Durante la fase più critica della pandemia da Coronavirus abbiamo sentito molto spesso il termine dispnea, con il quale si indica una sensazione di mancanza di respiro, uno dei sintomi associati alla COVID-19.
Come vedremo più nel dettaglio nel corso del presente articolo, la dispnea è un sintomo molto comune, sia nei bambini che negli adulti, associato a numerose possibili cause, più o meno gravi, che può provocare danni e compromettere la funzionalità polmonare del paziente che ne è affetto.
Per questo motivo, è importante imparare a riconoscere i segnali d’allarme principali per chiedere assistenza medica immediata e ridurre i rischi di complicanze.
Approfondiamo insieme, e cerchiamo di capire cosa s’intende con dispnea, quali sono le cause più comuni e come si affronta in modo adeguato.
Di cosa parliamo in questo articolo
Cos’è la dispnea?
La dispnea è un sintomo che si riferisce alla sensazione di difficoltà a respirare, per questo motivo viene spesso descritta come “fame d’aria”.
Si tratta di un disturbo soggettivo, da non confondere con altre condizioni, come la respirazione rapida (tachipnea), la respirazione eccessiva (iperpnea) o l’iperventilazione.
Come detto, la dispnea è un sintomo, non una malattia, che i pazienti possono avvertire e descrivere in modo diverso a seconda della causa, sempre da indagare.
In genere, si sperimenta la sensazione di non riuscire a respirare abbastanza rapidamente o profondamente, spesso avvertendo la necessità di un maggiore sforzo per espandere il torace durante la fase inspiratoria o di espulsione dell’aria durante la fase espiratoria. In alcuni casi, si potrebbe inoltre percepire la spiacevole sensazione di un urgente bisogno di inspirare prima di completare la fase espiratoria e avvertire un senso di oppressione toracica.
Dispnea acuta e cronica
La dispnea si può presentare in modo improvviso e rapido, oppure persistere nel tempo, con una intensità più o meno grave.
Nel primo caso si parla di dispnea acuta, mentre nel secondo di dispnea cronica, e la distinzione tra le due si basa sulla durata dei sintomi e sulla modalità di insorgenza.
- dispnea acuta: si manifesta improvvisamente e si sviluppa nell’arco di minuti o ore. Alcune delle cause più comuni includono asma, inalazione di un corpo estraneo, attacco di cuore, insufficienza cardiaca, pneumotorace, embolia polmonare;
- dispnea cronica: persiste nel tempo e si sviluppa nell’arco di settimane o anni. In molti casi, questa mancanza di respiro è inizialmente presente sotto sforzo prima di progredire a dispnea a riposo. Le cause più comuni sono asma, peggioramento della BPCO, disfunzione cardiaca, polmonite interstiziale, obesità, versamento pleurico.
Come si può notare, alcune condizioni, come asma e insufficienza cardiaca, possono causare sia dispnea acuta che cronica.
Quali sono le cause più comuni di dispnea?
La dispnea, quindi la sensazione soggettiva di difficoltà respiratoria, è un sintomo comune che può essere causato da una varietà di condizioni, molte delle quali gravi. Va detto, però, che la gravità del sintomo non è sempre correlata a quella della causa sottostante.
È quindi fondamentale una valutazione medica accurata per determinarne l’eziologia e il trattamento appropriato.
Le cause più comuni di dispnea, indipendentemente dalla rapidità di insorgenza (acuta, cronica), sono le seguenti:
- asma: è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree caratterizzata da episodi ricorrenti di dispnea, respiro sibilante, senso di costrizione toracica e tosse;
- polmonite: è un’infezione dei polmoni che può causare dispnea, tosse, febbre, dolore toracico e brividi;
- BPCO: è una malattia polmonare cronica caratterizzata da ostruzione delle vie aeree e difficoltà respiratorie. I sintomi tipici includono dispnea, tosse cronica e produzione di espettorato;
- infarto miocardico e angina: sono causati da un ridotto flusso sanguigno al cuore, che può portare a dispnea, dolore toracico, nausea e sudorazione;
- insufficienza cardiaca: si verifica quando il cuore non è in grado di pompare il sangue in modo efficiente, causando un accumulo di liquidi nei polmoni (edema polmonare) e dispnea.
A quelle appena elencate possiamo poi aggiungere le seguenti ulteriori cause associate alla dispnea:
- embolia polmonare: è un’ostruzione improvvisa di un’arteria polmonare, solitamente causata da un coagulo di sangue. Può causare dispnea acuta, dolore toracico e tachicardia;
- enfisema polmonare: malattia polmonare cronica caratterizzata dalla distruzione progressiva degli alveoli, che riduce la capacità dei polmoni di espandersi e contrarsi correttamente durante la respirazione, provocando disturbi e complicanze anche potenzialmente fatali;
- pneumotorace: è un collasso polmonare che può causare dispnea improvvisa e dolore toracico;
- anemia: è una carenza di globuli rossi, che trasportano l’ossigeno nel sangue. Può causare dispnea, affaticamento e pallore;
- decondizionamento fisico: si verifica quando i muscoli respiratori si indeboliscono a causa di inattività fisica. Può causare dispnea durante l’esercizio fisico.
Infine, la dispnea può essere causata da una serie di altre condizioni, come:
- infezioni respiratorie (bronchite, laringite, epiglottite);
- reazioni allergiche;
- disturbi d’ansia;
- obesità;
- gravidanza;
- malattie neuromuscolari;
- malattie endocrine (ipertiroidismo).
Per quanto riguarda, invece, la dispnea nei bambini, le cause possono essere diverse rispetto a quelle appena elencate, relative a soggetti adulti.
In ambito pediatrico, infatti, le cause più comuni di dispnea sono:
- bronchiolite: è un’infezione virale dei bronchioli, i piccoli tubi che portano l’aria ai polmoni;
- laringotracheite: è un’infiammazione della laringe e della trachea, spesso causata da un virus;
- epiglottite: è un’infezione batterica dell’epiglottide, una piccola struttura che impedisce al cibo di entrare nelle vie respiratorie;
- ostruzione da corpo estraneo: si verifica quando un bambino inala un oggetto estraneo, come un giocattolo o un pezzo di cibo.
È fondamentale indagare le cause alla base di questa mancanza di respiro al fine di delineare le terapie più adatte al caso specifico.
Quando rivolgersi al medico
La dispnea è un sintomo da non sottovalutare mai, perché potrebbe avere sia un’evoluzione infausta nell’immediato sia rappresentare un campanello d’allarme per cause sottostanti anche molto gravi.
Per questo motivo, è importante riconoscere i segnali di allarme che richiedono un’attenzione medica immediata:
- dispnea a riposo: se si manifesta difficoltà respiratoria anche a riposo, senza alcuno sforzo fisico, è un segnale che richiede un intervento medico urgente;
- riduzione del livello di coscienza: confusione, disorientamento o perdita di coscienza associati a dispnea sono segnali di grave ipossiemia e richiedono un intervento immediato;
- agitazione e irrequietezza: un improvviso cambiamento nel comportamento, come agitazione, ansia o panico, accompagnato da dispnea, può indicare una grave difficoltà respiratoria;
- cianosi: la colorazione bluastra delle labbra o delle unghie indica una mancanza di ossigeno nel sangue e richiede un’attenzione medica urgente;
- utilizzo dei muscoli respiratori accessori: se si nota un’evidente difficoltà a respirare con l’utilizzo dei muscoli del collo, del torace o dell’addome, è necessario rivolgersi immediatamente a un medico;
- dolore toracico: il dolore toracico associato a dispnea può essere un sintomo di diverse condizioni gravi, tra cui embolia polmonare, infarto miocardico e pneumotorace;
- palpitazioni: la sensazione di un battito cardiaco accelerato o irregolare associata a dispnea può indicare un problema cardiaco;
- febbre alta, brividi e tosse: questi sintomi, in concomitanza con la dispnea, possono indicare un’infezione polmonare;
- gonfiore alle caviglie e ai piedi: può essere un segno di insufficienza cardiaca;
- difficoltà a respirare da sdraiati (ortopnea): può essere un segno di insufficienza cardiaca;
- respiro sibilante: un fischio acuto durante la respirazione può indicare un’ostruzione delle vie aeree, come nell’asma;
- peggioramento improvviso della dispnea preesistente: può indicare una riacutizzazione di una condizione cronica, come asma o BPCO.
Se si manifesta uno qualsiasi di questi segnali di allarme, è essenziale chiamare immediatamente il 118 o recarsi al pronto soccorso più vicino. Un intervento medico tempestivo può essere fondamentale per prevenire complicanze gravi e potenzialmente fatali.
Quali sono gli esami diagnostici utilizzati per valutare la dispnea?
Abbiamo visto che la dispnea è un sintomo complesso connesso a molteplici possibili cause, quindi una valutazione medica accurata è fondamentale per individuarla e impostare un trattamento appropriato.
Gli esami diagnostici utilizzati in questi casi variano a seconda della presentazione clinica del paziente, alcuni sono considerati di routine, mentre altri sono più specifici.
I più comuni sono i seguenti:
- pulsossimetria: questo esame semplice e non invasivo misura la saturazione di ossigeno nel sangue. Un valore basso indica ipossiemia, un segno di possibile compromissione respiratoria o cardiaca;
- radiografia del torace: permette di visualizzare le strutture del torace, come polmoni, cuore e diaframma, e può aiutare a identificare condizioni come polmonite, pneumotorace, edema polmonare e altre patologie;
- elettrocardiogramma (ECG): registra l’attività elettrica del cuore e può essere utile per diagnosticare aritmie, ischemia miocardica e infarto miocardico;
- emogasanalisi arteriosa: fornisce informazioni precise sui livelli di ossigeno, anidride carbonica e pH nel sangue. È utile per valutare la gravità dell’ipossiemia, l’efficacia degli scambi gassosi e l’eventuale presenza di acidosi respiratoria;
- test di funzionalità polmonare (spirometria): misurano la capacità polmonare, il flusso d’aria e altri parametri respiratori, e aiutano a distinguere tra patologie ostruttive (come la BPCO) e restrittive (come la fibrosi polmonare), fornendo informazioni utili per la diagnosi e il monitoraggio della malattia;
- ecocardiogramma: può rilevare anomalie delle valvole cardiache, disfunzione del ventricolo sinistro, versamento pericardico e altre patologie cardiache che possono causare dispnea;
- tomografia computerizzata (TC) del torace: fornisce immagini più dettagliate rispetto alla radiografia e può essere utile per valutare noduli polmonari, malattie polmonari interstiziali, embolia polmonare e altre condizioni;
- scintigrafia polmonare di ventilazione/perfusione: valuta la circolazione del sangue e il flusso d’aria nei polmoni. È utilizzato principalmente per la diagnosi di embolia polmonare;
- broncoscopia: consente di visualizzare direttamente l’interno delle vie aeree tramite un sottile tubo flessibile con una telecamera. Può essere utilizzata per diagnosticare tumori, infezioni, corpi estranei e altre patologie delle vie aeree;
- test allergologici: possono essere utili per identificare allergeni che possono scatenare la dispnea, come nel caso dell’asma allergica;
- esami del sangue: possono fornire informazioni su diversi aspetti che potrebbero contribuire alla dispnea, come anemia, infezioni o squilibri elettrolitici.
La scelta degli esami diagnostici dipenderà dalla storia clinica del paziente, dall’esame obiettivo e dal sospetto clinico del medico. In alcuni casi, come nei pazienti con dispnea acuta grave, potrebbe essere necessario iniziare immediatamente il trattamento in base al sospetto clinico, in attesa dei risultati degli esami diagnostici.
Come si tratta la dispnea?
Il trattamento della dispnea dipende dalla causa sottostante, ma anche dalla gravità del sintomo e delle condizioni generali del paziente.
In caso di ipossiemia, ovvero di bassa concentrazione di ossigeno nel sangue, il trattamento principale consiste nella somministrazione di ossigeno supplementare, con l’obiettivo di raggiungere e mantenere una saturazione di ossigeno > 88% o una PaO2 > 55 mmHg (valore che indica lo stato di ossigenazione del sangue). La quantità di ossigeno somministrata viene adattata alle esigenze individuali del paziente.
Per quanto riguarda, invece, il trattamento della fame d’aria in condizioni specifiche, gli approcci più comuni sono i seguenti:
- asma: i broncodilatatori inalatori, come i beta-agonisti a breve durata d’azione (SABA) o gli anticolinergici, sono il trattamento di prima linea per l’asma. Questi farmaci rilassano i muscoli delle vie aeree, aprendole e facilitando la respirazione;
- BPCO: i broncodilatatori inalatori, come i SABA, i beta-agonisti a lunga durata d’azione (LABA) e gli anticolinergici, sono utilizzati per ridurre la dispnea e migliorare il flusso d’aria. In alcuni casi, possono essere utilizzati anche i corticosteroidi inalatori o per via orale per ridurre l’infiammazione;
- insufficienza cardiaca: il trattamento si concentra sul miglioramento della funzione cardiaca e sulla riduzione dell’accumulo di liquidi nei polmoni. I farmaci comunemente utilizzati includono diuretici, ACE-inibitori, beta-bloccanti e antagonisti dell’aldosterone;
- embolia polmonare: è una condizione grave che richiede un trattamento immediato con anticoagulanti per prevenire la formazione di ulteriori coaguli di sangue.
Altri trattamenti possibili includono:
- ventilazione meccanica: può essere necessaria nei pazienti con dispnea grave che non riescono a respirare autonomamente;
- fisioterapia respiratoria: le tecniche di fisioterapia respiratoria, come la drenaggio posturale e gli esercizi di respirazione, possono essere utili per migliorare la funzione polmonare e ridurre la dispnea in alcune condizioni;
- smettere di fumare: è fondamentale per i pazienti con BPCO e altre malattie polmonari croniche per rallentare la progressione della malattia e migliorare la dispnea;
- perdita di peso: può migliorare la dispnea nei pazienti obesi.
Quando si sperimenta un episodio di dispnea, il consiglio è di rivolgersi immediatamente ad un medico, per ricevere le cure più adatte alla propria condizione.