettroliti necessari per condurre gli impulsi elettrici.

In ogni caso, è importante rivolgersi al proprio medico se si verificano sintomi di tachicardia per identificare la causa sottostante e ricevere il trattamento adeguato.

Sintomi della tachicardia

Quali sono i sintomi ai quali prestare attenzione per giungere a una diagnosi di tachicardia? 

I principali sono:

  • palpitazioni, ovvero un battito cardiaco irregolare o forte;
  • dispnea, ovvero un respiro corto o affannoso;
  • vertigini o svenimenti;
  • sensazione di ansia o panico;
  • dolore toracico;
  • sensazione di stanchezza e affaticamento;
  • sudorazione eccessiva;
  • nausea.

Nei casi più gravi, può provocare uno stato di incoscienza e un arresto cardiaco

Cure e trattamenti per la tachicardia

Le cure e i trattamenti disponibili per la tachicardia possono variare molto a seconda della gravità della condizione, dell’età e dello stato di salute generale del paziente, dei sintomi manifestati, della frequenza con la quale si presentano queste aritmie. 

In genere, si parte da alcune tecniche e manovre molto utili quando il battito cardiaco inizia ad aumentare e farsi irregolare:

  • massaggio del seno carotideo – un operatore sanitario può applicare una leggera pressione sul collo, dove l’arteria carotide si divide in due rami;
  • manovra di Valsalva consiste nel tenere le narici chiuse mentre si soffia aria attraverso il naso;
  • riflesso dell’immersione – consiste nella risposta del corpo quando si immerge il viso nell’acqua ghiacciata.

In casi di emergenza, invece, si può procedere con: 

  • cardioversione elettrica – si tratta di una procedura in cui viene provocato uno shock al cuore attraverso piastre o cerotti sul petto, ripristinando un ritmo normale;
  • farmaci per controllare la frequenza cardiaca o ripristinare un normale ritmo cardiaco;
  • intervento chirurgico per modificare i percorsi nel cuore che inviano segnali elettrici.

Infine, se gli episodi di tachicardia sono frequenti e duraturi nel tempo, le opzioni terapeutiche comprendono: 

  • ablazione con catetere – in questa procedura si inseriscono uno o più cateteri attraverso i vasi sanguigni fino al cuore per fornire calore, freddo estremo o energia a radiofrequenza per cicatrizzare una piccola macchia di tessuto cardiaco, bloccando il percorso che causa l’aritmia;
  • farmaci giornalieri per prevenire gli episodi;
  • inserimento di un pacemaker per rimediare al battito cardiaco accelerato;
  • chirurgia per correggere i segnali elettrici che causano il ritmo cardiaco anormale;
  • ablazione con radiofrequenza, una procedura che distrugge le cellule che causano la tachicardia ventricolare;
  • intervento chirurgico per inserire un defibrillatore cardiaco impiantabile, che fornisce un impulso elettrico al cuore per ripristinare un battito cardiaco pericolosamente irregolare;
  • defibrillazione elettrica immediata, in casi estremi.

Ovviamente, se la tachicardia è causata da patologie sottostanti, è fondamentale predisporre una terapia ad hoc.

Sarà il cardiologo a stabilire come procedere, a seconda delle condizioni del paziente. 

Cos’è la bradicardia

Abbiamo visto che con il termine bradicardia si indica una condizione caratterizzata da una frequenza cardiaca inferiore a 60 battiti al minuto

In condizioni di riposo è normale che questo accada, ed è per questo che non sempre rappresenta un problema da affrontare dal punto di vista medico. Infatti, in soggetti in buona salute, il cuore è in grado di pompare abbastanza sangue nel corpo anche con meno di 60 bpm, ma in condizione di riposo.

In effetti, una frequenza cardiaca così bassa può essere pericolosa quando non si è a riposo, perché il sangue che il cuore pompa e fa arrivare agli organi non è sufficiente, provocando una sincope, ovvero un’improvvisa perdita di coscienza.

Nei casi più gravi, la bradicardia può causare insufficienza cardiaca e arresto cardiaco.

Cause della bradicardia

Come abbiamo visto per le aritmie in generale, e per la tachicardia in particolare, la causa scatenante della bradicardia è da individuare in un malfunzionamento dell’invio degli impulsi elettrici al cuore

Nel caso specifico, è possibile individuare alcuni fattori capaci di provocare delle alterazioni di questi impulsi, tra cui i seguenti: 

  • problemi con il nodo senoatriale;
  • problemi nelle vie di conduzione del cuore, che non consentono agli impulsi elettrici di passare correttamente dagli atri ai ventricoli;
  • disturbi metabolici, come l’ipotiroidismo, l’ipoglicemia, l’ipossia, l’ipotermia, ecc…;
  • danni al cuore da invecchiamento – la bradicardia patologica è infatti più frequente negli anziani – malattie cardiache o infarto;
  • alcuni farmaci per il cuore;
  • difetti cardiaci congeniti;
  • miocardite, ovvero un’infezione del tessuto cardiaco;
  • complicanze post intervento cardiochirurgico;
  • squilibri nei livelli di sostanze nutritive nel sangue, come il potassio o il calcio;
  • ripetute interruzioni della respirazione durante il sonno, note come apnea ostruttiva del sonno;
  • malattie infiammatorie, come la febbre reumatica o il lupus;
  • blocco cardiaco o blocco atrio-ventricolare, una condizione che consiste in un’interruzione totale dei segnali elettrici trasmessi attraverso gli atri ai ventricoli;
  • stimolazione del nervo vago, che può accadere, ad esempio, durante il vomito, la defecazione, la tosse o la manovra di Valsalva.

È importante individuare le cause sottostanti al fine di stabilire il percorso terapeutico più adatto. 

Sintomi della bradicardia

In condizioni normali gli episodi di bradicardia non presentano alcun sintomo, e nella maggior parte dei casi non vengono notati, ma quando diventano persistenti e patologici allora si può sperimentare: 

  • affaticamento o sensazione di debolezza;
  • vertigini o stordimento;
  • confusione;
  • svenimento;
  • fiato corto;
  • stanchezza immediata durante l’attività fisica;
  • dolore al petto. 

Si raccomanda di segnalare al proprio medico la presenza di uno o più dei presenti sintomi

Cure e trattamenti per la bradicardia

La cura della bradicardia dipende dalla causa e dalla gravità dei sintomi. Come summenzionato, la bradicardia non rappresenta in genere un sintomo patologico, e nella maggior parte dei casi non si somministrano terapie se non indicazioni che vadano a correggere lo stile di vita del soggetto, ad esempio eliminare fumo e alcool e seguire una dieta povera di grassi saturi. 

Tuttavia, se la bradicardia è grave, può causare disturbi come svenimenti frequenti, insufficienza cardiaca, arresto cardiaco o morte improvvisa

Di conseguenza, in questi casi il medico potrebbe raccomandare l’uso di farmaci come l’atropina o l’impianto di un pacemaker.

Infine, va considerato il trattamento delle cause sottostanti; se la bradicardia è causata da una malattia come l’ipotiroidismo o l’apnea notturna, infatti, una terapia specifica può migliorare la bradicardia.

Cos’è la fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale è un tipo di aritmia caratterizzata da una frequenza cardiaca irregolare e spesso anormalmente veloce, per questo inserita nella categoria delle tachicardie

In alcuni casi è possibile avvertire delle palpitazioni cardiache evidenti, con il cuore che batte molto forte e in maniera irregolare, per pochi secondi o qualche minuto, ma a volte si presenta in forma completamente asintomatica.

Secondo la American Heart Association, la fibrillazione atriale non trattata raddoppia il rischio di decessi correlati al cuore ed è associata a un rischio cinque volte maggiore di ictus.

Cause della fibrillazione atriale

Quali sono le cause della fibrillazione atriale? Proviamo a spiegarlo in modo semplice e chiaro. Il cuore si contrae e rilassa ogni volta che batte, favorendo il rilascio di sangue e il suo successivo riempimento. 

In presenza di una fibrillazione atriale, gli atri si contraggono in modo casuale e talvolta così velocemente che il muscolo cardiaco non può rilassarsi correttamente tra una contrazione e l’altra, riducendo l’efficienza e le prestazioni del cuore e provocando un accumulo di sangue e la formazione di coaguli, aumentando così il rischio di ictus, insufficienza cardiaca e altre complicazioni cardiache potenzialmente fatali

Perché questo accada non è del tutto chiaro, ma la comunità medica e scientifica è concorde nel ritenere centrali alcuni fattori, come il fumo di sigaretta, l’abuso di alcol, l’età avanzata, la presenza di patologie cardiache pregresse, l’ipertensione e l’obesità.

A seconda del grado con cui si presenta, la fibrillazione atriale si divide in: 

  • fibrillazione atriale parossistica – gli episodi vanno e vengono e di solito si interrompono entro 48 ore senza alcun trattamento;
  • fibrillazione atriale persistente ogni episodio dura più di 7 giorni (o meno se trattato);
  • fibrillazione atriale permanente – quando è sempre presente;
  • fibrillazione atriale di lunga data presenza di fibrillazione atriale da più di un anno.

Sintomi della fibrillazione atriale

Abbiamo già accennato al fatto che alcuni pazienti avvertono palpitazioni evidenti, mentre molti altri non accusano alcun sintomo

In genere, la fibrillazione atriale può manifestarsi attraverso: 

  • stanchezza generale;
  • battito cardiaco rapido e irregolare;
  • vertigini;
  • mancanza di respiro;
  • ansia;
  • debolezza e confusione;
  • affaticamento durante l’esercizio;
  • sudorazione;
  • dolore o pressione al petto. Si tratta di un’emergenza medica che potrebbe indicare un attacco cardiaco in corso, per questo è importantissimo chiamare immediatamente i soccorsi.

Si consiglia di segnalare subito al proprio medico eventuali sintomi associabili alla fibrillazione atriale. 

Cure e trattamenti per la fibrillazione atriale

Il trattamento per la fibrillazione atriale dipende dalla durata nel tempo di questa condizione, dai sintomi denunciati e dalle cause sottostanti. 

In genere, gli obiettivi delle cure sono essenzialmente tre:

  1. ripristinare il ritmo cardiaco;
  2. controllare la frequenza cardiaca;
  3. prevenire la formazione di coaguli di sangue che possono causare ictus.

Il medico può valutare le seguenti opzioni terapeutiche:

  • somministrazione di farmaci;
  • terapia per ripristinare il ritmo cardiaco, come la cardioversione;
  • interventi chirurgici o con catetere;
  • modifiche nello stile di vita.

Sarà il medico a stabilire quale terapia e trattamento prescrivere al paziente. 

Cos’è la fibrillazione ventricolare

Come quella atriale, la fibrillazione ventricolare è un tipo di tachicardia causata da un malfunzionamento dei ventricoli, che si contraggono molto rapidamente e in modo irregolare

Questo provoca il mancato afflusso di sangue al resto del corpo, aumentando sensibilmente il rischio di morte cardiaca immediata

Per questo motivo, è da considerarsi come un’emergenza medica che richiede l’intervento rapido di personale medico-sanitario qualificato. 

Cause della fibrillazione ventricolare

Spesso le cause della fibrillazione ventricolare restano sconosciute, ma in genere quelle più frequenti sono le seguenti: 

  • problemi nelle proprietà elettriche del cuore, che causano squilibri nel passaggio degli impulsi da cui dipendono le contrazioni;
  • interruzione dell’afflusso di sangue al muscolo cardiaco. 

Esistono, inoltre, alcuni fattori di rischio che aumentano le probabilità di sviluppare questa condizione:

  • un precedente episodio di fibrillazione ventricolare;
  • un precedente infarto;
  • un difetto cardiaco congenito;
  • una cardiomiopatia, ovvero una malattia del muscolo cardiaco;
  • lesioni che causano danni al muscolo cardiaco;
  • abuso di droghe;
  • un grave squilibrio di potassio o magnesio.

Senza un trattamento immediato, la fibrillazione ventricolare può causare la morte in pochi minuti

Sintomi della fibrillazione ventricolare

La fibrillazione ventricolare è una grave aritmia cardiaca che può portare alla morte se non trattata immediatamente. 

I sintomi possono includere:

  • sensazione di vertigini o svenimento;
  • dolore toracico;
  • palpitazioni cardiache;
  • respiro corto o difficoltà respiratorie;
  • confusione o perdita di coscienza;
  • battito cardiaco irregolare e rapido (più di 100 battiti al minuto);
  • sudorazione profusa.

Tuttavia, in alcuni casi la fibrillazione ventricolare può essere asintomatica, soprattutto se si sviluppa rapidamente e in modo acuto. 

In questi casi, la diagnosi viene spesso effettuata tramite elettrocardiogramma o monitoraggio cardiaco continuo. Se si sospetta la presenza di fibrillazione ventricolare, è importante cercare immediatamente assistenza medica di emergenza.

Cure e trattamenti per la fibrillazione ventricolare

Le cure e i trattamenti per la fibrillazione ventricolare vanno eseguiti d’urgenza da personale qualificato, e comprendono procedure di emergenza finalizzate al ripristino del flusso sanguigno il più rapidamente possibile per prevenire danni agli organi e al cervello, tra cui: 

  • rianimazione cardiopolmonare;
  • cardioversione, tramite l’impiego di un defibrillatore automatico esterno che provoca uno shock al cuore attraverso la parete toracica con lo scopo di ripristinare il ritmo cardiaco.

Altri trattamenti per la fibrillazione ventricolare vengono somministrati per prevenire futuri episodi e ridurre il rischio di sintomi correlati all’aritmia, e comprendono farmaci, dispositivi medici e interventi chirurgici, come: 

  • inserimento di un defibrillatore cardiaco impiantabile;
  • ablazione cardiaca;
  • angioplastica coronarica e posizionamento di stent;
  • chirurgia di bypass coronarico.

Il chirurgo valuterà come procedere, dopo aver gestito la fase emergenziale. 

Come si diagnostica una aritmia

Abbiamo visto che alcuni tipi di aritmia si presentano spesso in forma asintomatica, ed è quindi possibile individuarli solo attraverso degli esami diagnostici specifici, tra cui i seguenti.

  • Elettrocardiogramma (ECG), che misura i tempi e la durata di ciascuna fase elettrica nel battito cardiaco.
  • Monitoraggio dell’holter cardiaco, che il paziente dovrà indossare per 24 ore in modo da registrare l’attività elettrica del cuore.
  • Registratore cardiaco di eventi: questo dispositivo indossabile viene utilizzato per rilevare aritmie sporadiche, premendo un pulsante quando si verificano i sintomi; a differenza dell’holter, può essere indossato per un periodo di tempo più lungo, fino a 30 giorni o fino a quando non si ha un’aritmia o sintomi tipici.
  • Ecocardiogramma, che consente di acquisire immagini delle dimensioni, della struttura e del movimento del cuore.
  • Test del tavolo inclinato: può essere suggerito se si è sofferto di svenimenti; rivela come la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna rispondono quando si cambia posizione da sdraiati a in piedi. 

Il medico prescriverà gli esami più opportuni e valuterà i dati raccolti al fine di giungere a una diagnosi corretta. 

ATTENZIONE:
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